Non riaprite quella porta

. Inserito in Politica

A Monte San Savino i gruppi di opposizione in Consiglio comunale “Per Monte San Savino” e  “Monte al Centro” sono contrari alla "riapertura" di una porta di accesso al centro storico da Viale XXIV Maggio in entrata e Piazza San Francesco in uscita: "Progetto inutile e costoso"

Il Consiglio Comunale di Monte San Savino, con il voto contrario dei gruppi di minoranza, "porta avanti un costoso e, a nostro avviso, inutile progetto di “Riapertura” di una porta di accesso al centro storico che costerà alla comunità almeno 520.000,00€.

Somma reperita per 470.000,00€ con un prestito da restituire in 27 anni che aggiungeranno altri 400.000,00€ circa di interessi passivi.

E’ una somma importante per comune delle nostre dimensioni che a noi pare sprecata e basata su un iter amministrativo non corretto.

Sono 520.000,00€ di pubblico denaro, risorse preziose in questo momento, per fare una nuova e inutile “PORTA DI ACCESSO” a Monte San Savino.

Nello sviluppo del progetto con l’esame della documentazione prodotta in fase attuativa sono sorti molti interrogativi.

La Giunta Bennati chiama l’intervento “RIAPERTURA” ma la porta, con tutta probabilità, non è mai esistita.

Sicuramente non esisteva nel 1583, quando il monaco camaldolese don Agostino Fortunio nella sua “Cronichetta del Monte San Savino di Toscana”, pubblicata a Firenze in quello stesso anno, scrive che, fin dal passato, le porte del paese erano quattro: di Mercatale (attuale porta Romana), della Jalta (porta Fiorentina), di Cappellino (porta Senese) e di San Giovanni (porta Aretina).

E’ ugualmente accertato che, come risulta dallo stesso accurato progetto della sua “RIAPERTURA”, nel 1709 il complesso del “Suffragio” assunse la sua configurazione attuale. Quindi oltre 300 o 400 anni fa.

La stessa configurazione sulla quale si interviene oggi privando della sacrestia quello che viene definito correttamente “Il complesso del suffragio”. Si toglie l’unico spazio di servizio alla chiesa il quale, sia che la chiesa rimanga luogo di culto come ci risulta essere ancora adesso, sia che , in un futuro tutto da definire , diventi un luogo per la cultura e/o di esposizione delle preziose opere che contiene risulterebbe indispensabile.

Il complesso del Suffragio con le opere di Luigi Ademollo, artista noto a livello nazionale ed oltre, se conservato nella originaria configurazione, potrebbe attrarre visitatori in grado di apprezzare il complesso artistico ed architettonico perfettamente conservato anche nel suo impianto funzionale. Cioè non privato di uno spazio di servizio come la sacrestia trasformata in vano scala-ascensore per avere un nuovo ed inutile accesso al centro storico di Monte San Savino aggiunto agli altri 5 o 6 che già ci sono.

Il tutto per dare accesso ad un numero massimo di visitatori arrivati ai piedi delle mura, pensate, nei 12 posti macchina che si aggiungono agli esistenti già serviti da altri accessi .

Un nuovo accesso ancora più inutile se si pensa che che i parcheggi, precedentemente previsti al vicino “Fossatello”, per volontà della giunta Bennati sono stati cancellati totalmente e ne sono stati realizzati un numero molto inferiore sovrapposti al campo polivalente esistente in via Diaz “SFIGURANDO” un altro complesso di valore storico, artistico e sportivo come quello di via Diaz costruito nel 1928.

Con il bel risultato di avere una gradinata storica che si affacciava sul complesso sportivo e che oggi di affaccia su un parcheggio, posto a pochi passi da uno esistente e, per la maggior parte del tempo, vuoto come quello appena realizzato.

Ed è proprio di fronte alla gradinata, in via Diaz, la destinazione più adatta da dare alle risorse del comune ed è il “Vecchio ospedale” il quale è certamente di proprietà del comune, sicuramente

frutto dell’impegno di tanti Savinesi, più di quelli citati nel lungo elenco su marmo esposto al suo interno, e che invece versa in condizioni di totale abbandono.

E’ una importante risorsa per la comunità Savinese, per i giovani che potrebbero trovare li un luogo di incontro, per le associazioni di volontariato che potrebbero usarlo come sede delle loro attività.

Per le iniziative che la popolazione, con la sua passione e la sua fantasia metterà in campo per farlo rivivere.

Si dirà che 520.000,00€ sprecati per la “Riapertura” della porta cieca non sono sufficienti. Noi diciamo: intanto cominciamo, con un primo stralcio di un progetto complessivo di riutilizzazione, a mettere in sicurezza la struttura bloccando il degrado.

A nostro parere la “Riapertura della porta Cieca” comporta lo snaturamento funzionale del complesso del Suffragio.

Realizzare la “Riapertura della porta cieca” per noi è dannoso e abbiamo anche una serie di dubbi sul modo con cui questa opera viene portata avanti.

I dubbi riguardano la proprietà della Chiesa del Suffragio e della sacrestia.

La “Compagnia del suffragio” storicamente proprietaria del complesso si è davvero estinta? Chi è oggi il soggetto titolato a scegliere sul destino del complesso?

Lo snaturamento del complesso trasformato in parte in “vano scala-ascensore” valorizza il patrimonio storico-artistico di Monte San Savino al quale la Giunta Bennati dice di tenere tanto? Ed il vecchio ospedale, in totale degrado ed inagibile per dichiarazione della stessa giunta Bennati deve peggiorare ancora prima che si corra ai ripari?

Crediamo fortemente che la popolazione di Monte San Savino abbia diritto a qualche credibile risposta".

Gruppo consiliare “ Per Monte San Savino” Gruppo consiliare Monte Al Centro

Antonio Marzullo Claudio Valdambrini

Tags: Monte San Savino Antonio Marzullo Claudio Valdambrini