Centri trasfusionali dell’aretino, si rinnova la certificazione di qualità
Presto una certificazione unica per le tre province dell’Asl Tse.
Strutture trasfusionali aretine di qualità. Ad attestarlo, ancora una volta, arriva la Certificazione ISO 9001 che dal 2007 si rinnova ogni anno riconoscendo alle strutture trasfusionali del Valdarno, Bibbiena, Sansepolcro, Cortona e al Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (SIMT) di Arezzo alti standard qualititativi.
«Possedere la certificazione – chiarisce la dr.ssa Cristina Paci responsabile Uosd Immunoematologia e medicina trasfusionale Ospedale La Gruccia - significa possedere i requisiti della norma ISO 9001, atti a fornire servizi di qualità, verificabili dal cliente, che permettono di ottenere la fiducia da parte dell’utenza».
Per ottenere la Certificazione, Asl Toscana Sud Est nel tempo ha portato avanti e implementato un sistema di Gestione della Qualità che permette di accertare la corretta applicazione della norma da parte di tutti i Centri trasfusionali.
Ogni anno, inoltre, l’ente certificatore svolge verifiche per valutare che il Sistema di Gestione della Qualità rispetti i requisiti normativi.
«Il rispetto dei requisiti previsti dal sistema Iso 9001 permette di migliorare il servizio – spiega il dr Pietro Pantone, Direttore Area Dipartimentale Medicina trasfusionale e responsabile Simt Arezzo - per fornire all’utenza servizi sempre più efficaci ed efficienti ed ottimizzare la loro patient’s satisfaction. I centri trasfusionali sono certificati in tutta l’area vasta. Al momento esistono tre sistemi di qualità, uno per ogni provincia, ma l’obiettivo è farne uno unico per tutti ed è su questo che stiamo lavorando».
«I nostri centri trasfusionali aziendali – prosegue Pantone – hanno altissimi standard di qualità ottenuti attraverso una serie di verifiche effettuate con scadenze ben precise: una volta l’anno per quanto riguarda la ISO, una visita ogni due anni per quanto riguarda l’autorizzazione/ accreditamento svolta dai valutatori della Regione Toscana e una visita ogni due-tre anni da parte dell’industria che si occupa di plasma-derivazione, cioè di produzione di farmaci attraverso l’impiego di plasma. Questo comporta verifiche di qualità continue e l’obbligo di tenere alti standard di qualità».
«Questi controlli – conclude il dr Pantone – certificano la validità e la qualità del lavoro fatto, a partire dall’accoglienza del donatore fino alla donazione permettendo, a chi decide di donare, di farlo in completa tranquillità nelle nostre strutture».
«In Valdarno – aggiunge la dr.ssa Paci - il certificatore, dopo aver passato in rassegna i processi della donazione di sangue, emocomponenti e latte materno, delle attività ambulatoriali e di laboratorio immunoematologico con tutto il corredo documentale, si è complimentato con il personale sanitario del Centro Trasfusionale per la competenza, professionalità e gestione del Servizio».