Euvitase, alla scoperta di un ritrovato nato in terra d'Arezzo

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Ogni sostanza con spiccate e comprovate proprietà benefiche, protettive, di sostegno o perfino curative ha una storia a sé. Ma questa è la storia di un’autentica eccellenza in terra d’Arezzo: si tratta dell’integratore nutraceutico Euvitase, messo a punto dalla InnBioTec-pharma, giovanissima e dinamica azienda di settore, appunto di Arezzo.

(Dove per “nutraceutico” s’intende un nutrimento-principio attivo dai concreti effetti positivi per la salute ma di derivazione naturale anziché di sintesi chimica-n.d.r.).

La InnBioTec ha già al suo attivo una trentina di composti e i molti corrispondenti brevetti, a testimonianza dell’eccellenza qualitativa raggiunta in pochissimi anni – viene infatti fondata nel 2015 – e ispirata sempre dalla determinazione strategica di sottoporre le sostanze nutraceutiche via via individuate ad alcune fasi di test sperimentali (anche clinici) che di per sé non sarebbero richiesti dalla normativa vigente, non trattandosi di “farmaci” propriamente intesi.

Insomma, InnBioTec studia queste sostanze e ne testa l’efficacia senza le facili scorciatoie peraltro consentite, bensì con un approccio scientifico rigoroso, non meno accurato – sebbene diverso – da quello in uso per un “farmaco” vero e proprio.

Ed è questo il caso – emblematico – dell’Euvitase: è stato reso disponibile in commercio soltanto dopo che gli studi preliminari suddetti ne hanno mostrato l’efficacia. Tra tali studi anche un trial clinico su venti pazienti – affetti da Alzheimer! – di ciascuno dei quali si sono rilevate le risposte secondo ben quattordici indicatori differenti. Come dire che al numero non elevato di pazienti del gruppo è stato applicato il compenso di un rilevamento a spettro molto ampio.

I risultati dello studio – reso pubblico sia in inglese sia in italiano – hanno evidenziato in tutti e venti i pazienti e per ciascuno dei quattordici indici di rilevamento introdotti, miglioramenti sempre significativi: un successo al di là di qualsiasi più rosea aspettativa. (E, cosa non meno importante, senza alcun effetto collaterale indesiderato…).

Ma su cosa può basare un’efficacia così marcata l’Euvitase? Per capirlo bisogna andare ai suoi principali componenti, il primo dei quali è il Glutatione (GSH). Questa sostanza, in sé peraltro già nota, è di fondamentale importanza per l’organismo, specialmente quale antiossidante: si tratta di una piccola molecola proteica composta da tre aminoacidi – glutammato, cisteina e glicina – più abbondante del glucosio. Tanto che – non a caso – in tutti gli stati di malattia degenerativa del SNC Sistema Nervoso Centrale, come appunto l’Alzheimer, risulta assai scarsa. Ma somministrarla dall’esterno in modo da ripristinarne i livelli necessari nel corpo umano non funziona, perché il Glutatione introdotto per via alimentare è in forma chimica ridotta, che viene inattivata dagli enzimi digestivi e non si rende disponibile all’assorbimento per raggiungere le strutture cellulari viventi.

Ci sono due possibili strade per ovviare al problema: una è quella di formare dal GSH dei tioesteri (composti organici solforati) con acidi grassi a lunga catena, come i celebri Omega 3; l’altra è di associare il GSH a fosfolipidi. Entrambe queste vie, basate su biotecnologie, sono proprietà intellettuale di InnBioTec, ma la seconda – quest’ultima – è la prescelta ed è qui che entra in gioco l’altro componente cruciale dell’Euvitase, che è l’Oleuropeina, per l’appunto un polifenolo comprendente fosfolipidi contenuto in natura nell’Olea europea, ossia l’oliva mediterranea, comune anche dalle nostre parti.

Ebbene è proprio quest’associazione tra GSH Glutatione e OLE Oleuropeina la chiave di tutto, capace di rendere il GSH biodisponibile e quindi in grado di esercitare i suoi effetti positivi – insieme a quelli naturali dell’Oleuropeina stessa, altro forte antiossidante – sull’organismo vivente, particolarmente sul Sistema Nervoso Centrale dell’essere umano.

Di Euvitase è dimostrata l’efficacia per due formulazioni principali: una, la “Memory”, sostiene principalmente la funzione mnestica (della memorizzazione) e l’altra denominata “Advance” contrasta soprattutto il decadimento cognitivo.

«Se si considera che la sperimentazione applicata finora e anche una successiva tutt’ora in corso su ben centocinquanta pazienti riguardano solo persone già ammalate e in età avanzata, s’immagina cosa potremmo ottenere a livello di prevenzione attiva in fase precoce o addirittura asintomatica, magari su sessanta-sessantacinquenni peraltro in salute?», si domanda – e ci domanda – il prof. Gianfranco Liguri, del dipartimento di Biologia Molecolare e Biochimica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze, principale artefice della ricerca che ha portato InnBioTec a varare l’Euvitase.

Gli altri autori dello studio clinico sono i proff. Massimo Marianetti, Silvia Pinna e Angelo Venuti e la fonte è lo studio stesso, condotto al Fatebenefratelli di Roma e consultabile a questo link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8918095/ .

L’altro patrocinatore di entrambe le formulazioni dell’Euvitase, il patologo prof. Oliviero Giusti (per 30 anni al timone di Biochemical Systems International, eccellenza nel campo delle apparecchiature diagnostiche-n.d.r.) attuale Amministratore Delegato di InnBioTec-pharma, fa eco al prof. Liguri dando per certo un «effetto fortemente protettivo sull’organismo – soprattutto contro le affezioni degenerative del Sistema Nervoso Centrale – e quantomeno ritardante sull’insorgere di tali patologie».

Sottolineatura che appare come un monito, ricordando che il capitolo delle demenze senili incide sempre di più a livello sociale e che la malattia di Alzheimer ne è la causa più comune, costituendone da sola tra il 50 e il 60% di tutti i casi.

Come e più di sempre, prevenire è meglio che curare.

Tags: EF-B Innbiotec Pharma Euvitase

Romano Barluzzi

Romano Barluzzi

Highlander dalle molte vite, tra cui ne spiccano due - da tecnico sociosanitario e da istruttore subacqueo - coltivo con inguaribile curiosità la passione per i mestieri più a rischio d'estinguersi, perciò mi ostino a fare il giornalista.