Lega Pro, chiudiamola qui. La vita conta più di un campionato

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Sarà necessario un forte aiuto da parte delle istituzioni sportive e statali per evitare che la tragedia umana che stiamo vivendo si traduca in estate in una tragedia sportiva, con la fine di tanti club

Facciamo come il rugby? Forse sì e alla fine sarebbe la cosa più giusta. Si è tenuta la prevista assemblea dei 60 club di serie C e praticamente tutte le società hanno espresso la volontà di chiudere qui la stagione perché oggettivamente non esistono in questo momento (e nemmeno a breve, medio termine)  le condizioni per tornare a giocare in sicurezza e serenità. Pensiamo ad esempio alla Pergolettese, il cui presidente ha perso persone care... con quale stato d’animo la squadra  potrebbe riprendere a giocare? E le formazioni lombarde, strette nel focolaio della pandemia e circondate da lutti e dolore? La decisione definitiva spetterà alla FIGC, ma il mandato al presidente Ghirelli è stato chiaro sia nella direzione della sospensione della stagione che in quella di rappresentare le necessità e le esigenze urgenti per mantenere in vita le società di Lega Pro. Sarà il massimo ente calcistico nazionale a dire l’ultima parola, ma l’intenzione emersa appare chiara. Fine dei giochi e cerchiamo di ripartire ad agosto. Resta da decidere se la classifica sarà considerata valida al momento dello stop, con relative promozioni e retrocessioni, oppure se (come forse sarebbe più giusto) si considererà l’annata persa e la prossima stagione si riparte daccapo. Evidentemente quest’ultima scelta penalizzerebbe club come Monza e Reggina, da tempo largamente in testa nei rispettivi gironi, ma non mi pare che la situazione del paese in questo momento sia tale da consigliare di discutere di promozioni e retrocessioni. Tutto il mondo sta facendo un passo indietro e la vita conta più di un campionato vinto. Più delicato l’aspetto legato alle remunerazioni dei calciatori. I club hanno chiesto di poter accedere alla cassa integrazione in deroga, oppure hanno avanzato la proposta ai tesserati di rinunciare a parte degli emolumenti che, a questi livelli, non sono nemmeno avvicinabili a quelli delle serie maggiori. Quando Tommasi dice che in C con lo stipendio ci si pagano vitto e alloggio non va molto lontano dal vero. Purtroppo la situazione economica delle aziende sportive era critica anche prima del Covid-19 ed ora diventa delicatissima. Quel che appare evidente, considerato il rapporto costi/ricavi della categoria, è che sarà necessario un forte aiuto da parte delle istituzioni sportive e statali per evitare che la tragedia umana che stiamo vivendo si traduca in estate in una tragedia sportiva, con la fine di tanti club.

Tags: S.S. Arezzo Serie C Lega Pro

Paolo Galletti

Paolo Galletti

Laurea in scienze politiche, da quando ha memoria ricorda solo il colore amaranto incitato sugli spalti di mezza Italia. Visceralmente legato alla maglia ed alla città si augura prima o poi di vedere accadere il miracolo sportivo che ancora non è mai avvenuto.