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Arezzo, infermieri dall’estero per fronteggiare la carenza di personale
Dopo l’annuncio del Ministero della Salute sull’arrivo di infermieri dall’Uzbekistan come misura per fronteggiare la carenza di personale sanitario, si accende anche ad Arezzo il dibattito sul futuro della sanità pubblica. A intervenire è l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Arezzo (OPI), che esprime forte preoccupazione per l’approccio scelto dal Governo, giudicato più “emergenziale” che strutturale.
Secondo l’Ordine, la carenza di infermieri in Italia non dipende da una mancanza di professionisti formati, ma da condizioni contrattuali e retributive non adeguate, che spingono molti a lasciare il sistema pubblico o a cercare opportunità all’estero.
“Non servono infermieri dall’estero, servono politiche serie di valorizzazione della professione – dichiara Giovanni Grasso, presidente dell’OPI di Arezzo –. Il Governo deve garantire contratti dignitosi, assunzioni vere e una valorizzazione economica reale. Gli infermieri italiani non mancano: mancano le condizioni per restare. Bloccare il tetto di spesa del 2004 e non investire sul personale è la vera causa della crisi”.
L’OPI Arezzo sottolinea che la vera soluzione passa attraverso un piano straordinario di assunzioni, nuovi contratti nazionali più equi e l’introduzione di un pre-salario per gli studenti infermieri, così da rendere la professione nuovamente attrattiva per le nuove generazioni.
“La sanità pubblica si difende investendo nelle persone, non cercandole altrove – conclude Grasso –. Solo con professionisti motivati, rispettati e adeguatamente retribuiti potremo garantire ai cittadini un servizio sanitario di qualità”.




