D'Urso: "Due nuovi positivi nell'aretino. Test sierologici riservati a operatori sanitari e Rsa" Video
Il direttore generale della Asl Toscana sud est Antonio D'Urso fa il punto sull'evoluzione dell'emergenza coronavirus nel territorio aretino e approfondisce l'argomento dei test sierologici. Due nuovi casi nella provincia di Arezzo. Si tratta di una 74enne del capoluogo e di una 48enne di Montevarchi. Entrambe le pazienti COVID sono al domicilio.
"Una situazione entro limiti contenuti", dice D'Urso, anche se in questo momento "abbiamo nei nostri laboratori molti tamponi da leggere", un accumulo dovuto a un ritardo nella consegna dei reattivi: "È possibile che in questi tamponi troveremo qualche positività".
Sui test sierologici, il direttore comunica che la Sud Est ne ha in consegna ad ora "circa 20mila, di cui 10.000 riservati al personale che opera nelle strutture dell'azienda - ospedaliere, territoriali, nei dipartimenti di prevenzione, sui territori - e 10mila riservati agli operatori e agli ospiti delle RSA". "Terremo sotto controllo la situazione somministrando loro il test sierologico", afferma Antonio D'Urso, che precisa la differenza fra tampone e test sierologico rapido: "Il tampone va a determinare se nelle vie aeree del soggetto è presente o no il virus e, se è presente, quel soggetto è evidentemente in grado di infettare. Ecco perché il tampone negativo è la condizione per giudicare guarita una persona. Guarita significa non essere più in grado di infettare altri. Si è malati quando il test del tampone è positivo, si diventa negativi, quindi guariti, quando il tampone dà esito per due volte negativo. I test di screeaning su sangue vanno ad accertare se sono presenti o no anticorpi, quelle molecole prodotte dall'organismo che è attaccato dal virus. Se l'organismo ha fatto gli anticorpi, vuol dire che è stato a contatto con il virus".
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