Mille guidati dal generale La Cava per spingere gli amaranto nella "battaglia" di Viterbo

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La stampa e la tifoseria laziale hanno chiamato a raccolta la gente di fede gialloblu per tentare l'incredibile “remuntada”: "Nella stagione dell'impossibile, la rimonta è possibile", o "È finita si dice alla fine", questi i titoloni dei giornali locali

Quarti di finale atto secondo. Si va a Viterbo e si va davvero in tanti. Una trasferta da mille persone non si vedeva da anni e l’adrenalina sale, trascinata da una squadra che si merita tutto l’appoggio e tutto il sostegno che una tifoseria mai doma, nonostante le mazzate inferte dalla sorte e non solo da quella, nel corso degli anni. Dunque tutti al “Rocchi” per conquistare un’altra fetta di sogno, per alimentare una corsa verso un futuro che non solo nessuno pronuncia, ma che se anche soltanto te lo senti dire a mo' di battuta ti schernisci e tocchi ferro. Stasera però saremo lì, a ringhiare e soffrire contando sull’ennesimo abbraccio gioioso a fine partita, una gioia che significherebbe ritrovarsi ancora mercoledì prossimo con il cuore in gola e una speranza che si gonfia minuto dopo minuto. Intanto torniamo coi piedi per terra e pensiamo a portar via il risultato dal campo della Viterbese.

Il buon vantaggio guadagnato domenica non significa più di tanto ed esempi più celebri di noi dimostrano che occorrerà tenere la guardia alta. La squadra del presidente Cammilli non ha più niente da perdere, né niente da gestire e quindi giocherà il tutto per tutto cercando di far valere ambiente, fisico ed episodi; quelli che all’andata ci hanno dato una spinta in più. L’Arezzo ci arriva in formazione rimaneggiata e con nelle gambe due gare tirate in quattro giorni. Mancheranno Buglio e Basit, Serrotti gioca ma non è al meglio, Brunori ha anche lui problemi di tenuta. In partenza andremo in campo con Foglia play basso e uno tra Remedi e Benucci ad affiancare il “Serro”. Dietro le punte conferma per Belloni sperando che sia la volta in cui da ordinato geometra si inventi qualche geniale architettura. Accanto al bomber, probabile che stavolta tocchi a Cutolo in partenza anche perché, come ha sottolineato Dal Canto alla vigilia, questa è una partita da “grandi”. L’andamento del match consiglierà poi gli accorgimenti in corso d’opera.

Per una volta il mister non ha escluso modifiche tattiche (immagino il possibile ricorso ad un 3-5-2 che stringa ulteriormente gli spazi), ma giustamente l’Arezzo non deve mai snaturarsi. I nostri avversari devono cercare di fare gol e di farlo presto, noi dobbiamo stare sul pezzo e cercare di sfruttare gli spazi che può concedere una difesa che non è parsa irreprensibile. Una rete  potrebbe segnare definitivamente il destino del confronto.  A Viterbo hanno sicuramente meno problemi di formazione ed anche di stanchezza, conoscono bene il gibboso terreno di casa e gli organi di stampa e della tifoseria hanno chiamato a raccolta la gente di fede gialloblu per tentare la “remuntada”.  E’ un terreno che non ha molti spazi tra tribune e campo e quindi la pressione sarà forte, ma i mille guidati dal generale La Cava saranno lì a combattere insieme ai ragazzi amaranto sul terreno di gioco. Crediamoci più forte di sempre.

Tags: S.S. Arezzo

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.