Misericordia di Arezzo dalla Terra alla Luna: 360 mila chilometri percorsi per 19 mila missioni

. Inserito in Sanità

Le tante attività e iniziative portate a compimento dalla Misericordia di Arezzo. Il ventaglio delle più importanti linee di indirizzo per i programmi a venire. Sempre in favore di tutta la cittadinanza.

«L’appuntamento di oggi è una tappa che corrisponde all’incirca alla metà del periodo di mandato che ci è stato affidato ed è nostra volontà quella di tracciare un bilancio delle attività svolte finora, insieme a un prospetto di quelle che intenderemo fare.» Così ha esordito il prof. Pier Luigi Rossi, Governatore della Misericordia di Arezzo, presentando la conferenza stampa di fine anno della Confraternita, tenutasi presso la sua sede di via Garibaldi.

La relazione è stata poi esposta a più voci dai vari responsabili non tanto e non solo quale elenco delle molte cose portate a compimento ma come informazione e riconoscimento interno nei confronti di coloro che hanno collaborato affinché si realizzassero, così da poterli adeguatamente ringraziare. Una relazione svoltasi oltretutto con la prestigiosa presenza del Presidente nazionale della Confederazione delle Misericordie d’Italia, Domenico Giani, che ha potuto conoscere e seguire ogni singolo passaggio dell’incontro.

Più di quattromila soci, con una ventina di dipendenti, per un totale di oltre 360mila chilometri percorsi in più di 19mila missioni soltanto nell’ultimo anno dall’insieme dei nostri automezzi – la cifra in chilometri sfiora quella della distanza media tra la Terra e la Luna-n.d.r. – costituiscono dati che già da soli tratteggiano il profilo di questa organizzazione associativa che vanta natali risalenti al 1.315.

Leonardo Giannetti, rettore-Responsabile automezzi e Protezione Civile, ha portato a conoscenza di tutti svariati dettagli del proprio settore di pertinenza. Ricordandone non tanto la quantità delle prestazioni svolte bensì la qualità, come testimoniato dal recente coinvolgimento profuso anche nei teatri alluvionali, che hanno visto all’opera alcuni di quei mezzi speciali in dotazione alla nostra Misericordia, di cui si ricorda non soltanto l’impiego in circostanze reali ma anche quello assiduo in esercitazioni-simulazioni per l’impegno continuo che mettiamo nel mantenerli sempre in ottimale efficienza, pronti all’uso in ogni momento. E giova ricordare anche che è il dr. Marco Feri in persona che cura – quale rettore Responsabile sanitario – gli allestimenti, le apparecchiature e i presidi di bordo delle ambulanze connessi agli aspetti medicali del soccorso.

Sara Duchi, rettore-Comandante della Compagnia Attiva, è entrata nel merito di un altro profilo di eccellenza, parlando dei circa cento Volontari complessivamente attivi. È stata questa l’occasione per sottolineare la partecipazione della Misericordia di Arezzo anche alle varie “emergenze sociali” che si aggiungono ai turni per la consueta copertura dell’emergenza sanitaria territoriale, e sono i trasporti sociali di anziani, disabili, infermi e ammalati; le attività di vigilanza e assistenza a eventi pubblici, inclusi quelli fieristici e sportivi; operazioni come la distribuzione di generi di prima necessità inerenti il Banco Alimentare; la lotta alle ludopatie e all’alcolismo; l’antiusura; la clown terapia portata avanti dai volontari specialisti della Valigia dei Sorrisi, il gruppo di clown dottori della Misericordia di Arezzo; in più anche la sensibilizzazione al Volontariato come valore sociale, secondo i criteri formativi di una “cittadinanza attiva” in quanto anzitutto più consapevole e solidale, progettualità questa portata avanti in particolare negli Istituti scolastici superiori, nei gruppi Scout e nelle Parrocchie.

L’Avvocato Lorenzo Lorenzoni, vicegovernatore e rettore responsabile per la Formazione, ha rimarcato come l’attuale Magistrato abbia posto al centro dell’attenzione questo settore per l’importanza che riveste, dato che «ormai non è più possibile improvvisarsi (soccorritori), occorrono sempre più professionalità e competenza». Così ogni volontario della Misericordia di Arezzo, prima di poter compiere determinati servizi come il soccorso, deve sottoporsi a corsi di formazione appositi, per i quali il nostro «ringraziamento va in particolare al gruppo dei formatori, che ha erogato qualcosa come 1.450 ore di formazione», dato quest’ultimo aggiornato al 30 novembre scorso. Sono stati tenuti corsi di livello base, avanzato, di retraining per i già soccorritori e di defibrillazione PAD (quest’ultimi anche alla popolazione, a gruppi di richiedenti privati ecc). Migliaia di ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado sono stati incontrati mediante il progetto ASSO (A Scuola di SOccorso). Sono stati svolti con sistematicità molti stage per la disostruzione delle vie aeree e la sicurezza in ambito pediatrico.

Il rettore-Provveditore Daniele Lapini ha riferito in merito alla sua pertinenza sui Dipendenti, essenziali per l’associazione – anche a seguito dell’iscrizione della Confraternita nel registro degli Enti del Terzo Settore – e per i quali proprio di recente la Confraternita ha espresso il proprio riconoscimento dell’impegno e della professionalità che profondono nel loro lavoro con un aumento di importo della mensilità, “ancorché non elevatissimo” ma comunque significativo, in attesa del rinnovo del Contratto di lavoro nazionale delle Misericordie. «Uno sforzo di non poco conto che abbiamo potuto sostenere a fronte di una solidità patrimoniale raggiunta dalla Confraternita anche grazie all’acquisizione dello stabile a uso socio-sanitario di Via Tarlati così come di altre importanti donazioni…».

Presentato dal Governatore come la persona cui si deve molto per la sua continua, assidua e giornaliera presenza in Misericordia, tale da costituire un riferimento per tutti, il rettore-Segretario generale Giuliano Sili ha comunque rimarcato con entusiasmo sia la positività globale del bilancio 2023 sia la validità del rapporto stabilitosi con dipendenti e volontari. Fattori che lasciano ben sperare per tutti i prossimi impegni programmatici.

Il passaggio progressivo ma sempre più marcato nella Misericordia di Arezzo dal “volontariato di prestazione” – i mille chilometri al giorno di trasporto pazienti – al “volontariato di relazione”, ossia dell’assistenza di prossimità, di vicinanza alle persone, è stato richiamato dal Governatore con la presentazione del rettore Lorenzo Cosi, responsabile del progetto SOStegno, che si concretizza nella distribuzione sistematica di pacchi di nutrimenti e generi di prima necessità del Banco Alimentare a famiglie bisognose, associazioni onlus ecc, prevalentemente – ma non solo – in collaborazione con l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Arezzo.

È stata poi la volta del rettore-Presidente del Gruppo FRATRES Donatori sangue interno alla Misericordia di Arezzo, Enzo Gialli, che non solo ha ricordato le tappe fondative del gruppo in seno alla Misericordia di Arezzo ma ha anche sottolineato il recente rilancio di collaborazione reciproca all’immagine, che ha visto – per esempio – i Fratres partecipare ad alcuni degli incontri di sensibilizzazione al volontariato insieme agli operatori della Misericordia e ha già portato al risultato tangibile di un considerevole aumento delle donazioni, specie tra giovani. Un dato che regala profonda soddisfazione, pur se di sangue ed emocomponenti – giova ricordare anche questo – c’è sempre un gran bisogno.

Il Governatore ha infine parlato di futuro e di programmi. La sede resterà l’attuale, nello storico edificio che l’ha contenuta fino ad ora e che ancora la contiene. La Chiesa attigua, detta perciò “della Misericordia” ma chiamata in realtà della SS. Trinità, presenta al suo interno il più bel barocco della Provincia. E contiene l’ultima opera di Giorgio Vasari, che la dipinse nel 1573, solo l’anno prima di morire. E il 2024 ormai imminente segnerà proprio il 450° dalla scomparsa dell’artista, così da chiamarsi “anno Vasariano”, durante il quale ci saranno le connesse celebrazioni. Ebbene, tale dipinto che si trova nella chiesa della Misericordia – all’epoca ospitante la Compagnia della SS. Trinità che l’aveva commissionato – ebbe un complementare, parte oggi mancante. Ma non dispersa: si trova infatti al Museo Medioevale di Arezzo. Ci sono in corso contatti con la direzione del Museo per ottenere la concessione dell’opera mancante, in modo da poter esporre ricongiunti entrambi i dipinti…presso la nostra chiesa, durante l’intero anno Vasariano.

L’obbiettivo è anche quello di far “adottare” la chiesa – che è di tutti gli aretini – alla città di Arezzo, dato che dovremo andare incontro a un radicale restauro del luogo di culto (resosi necessario per le lesioni strutturali conseguenti a vicini lavori sotterranei). Il restauro sarà così preceduto da una rinnovata illuminazione che la renderà accogliente e viva. Un luogo conosciuto dai più per l’oscurità associata alle esequie dei defunti dovrà ospitare anche simbolicamente la luce della vita e della speranza. Dopotutto, nessun’altra associazione ha una chiesa secolare come questa!

I locali dello stabile in Via Tarlati, che la Misericordia di Arezzo ha ereditato dalla fondazione Andreoni, hanno la loro più naturale destinazione d’uso quale “casa” per anziani autosufficienti, nonché di struttura sanitaria, il che coprirà anche una sostanziale assenza di altre strutture sanitarie nella zona nord della città, secondo una naturale collaborazione e condivisione di intenti con l’ASL e il Comune.

Stiamo infine valutando una più idonea collocazione del comparto ambulanze, anche a motivo del fatto che qui nella loro attuale area di parcheggio dovranno iniziare dei lavori nei prossimi mesi. Perciò troveremo in accordo con il Comune un’allocazione intermedia, mentre stiamo già considerando – sempre insieme al Comune – di strutturare un’area di stazionamento e operatività delle ambulanze presso un terreno di proprietà della Misericordia di Arezzo situato in zona Pescaiola.

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Romano Barluzzi

Romano Barluzzi

Highlander dalle molte vite, tra cui ne spiccano due - da tecnico sociosanitario e da istruttore subacqueo - coltivo con inguaribile curiosità la passione per i mestieri più a rischio d'estinguersi, perciò mi ostino a fare il giornalista.