Spaccio al Pionta di Arezzo, tiene l'impianto accusatorio: altri 14 condannati in primo grado

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L'operazione Duomo Vecchio del maggio 2019 portò a 42 arresti nell'area verde del Pionta e in altre zone della città. Un pusher sfuggito all'arresto fu preso a distanza di qualche giorno. Attività sistematica: dopo le prime condanne di febbraio, altri 14 vedono il carcere.

Gli arrestati per possesso e spaccio di sostanze stupefacenti, tutti di origine africana, furono trovati in possesso di dosi di hashish e marijuana. Tra gli ulivi, individuati pertugi in cui i pusher nascondevano le sostanze pronte per essere smerciate. L'operazione fu ordinata dal sostituto procuratore di Arezzo Julia Maggiore, coordinata dal Questore Salvatore Cilona. Sul campo l'azione fu portata avanti dalla Squadra Mobile guidata dal dirigente Francesco Morselli, che si avvalse di oltre 80 agenti, alcuni under cover, tra cui il reparto prevenzione crimine di Firenze, oltre alla Squadra Mobile di Arezzo, elicottero e unità cinofile provenienti da Firenze e da Bologna. L'Operazione nacque dalla volontà di dimostrare che quella del Pionta non era un'attività di piccolo spaccio, ma uno spaccio organizzato, con soggetti che sistematicamente vendevano sostanze di ogni tipo. Come ebbe a dire il pm Roberto Rossi,"per la prima volta confidiamo di poter avere in larga parte l'accoglimento di misure cautelari; questo nuovo approccio, con l'acquisto simulato effettuato da agenti sotto copertura, il sequestro e l'arresto ritardato, ha consentito di svelare che si trattava di spacciatori seriali e professionisti. Speriamo di avere liberato questa zona così bella della città da questo fenomeno di degrado e spaccio, riconsegnandola alla cittadinanza". Così è stato, con la conferma dell'impianto accusatorio della pm Julia Maggiore: oggi in 10 sono stati condannati con pene variabili da 4 anni e mezzo a 6 anni e 8 mesi, altri 4 hanno ricevuto condanne inferiori. A febbraio scorso altre condanne a 12 spacciatori che avevano scelto il rito abbreviato.

Di grande interesse ancor oggi per gli investigatori, la suddivisione del territorio: la parte del parco più prossima alla stazione era occupata da extracomunitari africani non nigeriani e qui si poteva acquistare solo hashish; le droghe pesanti erano gestite da soli nigeriani nella parte alta del parco del Pionta; nella parte retrostante, prossima al parcheggio dell'ospedale San Donato dove fu rinvenuta una pistola, la gestione era a cura di marocchini e qualche africano non nigeriano. Qui la sostanza smerciata era di notevole quantità, nonostante gli spacciatori fossero pochi.

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Guido Albucci

Guido Albucci

Di tante passioni, di molti interessi. Curioso per predisposizione, comunicatore per inclinazione e preparazione