Prof in agitazione, Sansoni: “condividiamo le ragioni dello sciopero degli insegnanti”

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Francesca Sansoni: “il decreto ministeriale è un attacco alla professionalità degli insegnanti, agli accessi all’insegnamento, al sistema pubblico di aggiornamento”.

“E’ difficile non condividere le motivazioni della sciopero indetto per domani, 30 maggio, dalle confederazioni sindacali in risposta al decreto 36/22 del Ministero dell’Istruzione – commenta Francesca Sansoni, responsabile scuola del Pd provinciale. Siamo infatti di fronte ad un nuovo attacco alla professionalità di una delle categorie da tempo più bistrattate della società: infatti nel decreto vengono toccati in maniera significativa temi come la retribuzione e la progressione delle carriere”.

Il decreto avrà fra le sue prime e più importanti conseguenze quella di  intaccare pesantemente la capacità di contrattazione della categoria. “Ma ci sono altre importanti ripercussioni come ad esempio il fatto di complicare a dismisura il percorso di ingresso nella scuola per i nuovi insegnanti con iter sempre più farraginosi ed oneri sempre maggiori ed interamente a proprio carico”.

Non solo, questo decreto consegna praticamente  per intero alle scuole di 'Alta Formazione' , cioè ad un soggetto esterno al sistema scolastico,  l’aggiornamento permanente dei docenti. “Si tratta – precisa Sansoni - di un chiaro tentativo di far passare come professionalizzante un sistema  di aggiornamento finanziato attraverso sforbiciate selvagge a risorse e personale. Di fatto l’ennesimo schiaffo morale e materiale alla categoria tutta  degli insegnanti, oltre che uno spreco clamoroso di risorse semplicemente vergognoso in tempi come quelli attuali”.

Difficile infine glissare sulla prospettiva di rinnovo di un contratto pluriscaduto sulla base di 84 euro lordi mensili.

Un’ultima osservazione sul metodo, dopo il merito:  “questo  decreto dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 29 giugno, ma le maggiori sigle sindacali chiedono che  la parte sulla scuola venga emendata. Il fatto di obbligare dall’alto una riforma che inciderà negativamente sulla scuola, senza  cioè un confronto con i sindacati di categoria, rivela un atteggiamento totalmente irrispettoso del dialogo che non appartiene affatto al modo di agire politico del Partito Democratico basato sul confronto e la concertazione”.

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