Ponte di Pratantico: così i viadotti si costruivano più di 80 anni fa e così si mantengono - Video

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Le immagini dell'istituto Luce dell'inaugurazione del Ponte di Pratantico, lungo 300 metri e progettato dall'Ingegner Giuseppe Donato Paoli, nominato cavaliere della Repubblica per il valore  delle sue opere

La Provincia di Arezzo non avrà da mantenere una rete stradale come Autostrade, ma di costruzione e manutenzione di strade, ponti e viadotti ha una tradizione ed una esperienza poco meno secolare.

Nella sua storia, due suoi ingegneri capo sono stati nominati cavalieri della Repubblica: l’ultimo è stato l’ingegner  Giovanni Cardinali, nominato nel 1996 dal presidente della Repubblica Scalfaro  per meriti nel  campo della protezione civile, per la capacità di organizzare soccorsi alle popolazioni terremotate, pari a quella dimostrata per anni alla direzione dell’ufficio provinciale della viabilità.
Il primo  fu Giuseppe Donato Paoli, nominato cavaliere della Repubblica per il valore  delle sue opere, il suo capolavoro fu il progetto e la costruzione del Ponte viadotto di Pratantico inaugurato nel  1932.

 

Il viadotto più imponente nell’unico tratto stradale che per 32 anni collegava Arezzo con Firenze prima dell’agosto 1964 quando fu aperto il tratto dell’Autosole tra il casello Valdarno ed Arezzo. 
Il ponte non  sarà più strategico per i collegamenti tra Arezzo e Firenze, ma , in considerazione del moltiplicarsi dei flussi di traffico, deve ancora oggi sopportare, e lo fa in tutta sicurezza,  un carico non meno pesante: del resto il progettista e costruttore, ingegner Paoli, applicò – lo ricorda ancora Cardinali –  tre principi: doveva essere “durabile”, con arcata modellata in funzione dell’impatto delle piene, doveva essere comodo e anche bello, disegnato in modo da esaltarne la monumentalità, un segno di arte nel territorio: “Può essere considerato – afferma sempre Cardinali – un’opera dell’ingegno italiano”.

Tale devono averlo considerato non solo i rappresentanti del regime presenti all’inaugurazione, ma anche professori e studenti del Politecnico di Milano che al ponte fecero molte visite.
Tanto essere pubblicizzato al cinema con servizi dell’Istituto Luce.
In realtà il ponte, che costò quattro milioni e 230mila lire, ovviamente del tempo, si estende su trecento metri con una volta di 40 metri sopra il canale della Chiana, una di 24 metri sopra un canale di irrigazione, dodici volte di undici metri ciascuna.

Quanto sia “durevole” se ne è avuta una prova dieci anni fa  quando fu ritrovata accanto ad un pilone, una bomba da mille libbre inesplosa, lanciata nell’ultima guerra da un aereo americano.
Ma durevole e bello lo è anche perché negli anni è stato oggetto di manutenzione.
Nel 2002- afferma Cardinali allora ingegnere capo della Provincia – fu impostato un progetto  conservativo con il ripristino delle superfici esistenti attraverso materiali specifici e l’integrazione  degli elementi danneggiati attraverso elementi identici a quelli originali.
E in quell’occasione emerse  che la tecnologia del ponte, tenuto conto del tempo, era molto evoluta.
Insomma le opere dell’ingegnere capo Paoli tengono ancora, nessuno pensa a demolirle come quelle del progettista del ponte della tragedia di Genova.
Dove è tutto da dimostrare che siano state fatte opere di manutenzione come quelle del 2002 sul ponte viadotto di Pratantico.

Tags: Ponte di Pratantico Giovanni Cardinali Giuseppe Donato Paoli

Romano Salvi

Romano Salvi