Il Pionta che verrà: il masterplan condiviso tra Comune, Asl e Università

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Il masterplan è stato redatto a seguito del percorso di progettazione partecipata curato da Narrazioni Urbane. Il ruolo del Comune: regia e piano attuativo

Dall’ascolto dei cittadini, alla raccolta dei suggerimenti, alla road map condivisa. Oggetto: il parco del Pionta. Il percorso è stato promosso dall’Università di Siena, Dipartimento Scienze sociali, politiche e cognitive di Arezzo, referente scientifica la professoressa Francesca Bianchi, docente di Sociologia generale, in collaborazione con APS Narrazioni Urbane di Firenze.

Il Comune di Arezzo, dopo avere patrocinato la progettazione partecipata, assume la regia nell’ambito di una partnership rafforzata con Università e Asl Toscana sudest e di una visione coordinata che abbia per obiettivo rigenerare e riabitare uno dei parchi simbolo della città, luogo di storia e di memoria, polmone verde urbano.

Il direttore generale della Asl Antonio D’Urso: “è fondamentale che i co-protagonisti della rigenerazione del parco del Pionta, inevitabilmente portatori di interessi specifici, come per l’azienda sanitaria può essere la salute, si raccordino in un disegno complessivo che solo il Comune può delineare. La Asl è pronta a fare la sua parte, le risorse sono già state stanziate e i lavori nelle aree di nostra pertinenza cominceranno a breve. Un progetto grande non può essere costruito da frammenti isolati e giustapposti, serve un’azione armonica che trovi nella cornice di città di questa amministrazione comunale la sua giusta prospettiva. Noi ci siamo stati, ci siamo e ci saremo”.

“Assumiamo questo ruolo con impegno e senso di responsabilità - ha sottolineato l’assessore Francesca Lucherini - consapevoli del significato del Pionta per Arezzo fin dall’anno Mille, l’epoca dei vescovi riformatori di origine germanica e della schola di Guido Monaco. Adesso siamo negli anni 2000 e dobbiamo guardare avanti. Per quanto riguarda il Comune, i nostri interventi specifici potranno essere realizzati nella zona di proprietà che corrisponde sostanzialmente al parco pubblico. Per quanto riguarda invece il ruolo di regia, l’intero marterplan condiviso sarà oggetto di valutazione attenta da parte degli uffici affinché possa essere tradotto in piano attuativo e dunque entrare nel quadro urbanistico di riferimento che abbiamo adottato in funzione dell’Arezzo dei prossimi decenni”.

“L’Università - sottolinea la professoressa Francesca Bianchi - ha fortemente voluto la realizzazione di questo progetto con l’obiettivo di rigenerare il parco del Pionta. Il processo di rigenerazione, finanziato dalla Regione Toscana, assume un grande valore proprio in qualità di progetto condiviso, capace di coinvolgere studenti, associazioni e cittadini, ma anche di raccordare sinergicamente i tre importanti attori istituzionali che sono responsabili di strutture e servizi presenti nel Campus del Pionta”.

Cosa prevede il masteplan condiviso? Una delle mancanze emerse fin da subito è quella di arredi e installazioni adatte al gioco dei bambini a fronte di una grande quantità di spazio accessibile dai vicini quartieri residenziali. Le aree del “boschetto” e a sud sono state individuate come le più adatte a ospitarli.

“Il parco - ha ricordato l’assessore Lucherini - per sua stessa natura è stato inoltre individuato come adatto alla pratica sportiva. Il progetto ‘Sport nei Parchi’ promosso dall’assessore Federico Scapecchi risponde a questa esigenza a dimostrazione di come il Pionta sia l’orizzonte e la scommessa dell’intera giunta. Restano poi l’attuale campo da calcio, il prato per il gioco del cricket e l’area a nord: è chiaro che diventano difficilmente fruibili senza adeguati spogliatoi e bagni. Per questi, è stato prescelto l’edificio adiacente alla via dei ricercatori”.

Altre priorità: gli scavi archeologici nella zona del duomo vecchio da riqualificare e valorizzare con cartellonistica e destinando l’edificio accanto alla chiesa a centro culturale e spazio espositivo, l’uso del parterre per spettacoli soprattutto musicali, il superamento della situazione di “chiusura” che il parco soffre nei confronti dei quartieri. Sono state così individuate le principali “porte” di accesso mentre il parcheggio dedicato al personale dell’ospedale, attualmente sottoutilizzato, potrebbe essere aperto ai cittadini che giungono in auto. La sosta dentro al parco è ovviamente considerata off-limits. Via dei Ricercatori viene invece pensata non come un ingresso ma come una “piazza” che faccia da contraltare alla Palazzina dell’Orologio.

Veniamo a Villa Chianini: l’ipotesi più condivisa è quella di adibirla a punto ristoro, ristorante, bar, capace di animare la zona anche di sera. Per tre spazi “universitari” l’auspicio è quello di renderli accessibili a tutti: sono il bar attuale, il teatro e la biblioteca. È emersa inoltre da parte dei più giovani la voglia di un centro di aggregazione gestito dagli stessi: o nel secondo edificio dismesso all’ingresso di via dei Ricercatori oppure con un “punto studentesco” nell’attuale centro di aggregazione sociale.

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