Antenna, Checcaglini: "Il comune sapeva da settembre". Giorni: "Facciamo chiarezza"

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Il consigliere di opposizione Mario Checcaglini: "Il Comune di Anghiari era a conoscenza fin dal mese di settembre che Inwit avrebbe installato un'antenna nella zona della Gattina, lungo la strada che conduce al Carmine, sul crinale della collina che circonda Anghiari". La replica di Roberta Giorni, capogruppo di maggioranza.

Roberta Giorni: “Le ultime dichiarazioni del consigliere Checcaglini sono false e pretestuose. Servono solo a ingenerare confusione nella pubblica opinione. Chiediamo maggiore correttezza da parte di tutti. Ribadiamo il nostro sostegno e la massima fiducia sull’operato degli uffici comunali”.

La capogruppo di maggioranza, Roberta Giorni, torna sull’argomento “caldo” in Anghiari di questi giorni: quello sull’antenna ripetitore in località La Gattina. E lo fa all'indomani delle dichiarazioni di Mario Checcaglini: "Alla fine si scopre che il Comune era a conoscenza fin dal mese di settembre che Inwit avrebbe installato una antenna nella zona della Gattina, lungo la strada che conduce al Carmine, sul crinale della collina che circonda Anghiari. Lo dice la comunicazione di Inwit al Comune del 13 settembre, in ottemperanza della legge regionale che prescrive che le aziende comunichino ai comuni i piani di installazione. Il Comune dunque sapeva. Sapeva, se solo avesse letto con attenzione le carte trasmesse da Inwit, carte che noi abbiamo ricevuto dal Comune dopo esplicita richiesta e solo in questi giorni. Nelle carte difatti si legge che la zona di installazione è quella dove poi sono stati effettuati i lavori per la costruzione del basamento. Inwit, certo, non indica il luogo esatto dove intende collocare l'antenna, che probabilmente già conosceva e del quale aveva già il titolo necessario per la presentazione della denuncia di inizio dei lavori. Forse non indicandolo con precisione voleva sviare l'attenzione non solo sul luogo ma anche sulla proprietà dell'area che intendeva utilizzare. Già a settembre dunque il Comune avrebbe potuto adempiere ciò che esplicitamente gli chiede la legge regionale n.49: informare i cittadini della collocazione delle antenne di trasmissione dati. Con le informazioni che aveva, inoltre, avrebbe potuto, oltreché informare, preparare l'attività di dissuasione su di un luogo che unanimemente è ritenuto inopportuno, in maniera più determinata e persino argomentata, non giustificando le lacune con il poco tempo a disposizione. Insomma, si è perso tempo e si è sottovalutato enormemente il problema".

Spiace rilevare - ribatte Giorni - che la minoranza cerchi nella vicenda dell’antenna di ingenerare confusione nella pubblica opinione accreditando una falsa rappresentazione della realtà. E’ bene, dunque, chiarire che il Comune di Anghiari non ha alcuna competenza sul procedimento, essendo instaurato altrove. Si tratta infatti di una mera comunicazione inizio lavori fatta dalla Soc. istante InWit tramite lo sportello SUAP di Sansepolcro; procedura che è iniziata nel mese di ottobre, “e non a settembre”, come invece dichiarato nell’ultimo comunicato dal consigliere Mario Checcaglini, e come peraltro correttamente riportato dal Sindaco in Consiglio nel dibattito sulla mozione da me presentata e approvata in consiglio in modo unanime, quantomeno sul dispositivo. Il Comune non ha quindi alcun potere di interferire nella scelta del luogo di installazione di ripetitori telefonici né ha il potere di stabilire limiti di distanza, sicurezza, altezza ecc. Non c’è dunque “piano antenne” che tenga. Ciò in quanto tali limitazioni sono di competenza dello Stato con lo scopo di darne uniforme applicazione sulla “materia di settore” oggi regolata dalla Legge Gasparri, alla quale ogni Ente si deve attenere, Regione compresa.

Questo per fare un po' di chiarezza.

Ciò detto: la “regola del silenzio assenso” davanti al SUAP non fa però venire meno le funzioni di controllo da parte dei Comuni e delle altre Pubbliche Amministrazioni competenti. Ed è quello che è successo nel mese di gennaio con il fermo cantiere per via di un vincolo di “inedificabilità assoluta” che non era stato riportato dalla soc. InWit sulla documentazione prodotta al SUAP.
Ricordo tra l’altro che Il procedimento per l'installazione dei ripetitori di telefonia è governato da una procedura semplificata che è stata modificata lo scorso dicembre dal Governo, e che fra l’altro non prevede forme di partecipazione pubblica al procedimento. L’informazione, le assemblee, sono tutte cose giuste, ci mancherebbe …! Ma il tema centrale, e che interessa la gente, è un altro: la società InWIT è legittimata a mettere in esercizio l’antenna in quel luogo? Il quadro normativo mi pare chiaro. Secondo la legge Gasparri, infatti, i ripetitori sono da considerarsi vere e proprie opere di urbanizzazione primaria ed essere trattati, dunque, allo stesso modo di strade, ponti, fogne, illuminazione pubblica, ecc. Anche i tribunali, mi pare di capire, vadano in questa direzione: trattando le antenne alla stregua di impianti di pubblica utilità. L’unica via percorribile che sembra prospettarsi è quella del “contraddittorio” con la soc. Istante. Non ne conosco altre. E mi pare che su questo ci sia stata “massima condivisione” tra tutte le forze consiliari. Spiace che si facciano illazioni sull’operato degli uffici. Per questo motivo tengo a ribadire il sostegno e la fiducia - mia e del del gruppo che rappresento - sul lavoro svolto dagli uffici. Chiedo, infine, una maggiore correttezza da parte di tutti gli attori coinvolti nella vicenda. Ne va del rispetto e del prestigio dell'Istituzione che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare”.

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