San Polo, è legittima difesa? Mugnai davanti al Giudice

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Si svolgerà oggi l'interrogatorio di garanzia di Alessandro Mugnai, l'uomo di 53 anni che a San Polo di Arezzo ha sparato cinque colpi di carabina a Gezim Dodoli, uccidendolo. L'operaio di origini albanesi, nella serata del 5 gennaio, a bordo di una ruspa ha distrutto quattro auto del vicino, tentando poi di demolirgli la casa, dichiarata inagibile.

Mugnai, di professione fabbro, difeso dagli avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli, racconterà al giudice per le indagini preliminari Giulia Soldini la sua versione dei fatti su quanto accaduto la vigilia dell'Epifania in località San Polo, alle porte di Arezzo. Si punta sulla legittima difesa. Tutto sarebbe nato per dissidi di vicinato tra i due, che una volta si frequentavano ed erano in tutt'altri rapporti. Fatto sta che intorno alle 20.30 Gezim Dodoli, operaio albanese 57enne da oltre 30 anni in Italia, con l'escavatore ha danneggiato quattro autovetture lì parcheggiate, tutte di proprietà dei familiari dell’arrestato e poi ha colpito più volte con la benna del mezzo le mura e il tetto dello stabile, provocando gravissimi danni strutturali all’abitazione. Mugnai avrebbe provato a convincere il Dodoli a desistere dall'intento, ma l'operaio di origini albanesi avrebbe continuato a colpire la casa con il mezzo agricolo. All'interno, nel terrore, oltre al capofamiglia c'erano la moglie, il figlio e alcuni parenti che hanno tentato di uscire dall'abitazione. Dodoli avrebbe impedito al gruppo familiare di guadagnare la via di fuga: con la macchina agricola ha divelto la porta d'ingresso, scardinato le scale e danneggiato la struttura in volta della casa, una colonica costruita su due livelli. A quel punto Mugnai ha imbracciato l'arma, un fucile regolarmente detenuto e ha esploso alcuni colpi in direzione della vittima: almeno cinque proiettili di carabina, di cui quattro hanno colpito mortalmente la vittima, il cui cadavere si trova alle Scotte di Siena in attesa dell'esame autoptico. Mentre la casa veniva giudicata inagibile dopo il sopralluogo dei Vigili del Fuoco, l’arma e i bossoli rinvenuti sulla scena del reato sono stati sequestrati, così come tutta l’area di interesse è stata transennata dai Carabinieri di Arezzo, coordinati nelle indagini dal pm Laura Taddei.

 

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