Il cuore di Bibbiena: 38 defibrillatori nel territorio Ar24Tv
Il progetto “Il cuore di Bibbiena”, iniziato qualche anno grazie al supporto delle Misericordie locali e della centrale operativa 118 e del Comune di Bibbiena, è arrivato a un risultato sorprendente: 38 defibrillatori semi automatici installati in scuole, gli impianti sportivi, vetture della polizia municipale, uffici comunali, frazioni del territorio e luoghi sensibili.
Ieri è stato inaugurato il 38esimo dispositivo presso la struttura del Centro Sociale di Bibbiena Stazione donato da Giovannini Metalli e Cresci e Ciabatti.
La cosa straordinaria del progetto che, grazie alla Misericordie, sono state formate all’utilizzo dei dispositivi centinaia di volontari. I corsi che hanno una durata di circa 5 ore, sono effettuati da personale qualificato delle Misericordie e hanno formato all’utilizzo di questi apparecchi salvavita tantissimi volontari che operano all’interno di tutte le circa 80 associazioni del territorio di Bibbiena.
I DAE sono fondamentali per dare possibilità di sopravvivenza senza esiti infausti a molte persone che ogni hanno vengono colte da arresto cardio-respiratorio improvviso sul territorio. L’importanza del progetto sta proprio in questo aspetto: ossia la possibilità non solo di fornire tanti ambienti del defibrillatore, ma anche di abilitarne all’uso il personale operante nelle strutture stesse dopo un corso di formazione per il corretto utilizzo di detta strumentazione.
L’ultimo defibrillatore installato sul territorio è stato quello donato da Katia e Fabio, i genitori di Gabriele Lusini installato sulla ciclopista dell’Archiano in prossimità del luogo della tragedia.
Sabino Policastro, il nuovo Presidente del Centro Sociale di Bibbiena Stazione ha commentato: “Una giornata di festa con la quale rendiamo questo luogo di socialità ancora più sicuro. L’impegno dei soci, del comune e di tanti imprenditori, ci ha aiutato nel tempo a restituire la bellezza in questo luogo che ogni giorno ospita tante persone e tanti anziani del territorio e che in epoca pandemica, ha ospitata anche il centro vaccinale del Casentino”.