Vaccinazioni in farmacia a rischio flop, Federfarma Arezzo: "Urgente confronto politico regionale"

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Finora pochissimi vaccini, a causa della scelta regionale che ha autorizzato la somministrazione solo agli ultrasessantenni e solo del vaccino Janssen di Johnson e Johnson. Federfarma pronta a promuovere un necessario e urgente confronto politico regionale.

“Vaccinazioni in ritardo? Consentite alla farmacie di vaccinare tutti: allo stato attuale non viene valorizzata la potenzialità territoriale della farmacia a causa dell’impostazione data alla relativa campagna vaccinale da parte della Regione Toscana”. Chiede quindi un rapido cambio di passo, Roberto Giotti, presidente di Federfarma Arezzo, che denuncia il sostanziale mancato decollo delle vaccinazioni in farmacia a causa delle condizioni dettate del governo regionale e della mancanza regionale di dosi vaccinali di vaccino Pfizer, Moderna da distribuire anche alle Farmacie, in quanto dirottati interamente nelle Hub vaccinali.

L’Associazione che rappresenta le circa cento farmacie private capillarmente presenti sul territorio della nostra Provincia sollecita un confronto urgente con le Istituzioni Regionali: non solo un tavolo tecnico, ma anche un indispensabile incontro e confronto politico nel quale fare il punto della situazione regionale e far valere le proprie ragioni sulla questione vaccini.

“E’ opportuno e utile, direi indispensabile  – spiega infatti Giotti -  fare un’analisi della situazione vaccinale in farmacia visto che è innegabile la falsa partenza su vaccini a causa delle pochissime richieste e del sostanziale fermo delle prenotazioni: di fatto i farmacisti a volte non riescono nemmeno  a completare le sedute vaccinali  sul territorio e proprio per questa situazione, sono pochissime le farmacie che stanno effettuando vaccini, e in quantità davvero minime. In tal modo si vanifica anche in parte la determinazione e l’impegno professionale e finanziario del 55% di quelle Farmacie che hanno già aderito all’importante servizio di vaccinazione”.

I motivi di questo stallo al quale le farmacie non vogliono certamente sottostare sono molteplici. Il primo, il più evidente, è che il tipo di vaccino messo a disposizione delle farmacie è unicamente il Jansen di Johnson e Johnson, in una dose unica ma che può essere somministrata, secondo le indicazioni regionali, solo ad un range di età dei vaccinandi che è compreso nella fascia di età tra i 60 e i 79 anni, quindi molto ristretto visto che rappresenta appena il residuo 20% degli over 60, i pochi che non si sono ancora vaccinati e che è difficile poter reclutare da parte delle Farmacie.

“Il problema è che parliamo di una fascia di età che ha già potuto per la gran parte effettuare il vaccino nelle Hubo dal Medico curante, per cui i pochi rimasti non vaccinati spesso non hanno intenzione di vaccinarsi. C’è da dire però - spiega ancora Giotti – che rispetto alla dose unica del vaccino Janssen vincolata il range di popolazione indicato dalla Toscana in altre Regioni è stato superato: nel Lazio (con Janssen) e in Piemonte (con Pfiser) le farmacie vaccinano dai 18 anni in su. Rispetto al Lazio occorre dire che, a differenza di Astrazeneca, la raccomandazione AIFA non è vincolante sul Janssen e la Regione Lazio ha potuto quindi disporre diversamente, consentendo di fatto una vaccina libera, che porta la media a 15 vaccinazioni al giorno per Farmacia nel Lazio e la prenotazione avviene nella Piattaforma Regionale”.

Il Comitato Scientifico della Regione Toscana ha invece deciso di utilizzare vaccini Janseen solo per gli over 60.

“Altre problematiche che intralciano e rendono difficile il lavoro di vaccinazione delle farmacie private - approfondisce Giotti – sono, ad esempio, la gestione delle scarse prenotazioni, il fatto che il vaccino ha una scadenza di tre mesi: se le farmacie non potranno estendere a breve la possibilità di effettuare i vaccini stessi a fasce di età inferiori ai 60 anni il rischio è che resteranno inutilizzati e inutilizzabili molti vaccini. Altro problema  - sottolinea il Presidente delle Farmacie Private della Provincia di Arezzo - è che questa situazione provoca anche sedute vaccinali incomplete nel caso di assenza di uno o due dei cinque vaccinandi previsti nella giornata che determina uno spreco di dosi per scadenza del vaccino: la farmacia ne deve calendarizzare infatti cinque alla volta anche con lista di riserva e farli tutti cinque nella giornata: i prenotati che non si presentano  provocano lo spreco della dose, oltre a provocare anche la necessità di un complesso lavoro amministrativo con lo scarico e il relativo verbale che il farmacista deve effettuare. E’ per tutto questo – spiega ancora Giotti – che stiamo mettendo in campo, e sempre più lo faremo, un’azione sindacale importante a tutela del ruolo della Farmacia dei Servizi, che ha dimostrato davvero, e che dimostra sempre più, di poter essere centrale nella lotta al covid, come efficiente e professionale punta avanzata sul territorio del sistema sanitario nazionale. E’ fondamentale per noi allora, per poter procedere con le importantissime vaccinazioni della popolazione - afferma Giotti - poter somministrare in farmacia il vaccini Pfizer o Moderna, che consentirebbero di raggiungere di fatto una fascia di età molto più ampia, dando alla Farmacia stessa la possibilità -  che è tutta nell’interesse della Regione e del Servizio Sanitario -  di dare un contributo decisivo e per certi versi , vedi capillarità territoriale, insostituibile  alla campagna di vaccinazione” soprattutto nell’attuale fase pandemica caratterizzata dal rapido diffondersi delle varianti alfa e delta del Covid-19 nella popolazione giovanile. Vaccinazione che è l’unica risposta possibile al diffondersi della pandemia in assenza di restrizioni sociali– conclude - e su questo Federfarma Arezzo intende promuovere il prima possibile un importante incontro e confronto istituzionale e politico per avere risposte rapide e decisive per l’intero settore e anche per l’intera cittadinanza che aspetta di potersi vaccinare in serenità e senza particolari limitazioni dovute all’età".

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