La Toscana? Per Tito Barbini è un "Mondo nuovo, ma non abbiamo le mappe. Sbagliato non sedersi al tavolo con i 5 Stelle"

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"Che tristezza infinita." Esordisce così Tito Barbini analizzando il voto in Toscana. Barbini, scrittore a tempo pieno,  ex Sindaco di Cortona, ex Presidente della Provincia di Arezzo, alle ultime elezioni politiche ha aderito a LeU, è voce autorevole del centrosinistra 

"Il quadro che esce dal voto in Toscana è quello di una geografia politica nuova, un mondo sconvolto di cui non possediamo più le mappe, desolazione politica e culturale allo stato puro. La sinistra, tutta, è stata pesantemente sconfitta. Abbiamo perso Siena, Pisa, Massa e prima ancora Arezzo, Grosseto, Pistoia e tanti altri centri, grandi e piccoli, della nostra regione. Dovremmo vergognarci tutti per aver consegnato la nostra Toscana alla destra salviniana e leghista, ma in primo luogo deve vergognarsi il gruppo dirigente del PD, quello regionale, che dovrebbe dimettersi immediatamente e quello nazionale che dovrebbe convocare un congresso per cambiare radicalmente, come chiede finalmente Zingaretti, uomini e politiche. Mi viene da pensare che forse oggi il risultato sarebbe stato diverso se dopo la sonora sberla del 4 marzo il Pd avesse accettato di mettersi a un tavolo con i 5 stelle e dettare l’agenda di un nuovo governo. Invece si è accettato il ricatto di Renzi che, se pur dimissionario (persistente finzione), ha portato a compimento il suo disegno di distruzione del suo partito e della sinistra. Ha anticipato Martina andando in una trasmissione televisiva impedendo qualsiasi incontro e regalando cosi i 5 stelle a Salvini. Responsabilità storica di cui poco si è parlato. Anche Leu ha le sue responsabilità, una pattuglia politicamente sconfitta che dopo il 4 marzo ha scelto il silenzio e la divisione al suo interno balbettando confusamente. Adesso dobbiamo ricominciare da capo. Con umiltà. La crisi, non solo della sinistra italiana ed europea, ma della democrazia è troppo profonda per non imporci una riflessione collettiva di lungo periodo. Dico crisi anche della democrazia perché se siamo arrivati a questo risultato è anche perché non c’è più quel tessuto politico-sociale che i grandi partiti di massa offrivano un tempo al confronto, non ci sono più le sedi e i social sono diventati un noioso ammasso di sfoghi personali. Fra le cose che non so, c’è anche questa: come si fa a ricostruire una cultura e una pratica collettiva, un rapporto con l’altro, un senso di responsabilità comune, visto che non si possono reinventare i vecchi partiti e però non si può nemmeno fare a meno della funzione che essi assolvevano. Quello che so, tuttavia, è almeno questo: che il problema non si può eludere. Ce lo impone il fatto che viviamo un tempo di terribili cambiamenti, che stanno producendo e produrranno anche peggiori mutamenti nel nostro modo di vivere e di lavorare, nel crescere delle disuguaglianze e infine nella nostra appartenenza a un sistema di valori umano, rispetto ai quali il nostro pensiero di sinistra è balbettante.  Di fronte a una sconfitta elettorale di questa portata andare a cercare le spiegazioni residuali è un'esercizio di scarsa utilità, bisogna avere coraggio".

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Tito Barbini

Tito Barbini

Scrittore e politico italiano, Sindaco di Cortona dal 1970 al 1980, poi presidente della provincia di Arezzo

Amico personale di Francois Mitterrand, nel 2004 ha interrotto la sua esperienza politica, lasciando tutti gli incarichi per intraprendere un viaggio lungo 100 giorni, con uno zaino come unico bagaglio, che lo ha portato dalla Patagonia all'Alaska. Al ritorno ha scritto del viaggio nel libro Le nuvole non chiedono permesso e da quel momento si è dedicato a raccontare nei suoi libri i suoi viaggi successivi[2]. Nel 2016 è uscito il libro "Quell'idea che ci era sembrata cosi bella" -Da Berlinguer a Renzi, il lungo viaggio. Cinquant'anni di vita politica e istituzionale nel filo di un racconto sul fallimento storico del comunismo. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 ha aderito a Liberi e Uguali, in aperta polemica col PD di Matteo Renzi