Ex Sacci, Franceschi replica ai sindaci: “Bonifica fatta, accuse false. Da 26 anni mi impediscono di valorizzare l’area”

Casentino – Dopo l’articolo pubblicato il 9 agosto su Arezzo 24, in cui cinque sindaci della vallata – Giampaolo Tellini (Chiusi della Verna), Emanuele Ceccherini (Ortignano Raggiolo), Eleonora Ducci (Talla), Roberto Pertichini (Montemignaio) e Valentina Calbi (Chitignano) – hanno sollecitato il Comune di Bibbiena ad attivarsi per completare la variante del Corsalone, ritenuta un’opera infrastrutturale strategica per l’intera vallata, interviene con un lungo sfogo affidato alla testata Casentino 2000 Marino Franceschi, titolare di Marino fa Mercato e proprietario dell’area ex Sacci. Secondo i cinque sindaci, la realizzazione della variante è già stata progettata e finanziata dalla Regione Toscana, ma resta bloccata a causa della situazione dell’ex cementificio, per il quale chiedono al Comune di Bibbiena di esercitare il potere sostitutivo di esproprio e risanamento.
Cinque sindaci del Casentino richiedono di sbloccare la variante del Corsalone
Franceschi, chiamato direttamente in causa, contesta questa lettura:
“Quando il sindaco Tellini dice che la variante nel suo tracciato originario è già stata finanziata dalla Regione, dice il falso. È fuorviante anche sostenere che l’opera sia bloccata per colpa della ex Sacci: l’area è stata completamente bonificata, non vi sono rifiuti tossici, e questo è documentato dagli atti ufficiali”.
L’imprenditore ricorda il Provvedimento Dirigenziale n. 45/EC dell’8 marzo 2013 della Provincia di Arezzo, indirizzato a Comune di Bibbiena, Chiusi della Verna, Regione Toscana, Arpat e Prefettura, in cui si certifica la bonifica dell’area.
“Da 26 anni – spiega Franceschi – mi viene impedito di fare alcunché su un territorio che avrebbe potuto dare sviluppo socio-culturale e commerciale a tutto il Casentino”.
Il proprietario denuncia anche un sistema che, a suo dire, ha ostacolato ogni tentativo di valorizzare l’ex cementificio:
“Quando seppero che avevo comprato la Sacci, cambiarono il piano urbanistico. Mi dissero che se avessi messo sul tavolo milioni di euro a certi ‘personaggi conosciuti’, avrei potuto realizzare i miei progetti. Io invece mi sono trovato davanti a sequestri, accuse infondate e sette anni di processi, conclusi nel 2023 con la mia assoluzione e la restituzione dell’area: il Tribunale ha stabilito che non esiste discarica abusiva e che i rifiuti non sono nocivi”.
Oggi Franceschi rilancia la sua visione:
“Il vero nodo non è l’ex Sacci, ma la volontà politica. Se la Regione vuole, può procedere con l’esproprio e sbloccare rapidamente l’opera, come richiesto dai sindaci. Ma non si raccontino bugie ai cittadini: io ho sempre voluto trasformare l’area in un polo socio-culturale e commerciale. Continuare ad addossare responsabilità inesistenti alla mia proprietà è ingiusto e dannoso per l’intera vallata”.
Infine, l’appello:
“Non chiedo aiuto per me stesso, ma per la comunità casentinese. Questa è un’area che può diventare una risorsa, invece da anni è ostaggio di interessi e contrapposizioni. Il mio desiderio è che si arrivi finalmente a una soluzione concreta, per il bene di tutti”.