Bilancio regionale 2020-2022, decisivo il no della Provincia di Arezzo

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È la prima volta che il Consiglio delle Autonomie Locali non esprime il suo sostegno alla Regione Toscana. La Provincia di Arezzo: "mancanza nella programmazione economica regionale di priorità e reali necessità dei territori".

"Ieri per la prima volta il Consiglio delle Autonomie Locali non è riuscito a esprimere un parere nei confronti della manovra di bilancio regionale 2020-2022", fanno sapere dalla Provincia aretina in un comunicato. "Presente alla votazione anche la Provincia di Arezzo, rappresentata dal vicepresidente Angiolino Piomboni. È un voto con una valenza storica, in quanto non era mai accaduto che il bilancio di previsione della Regione Toscana non ricevesse il sostegno degli enti locali. Il dato preoccupante è anche la scarsa partecipazione dei componenti di diritto del Cal. Solo 6, su più di 20, erano presenti alla votazione di un documento economico importante per le ricadute sui territori. Presenti solo la Provincia di Arezzo, il Comune di Arezzo e Siena, che hanno espresso un voto contrario, mentre le Province di Pisa, Massa Carrara e la Città Metropolitana di Firenze, si sono espresse positivamente".

"Il primo aspetto negativo della legge di bilancio regionale", prosegue la nota, "è l'arretramento della Toscana, rispetto alle regioni del Centro Nord d'Italia, che perde il passo per il calo di investimenti e la debolezza infrastrutturale. Inoltre, si riscontra una crescente divaricazione tra le 'tre Toscane': l'area centrale, la costa e le aree interne che confermano il fallimento di un governo regionale basato sulla programmazione di area vasta. La Regione, attraverso la manovra di bilancio, decide come investire le risorse nel territorio, ma scarse sono quelle destinate alle province. Nello specifico, ci sono 20 milioni di euro sul triennio per piccoli lavori nei comuni sotto i 5.000 abitanti e ulteriori 5 milioni per interventi su ciclabili e piantumazioni. Purtroppo non si investe, invece, nelle infrastrutture necessarie. Non arrivano soldi per le strade provinciali e siamo costretti a seguire le procedure dei bandi regionali per poter accedere alle risorse, con tempistiche che non rispecchiano le urgenze".

"Dallo Stato sono arrivati nelle casse regionali ben oltre 70 milioni di euro 'di nuovi investimenti' per il 2019", spiega la Provincia di Arezzo, "e 80 milioni di euro per il 2020 che a ricaduta dovrebbero essere spalmati sul territorio; ma rimane la solita incertezza degli investimenti nei circa 8.000 km di strade provinciali, con 2.800 ponti di competenza da manutenere e più 330 edifici scolatici, tra i quali oltre 60 solo nella Provincia di Arezzo. Le strade provinciali hanno bisogno di ben altri interventi, che vanno al di là della manutenzione ordinaria. Siamo ancora una volta costretti a gestire il nostro patrimonio in emergenza, dove la Regione Toscana, è stata la più accanita fautrice, della volontà politica di cancellare le Province. Per rendere sicure le infrastrutture viarie, siamo costretti continuamente a rivolgerci all'esterno, in particolare al Ministero dei Trasporti. Inoltre ci chiediamo che fine hanno fatto i circa 18,6 milioni di euro dei canoni idrici che la Regione ha 'ereditato' dalle Province e che ancora non ha impegnato nella salvaguardia dei territori di provenienza".

"Per questo motivo", conclude l'ente, "in assenza di una programmazione che riconosca le priorità e le reali necessità, il voto della Provincia di Arezzo in sede di Consiglio delle Autonomie Locale, è stato negativo e determinante".

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