Giornata del Turismo, l’impegno delle cooperative toscane contro lo spopolamento dei piccoli borghi
Donati, presidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport Toscana: “Importante far emergere un modello di turismo che proponga esperienze capaci di valorizzare le identità locali, lontano dalle vie dell’overtourism”
Dalle città d’arte ai piccoli paesi collinari e montani, con una particolare attenzione a quelle aree che, pur ricche di bellezza e storia, rischiano lo spopolamento. E’ l’impegno quotidiano delle 90 cooperative associate a Confcooperative Toscana che lavorano nel settore del turismo, di cui oggi 27 settembre si celebra la giornata mondiale.
Tra le loro attività non ci sono infatti soltanto quelle “classiche” come l’ospitalità alberghiera ed extra-alberghiera, la ristorazione, i trasporti, i tour operator, comprese le agenzie di viaggi scolastici. Le cooperative di Confcooperative Toscana svolgono anche un ruolo di primo piano nella gestione di aree protette, parchi naturali, musei e offrono attività di guida turistica in tutte le province della Toscana. In questo panorama si inseriscono anche le cooperative di comunità, una realtà fondamentale per il rilancio delle aree interne e dei borghi meno conosciuti.
“Le nostre cooperative sono presenti in tutte le province della Toscana – dice Valentina Donati, presidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport Toscana – e non offrono soltanto servizi turistici in senso stretto, ma contribuiscono a valorizzare i territori meno conosciuti, come borghi e aree interne spesso distanti dai flussi turistici tradizionali. Questi luoghi, pur caratterizzati da una bellezza straordinaria, rischiano l’abbandono. È proprio qui che le cooperative agiscono, creando opportunità lavorative e favorendo l’inclusività. In questo modo, manteniamo attivi i servizi essenziali, garantendo alle persone la possibilità di vivere e prosperare in queste comunità spesso dimenticate”.
“La nostra mission – continua Donati - è quella di far emergere un modello di turismo che si distacchi dalle logiche dell’overtourism e che proponga esperienze capaci di valorizzare le identità locali, attraverso un turismo che si fa interprete delle necessità delle comunità stesse. In un’epoca in cui i grandi centri turistici attraggono milioni di visitatori, è fondamentale riportare l’attenzione su quelle zone che rischiano di essere dimenticate e che invece rappresentano il cuore pulsante della Toscana”.
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