Le osservazioni della federazione amici della bici al Pums, il piano della mobilità sostenibile: “Sembra un piano del traffico”

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La Fiab di Arezzo, federazione amici della bici,  lo aveva invocato da anni: quando un mese fa finalmente la Giunta Ghinelli, come aveva anticipato  Arezzo 24, ha adottato il pums, il piano della Mobilità sostenibile. Fabrizio Montaini che della Fiab di Arezzo è il presidente, da Arezzo 24 intervistato, ad una prima lettura lo aveva trovato soddisfacente.

Aveva però fatto capire che la Fiab non si sarebbe sottratta dal presentare le sue osservazioni . E’ da poco scaduto il termine di un mese per presentare le osservazioni prima che il pums torni in Giunta per l’approvazione che precede il via libera del consiglio comunale, e la Fiab il 7 settembre  ha in effetti presentato le sue.

Intanto apprezza l’impegno di una amministrazione  che, pur non essendo dal 2017 obbligata, ha promosso l’adozione del Pums. Poi pero’  la Fiab, a cominciare dal suo presidente Fabrizio Montaini , evidentemente non di tutto si è dimostrata soddisfatta.

“Il Pums che la Giunta Comunale presenta,  non tiene conto del ruolo fondamentale della  partecipazione della cittadinanza e dei portatori di interesse”. La Fiab afferma anche che momenti essenziali per una associazione  portatrice di interessi ineludibili in un pums, come appunto l’avvio di un percorso partecipato, la definizione degli obiettivi, la valutazione ambientale strategica sono stati “completamente inevasi”.


Entrando più nello specifico sul traffico e la sosta la Fiab ricorda che nel piano così come è stato adottato si afferma che Arezzo è uno dei comuni della Toscana a più alto tasso di motorizzazione: “Ma allora se l’obiettivo dichiarato del Pums è quello di arrivare in tempi medi ad una mobilità molto più sostenibile e sempre in tempi brevi l’obiettivo è di favorire la mobilità pedonale, perché dagli stessi dati pubblicati nel Pums si deduce  che sostanzialmente da qui a dieci anni  nulla cambia”? Nelle osservazioni  di una federazione “amica della bici”, non poteva mancare, anzi le si dà molto spazio, la questione delle piste ciclabili.

“Non pensiamo - afferma la Fiab – che tutti debbano andare in bicicletta, ma in tempi medi per la mobilità aretina il termine sostenibile potrebbe non essere più un termine vago. Certo è che  nelle nuove progettazioni di interconnessioni a raso si è prestata poca attenzione agli adeguamenti o alle soluzioni  per permettere una adeguata mobilità ciclistica”. Estrema attenzione la Fiab pone sulla necessità di un secondo ponte sull’Arno  a monte di Ponte Buriano: “La soluzione prevista dal nostro socio Giovanni Cardinali, ex ingegnere capo della Provincia- dice la Fiab -è di tipo integrato, poiché una parte  rinnovata della regionale 71, di tipo rilevato,è anche argine sinistro della Cassa di espansione di Quarata. Una soluzione  che potrebbe destinare Ponte Buriano a pista ciclabile sulla prevista ciclovia regionale dell’Arno”. Le ultime sette pagine del documento che contiene le osservazioni della federazione amici della bici sono dedicate al Biciplan, il piano della mobilità appunto con la bici.  

“Gli itinerari presentati nel Biciplan – dice ancora la Fiab- sono all’80 per cento quelli esistenti con soluzioni di continuità attese da anni ma previste in alcuni casi entro 5 anni, in altri entro dieci. E per di più sono errate, come il lungo  e incomprensibile  giro che si dovrebbe fare per raggiungere il tribunale dal centro”.  A proposito di  continuità tra le piste ciclabili, nelle osservazioni della Fiab non ci solo critiche: “Eccellente – ammette – il collegamento già realizzato con il sentiero della Bonifica, purchè ci si occupi della manutenzione visto il grave degrado della pista in via Calamandrei. Dalla periferia si torna in centro: per la Fiab i centri storici dovrebbero essere tutti “zone trenta”: ad Arezzo in venti minuti si va da un capo all’altro della città. “Ma – questa è  la proposta del Biciplan della Fiab – si allarghino le zone 30 almeno a tutte le aree attorno alle scuole. Anche se non è da condividere  il principio  che nelle zone 30 non si prevedano piste.

Deprecabile è il fatto che sia stata tolta la pista ciclabile dal progetto iniziale in via Petrarca segnalata per di più come zona trenta da un cartellino quasi invisibile. Infine gli investimenti sulla mobilità: “Nel piano 2020 delle opere pubbliche - ricorda la Fiab – si parla di circa 24 milioni per le infrastrutture dedicate alla mobilità motorizzata. Dieci volte di più di quanto è previsto in 10 anni per gli interventi del Biciplan, E’ chiaro che questo Pums, più che un piano della mobilità sostenibile, è un piano del traffico”.

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Romano Salvi

Romano Salvi