Elezioni, Cherici lancia la sfida a Ceccarelli: "La partita all'uninominale è aperta"

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La nota della segretaria provinciale di Azione, Lucia Cherici.

In campagna elettorale c’è da aspettarsi tutto ed il contrario di tutto ma, sinceramente, leggere le dichiarazioni contenute nel comunicato del candidato Ceccarelli va al di là di ogni previsione per quanto fantasiosa la si potesse fare. Afferma il candidato del PD che una buona ragione per votarlo consiste nel fatto che la candidata del cdx ha il paracadute nel listino proporzionale e, di conseguenza, eleggendo lui si creano le condizioni affinché Arezzo abbia due rappresentanti a Roma. Addirittura parla di lobby positiva per il territorio. Detto che la sangimignanese Nisini sta al territorio aretino come il cavolo a merenda è singolare che Ceccarelli ritenga positiva la presenza leghista in tandem con la sua. Pare quasi che la caduta del governo Draghi sia avvenuta per una sciagurata congiunzione astrale. D’altronde il PD aretino non è nuovo a catasfrofi cosmiche, basta ricordare gli esiti delle recenti elezioni comunali nel territorio per averne contezza. In particolare la riconferma di Chiassai Martini a Montevarchi e la sua elezione a presidente provinciale, frutto delle diatribe tutte interne al PD che non potè neanche contare sulla somma dei voti ponderati dei suoi eletti. Archiviamo come infelice considerazioni politiche questa uscita. Ma quello che preoccupa maggiormente è leggere la totale chiusura al nucleare in favore di una “larderellizzazione” della Toscana. Comprendiamo Ceccarelli: non vuole urtare la suscettibilità di quella sinistra imbarcata con il treno in corsa rappresentata dal paracadutista Fratoianni. Ceccarelli che dice no al nucleare era parte del PD che sosteneva a spada tratta l’agenda Draghi? Ci pare di sì.

Sarà il caso di ricordare a Ceccarelli le parole pronunciate da Draghi (ed applaudite dal PD) nel marzo scorso alla Camera: “L’impegno tecnico ed economico — ha detto — è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile». Nel dettaglio la strategia europea per le energie a fusione «prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-2028». Una soluzione sviluppata dal Consorzio Eurofusion, che gestisce fondi Euratom pari a oltre 500 milioni di euro per il periodo tra il 2021 e il 2025.”

La questione nucleare deve essere affrontata sul lungo periodo e deve includere il nucleare nel mix energetico per arrivare ad “emissioni zero” nel 2050.

Rammentando che Lucia Cherici, candidata all’uninominale per Calenda, è aretina radicata nel territorio, altrettanto si ricorda che il programma della lista Azione-Italia Viva ha quale obiettivo le “emissioni zero” al 2050. Per questo Lucia Cherici ritiene che sia necessario utilizzare un mix che includa rinnovabili e nucleare, impiegando le migliori tecnologie disponibili. Lucia Cherici spiega che “generare tutta l’energia elettrica necessaria con sole tecnologie rinnovabili variabili richiederebbe impianti eolici e fotovoltaici, sistemi di accumulo di breve e lungo termine, reti elettriche e conseguente occupazione di suolo in misura almeno tripla rispetto a un mix ottimale con rinnovabili e nucleare. Inoltre, i costi del sistema elettrico sarebbero fino al 50% più elevati. Per raggiungere questo obiettivo, occorre sin da ora definire il quadro regolatorio che disciplini il dispiegamento nel tempo delle tecnologie necessarie, alle migliori condizioni economiche.” Parlare di eccesso di costi è un non senso così come la politica del “no”, perché occorre invece un adeguato investimento che sia risolutivo e produttivo di risultati a favore dei cittadini che sono oberati dei costi delle bollette.

Il senso di realtà che rende pragmatica e coerente la proposta sul nucleare della lista “Azione-Italia Viva - Calenda -renew europe.” espressa con la candidatura di Lucia Cherici, candidata aretina del terzo polo, contrasta con la giravolta del PD per tentare la gestione di frange estreme della sinistra ideologica e l’incidenza della stessa sulla credibilità di chi non ha idee chiare o, ancora peggio, non ne ha alcune come quelle del candidato Ceccarelli sul tema del nucleare.

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