Nardini: "Responsabilità accorpamenti in capo al Governo. Sansepolcro scriva al Ministro, firmo"

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Sulla questione dell'accorpamento dell'Istituto Giovagnoli di Sansepolcro, interviene l'assessore regionale all'istruzione Alessandra Nardini: "La Regione si è opposta in ogni modo, la responsabilità dei tagli scolastici sta tutta in capo al Governo. Se organizziamo un pullman per andare a manifestare davanti all'ufficio del ministro Valditara, io ci sono"

L'assessora regionale all'istruzione Alessandra Nardini interviene in merito agli accorpamenti scolastici e, in particolare, alle situazioni di Sansepolcro e Cortona:

"Mi preme ricordare, innanzitutto, che la Regione Toscana si è opposta in ogni modo, con il voto contrario in Conferenza delle Regioni, con il ricorso alla Corte costituzionale e al TAR del Lazio, alla scelta del governo Meloni sul dimensionamento che porta al taglio di 15 autonomie scolastiche già dal prossimo anno.
Mi preme inoltre ricordare anche che la competenza sul dimensionamento sta in capo alla Regione, non all'Ufficio Scolastico Regionale né a quello Provinciale, che dipendono dal Ministero e che hanno invece competenza sugli organici, quindi il loro ruolo sarà centrale nel mantenimento, come auspico e come continueremo a chiedere, del personale ATA.
Lo dico perché, se da un lato, come a Sansepolcro, leggo che si imputano alla Regione i tagli e i criteri scelti per attuali, a Cortona invece non si riconosce che proprio in virtù di questi criteri quella scuola non sarà accorpata. Provo a fare chiarezza: a settembre abbiamo approvato in giunta regionale una delibera che non imponeva ai territori di tagliare, come invece indicato dal governo, in attesa della sentenza della Corte costituzionale, proprio perché non condividiamo l'idea che sulla scuola pubblica si possa tagliare per risparmiare, ma siamo convinti che sulla scuola pubblica si debba, anzi, investire.
Adesso l'espressione della Consulta c'è stata e, visto che le sentenze si rispettano anche quando non si condividono, è chiaro che abbiamo dovuto rivedere la nostra scelta e adeguarci.
Ci tengo a chiarirlo per sottolineare che la responsabilità dei tagli sta tutta in capo al governo che li ha voluti e che ha impugnato anche la nostra delibera di settembre.
Voglio poi sottolineare un altro aspetto: da mesi è aperto un confronto con gli enti locali e le organizzazioni sindacali, con cui abbiamo condiviso ogni passaggio, dall'opposizione alla scelta del ministro Valditara, alla necessità di definire noi dei criteri per dimensionare, evitando così tagli lineari e indistinti calati dall'alto.
Ci tengo a sottolineare che il percorso di confronto e concertazione attivato è stata una precisa scelta politica, scelta non dovuta ma che ho ritenuto doverosa proprio per il rispetto verso i territori e verso chi rappresenta lavoratrici e lavoratori della scuola.
In queste settimane, infatti, si sono svolti più incontri con Anci Toscana, Upi Toscana e Città Metropolitana di Firenze in rappresentanza di Comuni e Province, e con CGIL, CISL e UIL regionali.
A queste riunioni di concertazione si aggiunge una riunione, in data 23 novembre, in cui ho convocato i Presidenti di tutte le Province toscane e i presidenti delle 35 Conferenze zonali per l'educazione e l'Istruzione per illustrare l'esito dei ricorsi presentati dalla Regione e il percorso che stavamo facendo per individuare i criteri con cui procedere, purtroppo, agli accorpamenti.
In quelle riunioni di concertazione infatti, di cui l'ultima si è tenuta venerdì 1 dicembre, abbiamo tutti condiviso che il criterio da adottare fosse quello di individuare gli istituti scolastici da accorpare tra i sottodimensionati secondo il parametro 600/400 (per i Comuni montani) studentesse e studenti. Da qui il fatto che alcuni territori, alcune province toscane, non subiranno accorpamenti, non per una scelta arbitraria ma perché hanno già correttamente dimensionato negli anni e non presentano attualmente istituti sottodimensionati.
Nel definire i criteri, tutte e tutti insieme, abbiamo deciso di salvaguardare dagli accorpamenti gli istituti scolastici situati in Comuni individuati come aree interne ultraperiferiche e periferiche.
Coerentemente con le politiche portate avanti da Regione Toscana, confermiamo con questa scelta la convinzione che questi territori necessitino di una particolare attenzione.
Sulla polemica relativa alla classificazione delle aree interne anche qui rimanderei, prima che alla Regione, al livello nazionale. Come Assessorato all'Istruzione, nel proporre la delibera sui criteri di accorpamento all'approvazione della Giunta regionale, non potevamo che basarci sulla classificazione esistente di aree interne.
Capisco benissimo l'amarezza per questi accorpamenti, fosse stato per la Regione non avremmo tagliato 15 autonomie scolastiche in Toscana, ed è per questo che ci siamo opposti alla scelta del Governo in tutti i modi possibili. Permettetemi di dirlo, però: quando non si conoscevano ancora i nomi delle autonomie scolastiche da tagliare, e la Regione faceva questa battaglia nell'interesse della scuola pubblica tutta, non ricordo manifestazioni né prese di posizione pubbliche sui territori a sostegno di questa nostra battaglia.
Io però non ho cambiato idea, la penso come allora: sono d'accordo con sindaci, dirigenti scolastici, sindacati a livello provinciale, tutte e tutti coloro che in questi giorni scrivono preoccupati.
A chi mi ha chiamata l'ho ripetuto più volte: se organizziamo un pullman per andare a manifestare davanti all'ufficio del ministro Valditara io ci sono.
Se avessi la patente per i pullman lo guiderei anche!
Se i sindaci di Sansepolcro e Cortona vogliono scrivere una lettera al Ministro Valditara per dire che i tagli alla scuola sono dannosi, sia quando impattano direttamente sul loro territorio, che quando accade su altri territori, la firmo volentieri insieme a loro".

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