Vaccini a scuola? Ecco perché sarà un successo

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Lo sostiene il prof. Italo Farnetani, divulgatore e pediatra aretino, in un articolo a firma di Margherita Lopes, pubblicato da "Fortune health, salute, sanità e territorio"

Vaccini anti-Covid nelle scuole, per completare l’immunizzazione contro il nuovo Coronavirus? “E’ un’ottima idea, quella prospettata dal Generale Figliuolo, di vaccinare i minori nelle scuole: si tratta di un sistema per ottenere la massima compliance delle famiglie, che oltretutto permette di vaccinare un gran numero di soggetti in un breve tempo possibile. Lo dimostra l’analisi delle esperienze del passato”.  Parola del pediatra Italo Farnetani, docente della Libera Università Ludes di Malta, che ci ricorda quello che accadeva poche decine di anni fa nelle scuole italiane e cita qualche numero.

“Figliuolo ha detto di rifarsi al metodo seguito in passato, ad esempio quando veniva praticata la vaccinazione contro la rosolia fra le bambine di quinta elementare. In un mio studio effettuato nel 1985 (pubblicato negli Atti del 3° Congresso nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale e sulla rivista “Medico e comunità”, dicembre 1988), avevo rilevato in un ampio campione di soggetti, che la vaccinazione non obbligatoria contro la rosolia effettuata nelle scuole alle bambine di quinta elementare, aveva una grande accettazione: veniva praticata dal 76% delle alunne, il 20% non la effettuava perché riteneva di aver già contratto la malattia e il vaccino veniva rifiutato solo dal 4% dei genitori”.

Per la vaccinazione non obbligatoria contro il morbillo all’epoca “le cose non andavano altrettanto bene, perché veniva effettuata nei distretti socio-sanitari, per cui i genitori dovevano avere un ruolo attivo per effettuare il vaccino – ricorda Farnetani – E ce lo dicono i numeri: questa vaccinazione all’epoca veniva praticata solo dal 56% dei bambini fra i 3 e i 5 anni. La percentuale si riduceva al 30% nella fascia di età 10-11 anni, che peraltro corrisponde all’età in cui veniva praticata l’anti-rosolia a scuola, rifiutata come abbiamo visto solo dal 4% dei genitori”.

La ricerca, ci spiega Farnetani, “dimostra che la comodità di effettuare le vaccinazioni di bambini e ragazzi a scuola, unita al rapporto diretto con le famiglie, permette una maggiore compliance, che tornerà utile anche nell’attuale pandemia di Covid-19″. Insomma, l’utilizzo delle scuole per somministrare i vaccini potrebbe essere un sistema pratico e rapido per immunizzare i giovanissimi.

Ma a che punto è il progetto ‘vaccini Covid nelle scuole’? “Ci stiamo pensando, come si faceva una volta, negli anni Settanta”, ha spiegato il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo.

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