Alle bici non resta che mettere le ali

. Inserito in Si Salvi chi può

Mancava solo Via Petrarca: a completare il rifacimento degli assi ottocenteschi.
Ma anche la via intitolata al Sommo Poeta si sta già preparando, con l’inizio dei lavori di asfaltatura del manto stradale, a inaugurare il suo vestito nuovo.

Cucito, come l’ultimo braccio di via Guido Monaco dalla piazza alla stazione, su misura per le auto: neanche un pezzettino di stoffa è rimasto per le bici.
Niente pista ciclabile per via Guido Monaco, niente pista ciclabile per via Petrarca.
Anche questa prevista nel progetto coofinanziato dalla Regione con 510 mila euro degli 850 mila del costo complessivo di restauro dell’ultimo braccio ottocentesco.

Uno degli interventi coofinanziati dalla Regione nel piano di rigenerazione del tessuto urbano, contrasto al degrado e trasformazione del patrimonio urbano esistente limitando il consumo di suolo.
E infatti il consumo del suolo è stato limitato con la cancellazione della pista ciclabile prevista anche per dare continuità a quella che parte dal polo scolastico di Via Leone Leoni per permettere agli studenti di andare a scuola anche in bici.
Se vorranno farlo, dovranno fare come tutti i ciclisti, pedalare in mezzo al traffico di Via Petrarca.

Inutile dire che la Fiab ,la Federazione amatori della Bici, non l’ha presa bene: l’ha fatto capire più di una volta, ma sembra che lo farà capire meglio il giorno dell’inaugurazione dell’asfaltatura.
All’apparenza è per lo meno singolare che la Fiab di Arezzo abbia una forte rappresentanza anche a livello nazionale, e allo stesso tempo veda diminuire gli utenti della bici in città, come ha rilevato nell’ultimo censimento delle due ruote sulle strade aretine.
Singolare, ma solo all’apparenza: non è colpa della Fiab e neanche di chi preferisce lasciare la bici in cantina se per usarla deve pedalare in mezzo al traffico di una città che ha dichiarato guerra alle piste ciclabili.

 

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Romano Salvi

Romano Salvi