Arezzo monotematico, resta solo da difendere la terza piazza

. Inserito in Visto dalla curva

La speranza di vedere una buona partita di pallone è rimasta nel limbo delle buone intenzioni. San Donato e Arezzo, a dispetto rispettivamente della posizione apicale in classifica e di una rosa a tutt’oggi considerata la migliore della categoria, hanno dato vita ad una partita brutta, spezzettata, senza una trama di gioco continua da nessuna delle due parti.

Di spumeggiante c’è stato solo il risultato, propiziato da sbadataggini assortite delle due difese. L’Arezzo è partita con il doppio play (Pisanu e Pizzutelli) per cercare di far valere possesso palla e lancio lungo secondo lo schema unico che sta contraddistinguendo la squadra in queste ultime uscite, ovvero il “palla a Calderini ”. A confermarlo sono i numeri, come sempre impietosi nella loro cinica verità. La squadra amaranto ha segnato due gol e avuto altre tre occasioni. Andiamo a vedere chi le ha confezionate. 6° minuto: scatto di Calderini che fa fuori avversario e portiere e gol. Minuto 15: Calderini fa fuori un paio di avversari e crossa per Lazzerini che tira centrale. Minuto 33: Marchi lancia Calderini che se ne va verso il gol, ma il guardalinee lo ferma con decisione segnalando un fuorigioco che varrebbe la pena approfondire. Secondo tempo, 11° minuto: c’è uno con la maglia amaranto numero 18 che fa fuori mezzo reparto sinistro del San Donato e scodella al centro dove, complice anche la consueta approssimazione della difesa di casa, Persano insacca il provvisorio pareggio. Quello con la maglia numero 18, a scanso di equivoci, si chiama Elio Calderini. Passano nove minuti e di nuovo lui guadagna una punizione poco fuori area, con la quale Pizzutelli impegna il portiere avversario. Ancora nel finale, quando Mariotti ha provato il tutto per tutto, facendo stare in campo contemporaneamente Cutolo, Persano, Doratiotto e Calderini, è stato lui a chiamare ad una parata bassa il buon Cardelli dalla maglia rosa shocking. Il resto del reparto offensivo: non pervenuto. E durante tutta la partita giro palla incerto e spesso affidato ai lanci lunghi, con Persano pressoché sistematicamente anticipato e il citato attaccante di Città di Castello chiamato ogni volta ad inventarsi qualcosa. Non un'azione manovrata degna di questo nome, inserimenti dei centrocampisti quasi nulli, difesa, come spesso accade, impreparata e/o disattenta. Intendiamoci, non è che la capolista abbia brillato. Senza Marzierli a fare da perno del gioco offensivo, i ragazzi di Indiani hanno fatto una discreta confusione, sbagliando spesso la misura dei passaggi . Alla fine ha deciso l’esito della partita la maggior velocità nel chiudere qualche giocata e un goccio di buona sorte (il gol del 2-1 di Zini è stato un caso fortuito ed irripetibile) . Il risultato sentenzia la delimitazione della lotta per il primato ai soli San Donato Tavarnelle (63) e Poggibonsi (61). Per noi (48), obiettivo terza piazza, a caccia di un amletico ripescaggio e facendo attenzione al ritorno del Badesse (44), della Pianese (43) e dello Sporting Club Trestina (43). Rispetto ai proclami della vigilia (ricordo: “obiettivo primo posto senza se e senza ma”), un altro campionato deludente che si voleva riscattare in questo finale con un moto d’orgoglio nelle partite di cartello; faccenda difficile se sei monotematico in chiave tattica e di passo lento in chiave dinamica. Domenica il Poggibonsi per difendere almeno l’onore.

Tags: S.S. Arezzo San Donato Tavarnelle

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.