Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

sabato | 23-08-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Arezzo, a Mantova non basta il primo tempo. Buon esordio dei nuovi, ma il Covid ci taglia le gambe

Purtroppo il dato di fatto è che siamo sempre fermi a tre punti ed il tempo che passa non gioca a nostro favore. La partita di ieri non è tutta da buttare; il primo tempo è stato largamente sufficiente con buone sensazioni negli esordienti Sala (finalmente un portiere vero), Kodr e Di Paolantonio. Abbiamo concesso ai virgiliani abbastanza poco e ci siamo divorati con un Belloni ancora lontano dalla condizione ideale un vantaggio che avrebbe indirizzato la partita in ben altra maniera. In molti purtroppo viaggiavano a due o tre cilindri per le conseguenze della malattia e alla lunga se ne è pagato lo scotto. Il guaio vero è che il calendario ci rema decisamente contro. Delle prossime cinque partite, quelle teoricamente abbordabili sono fuori casa (Imolese e Fermana), mentre al  “Città di  Arezzo” arriveranno, nell’ordine, Sambenedettese, Sud Tirol e Modena: non esattamente un percorso-relax che rischia di diventare uno scivolo pericoloso perché adesso diventa urgente fare punti. La zona salvezza dista 8 lunghezze ed anche le squadre che erano partite a ritmo lento stanno dando segni di reazione (vedi il Gubbio, che ieri ha piegato la Triestina). Non possiamo più perdere tempo, anche se questo va coniugato con una situazione atletica deficitaria ed un calendario folle deciso “lassù dove si puote” e dove, come al solito, si vive fuori dalla realtà. Ha ragione Camplone a lamentarsi, perché per un tecnico arrivato un mese fa quanto accaduto, tra rivoluzione della rosa e pandemia, è una  sciagura che rischia di comprometterne il lavoro. Si pagano adesso le follie estive, con una campagna acquisti priva di senso e l’allestimento di un gruppo inadeguato che ci è costato una partenza ad handicap che non si ricordava dal 1992 (l’anno del primo fallimento). La responsabilità è stata addebitata per intero a Di Bari e Potenza che hanno pagato con l’esonero, ma qualcosa non torna anche a livello societario:  perché la disponibilità che ha consentito ingaggi importanti (anzi di lusso) ad ottobre non c’era ad agosto? Sicuri che anche il direttore generale non abbia la sua dose di colpa nell’andazzo ridicolo più che drammatico di inizio stagione? Non è stata sua l’idea dei “colloqui informativi” per la scelta prima del d.s. e poi dell’allenatore? E questa situazione, che ha costretto la proprietà a sforzi  economici da promozione per cercare di riportare la barca a galla, quanto peserà sui bilanci e sul futuro? Sono tutte domande alle quali prima o dopo occorrerà dare una risposta, ma adesso è troppo importante uscire dalla situazione in cui siamo e portarci il prima possibile fuori dal pantano. Serrare i ranghi e buttare in campo anche un po’ di cattiveria: contro la malasorte, contro il Covid, contro la Lega e le sue follie. E ripartiamo, finalmente.

Articoli correlati

Visualizza altri articoli