Mugnai esce dal carcere. L'avvocato: "Arezzo piena di macerie se per le liti si dovesse usare una ruspa"

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Alessandro Mugnai, accompagnato dagli avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli, si è presentato davanti al gip Giulia Soldini per l'interrogatorio di garanzia. Il giudice per le indagini preliminari ha deciso per l'immediata scarcerazione del 53enne aretino che nella serata di giovedì 5 gennaio aveva sparato cinque colpi di carabina all'operaio albanese di 57 anni Gezim Dodoli, uccidendolo, dopo che quest'ultimo aveva tentato di demolirgli la casa a bordo di una ruspa.

Nessuna misura cautelare per Sandro Mugnai, 53 anni, arrestato la notte dell'Epifania nella frazione aretina di San Polo per omicidio. Non esistono i presupposti per la misura cautelare in carcere, come il pericolo di fuga, l'inquinamento delle prove o la reiterazione del reato. Lo ha deciso il gip Giulia Soldini, di fronte alla quale Mugnai si è presentato rispondendo nel corso dell'interrogatorio di garanzia tenutosi stamani nel carcere San Benedetto di Arezzo. Emerge un passaggio importante: il primo dei cinque colpi di fucile, Mugnai lo ha scaricato a terra, urlando a Gezim Dodoli di fermarsi. Un avvertimento, quello del Mugnai, che poi ha esploso altri quattro colpi contro il vicino di casa e ha chiamato i Carabinieri. Il pm Laura Taddei aveva chiesto gli arresti domiciliari. Marzia Lelli, avvocato della difesa: "Semplicemente ha cercato di difendere la propria famiglia. Il timore era che li schiacciasse sotto con quella ruspa. Arezzo sarebbe piena di macerie se per certi motivi tutti usassero una ruspa", hanno dichiarato gli avvocati del fabbro di San Polo. Ad Attendere Alessandro Mugnai fuori dal carcere, uno dei due figli, Mattia: "Tristi per una persona che non c'è più, ma contenti di poter riabbracciare nostro padre". 

Nelle foto: Alessandro Mugnai esce dal carcere - San Polo: la casa di San Polo colpita dalla ruspa.

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