Caro Gianni, eri la speranza vivente che esiste un mondo migliore

. Inserito in Sport

Ci sono notizie che non vorresti mai leggere, che provocano tristezza e un senso di vuoto: questa mattina è morto Gianni Mura, giornalista e scrittore, storica firma di Repubblica.

Mura era un fuoriclasse del giornalismo, una spanna abbondante sopra i suoi colleghi. Uno dei pochi che ha saputo raccontare lo sport con intelligenza, grande sensibilità e senso dell’ironia; il tutto unito ad uno stile unico. Era appassionato di letteratura e della buona tavola. Ricordo la prima volta che ebbi la fortuna di conoscerlo, nel 2003 insieme ad Andrea Scanzi a Bagno di Romagna. Mura era nella Giuria e assegnò ad Andrea il premio Sporterme come miglior giornalista under 30. Ne seguì una cena. A tavola c’erano, tra i tanti, anche Bruno Pizzul e Giovanni Galeone. Io ad un certo punto alzai bandiera bianca, salutai tutti e feci ritorno a casa, Andrea restò lì e il giorno seguente al telefono mi disse che il vino era continuato a scorrere a fiumi anche dopo la mia partenza: ovviamente Bruno Pizzul aveva vinto in gran scioltezza. La domenica la sua rubrica su Repubblica “Sette giorni di cattivi pensieri” era imperdibile, un concentrato di riflessioni sul mondo dello sport e sulle sue contraddizioni, era imperdibile, un vero piacere leggerlo, pura poesia. Mura ha fatto parte di un gruppo ristretto di giornalisti sportivi che sono riusciti a non essere mai banali, mai retorici, mai ripetitivi. Se mi sono innamorato di questa professione lo devo a lui, a Gianni Brera, a Beppe Viola, a Sandro Ciotti e a Gianni Minà, persone con un grande bagaglio culturale. Custodisco gelosamente il suo libro “La fiamma rossa” che mi autografò alcuni anni fa, il racconto dei suoi tanti anni passati in Francia come inviato al Tour de France. Poco fa ho riaperto quel libro e mi sono commosso leggendo la dedica: “a Massimo, queste pagine che sanno di fatica e di Francia”. Parlando gli avevo detto che come lui amavo la Francia e i suoi splendidi scenari. L’ultima volta che ci siamo incontrati è stato nel 2017 a Roma, al Circolo Canottieri Aniene, dove gli venne consegnato un premio alla carriera. È una gravissima perdita, però resta tutto quello che di grande è riuscito a dare in 74 anni di vita. Caro Gianni eri la speranza vivente che esiste un mondo migliore di questo: un mondo composto da esseri umani che adorano leggere, scrivere, citare poesie, commuoversi; persone che amano la buona cucina e il buon vino rigorosamente slow food. Che la terra ti sia lieve maestro...

Tags: Gianni Mura

Massimo Gianni

Massimo Gianni

giornalista iscritto all’Ordine dal 1988, collabora con testate giornalistiche televisive e radiofoniche.