Sanità: sul tavolo la riforma della Asl, il centrodestra respinge, ma "aperta crepa nel disegno sanitario regionale"

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Donati e Sileno promuovono in Consiglio comunale la ridefinizione della governance dell’attuale Asl sud-est con tre zone-distretto a estensione provinciale e autonomia amministrativa. Pd favorevole, la maggioranza vota contro. Lucacci: "Atto che viene da chi ha partorito la riforma"

Jacopo Apa e Meri Stella Cornacchini hanno chiesto che l’amministrazione compia ogni atto per scongiurare azioni e provvedimenti che mettano in discussione il servizio di continuità assistenziale, la cosiddetta guardia medica. “Nei mesi scorsi, alcuni provvedimenti regionali comportavano uno stop nelle ore notturne, fascia nella quale va posta molta attenzione, in particolare nei confronti dei cittadini con patologie specifiche che necessitano di avere punti di riferimento certi, presenti e accessibili. Occorre garantire il diritto di assistenza medica per tutti e quindi farsi parte attiva per impedire questo tipo di scelte. In Consiglio Regionale, peraltro, è stato approvato un ordine del giorno all’unanimità di analogo tenore ma l’ordinanza in questione, la 107 del novembre dello scorso anno, è sempre in essere”.

Luciano Ralli: “ci pare un atto caratterizzato da strumentalizzazione politica nei confronti della Regione e per lo meno tardivo. L’ordinanza presa in considerazione era stata emanata in un momento di contagi crescenti quando era prioritario potenziare l’attività di tracciamento. L’ipotesi paventata sarebbe stata attuata solo dinanzi al verificarsi di una progressiva carenza di medici. Era una misura di emergenza. In realtà, l’applicazione di questa ordinanza non si è resa necessaria e non credo lo sarà in futuro”.

L’atto è stato approvato con 19 voti favorevoli e 11 astensioni.

È venuta poi la volta degli atti di indirizzo di Marco Donati e Valentina Sileno. Il primo ha riguardato le sezioni elettorali. La considerazione di partenza è che da molti anni gran parte delle stesse sono allestite all’interno di scuole materne, elementari o medie con conseguente interruzione delle lezioni. “In merito a questa eventualità, come noto il 2020 è stato caratterizzato dall’emergenza sanitaria che ha inciso sulle modalità didattiche e di conseguenza sui livelli di apprendimento di alunni e studenti. Chiediamo, per scongiurare ulteriori casi di stop alle lezioni almeno in corrispondenza del voto, una puntuale ricognizione delle sezioni al fine di individuare edifici alternativi da adibire a seggi”.

Giudizio favorevole da parte del Pd: “con le precedenti amministrazioni di centrosinistra, un piccolo segnale in questo senso è stato dato con lo spostamento nella locale pro loco del seggio al Bagnoro”. Anche per Michele Menchetti la questione è legata a “una volontà politica. Basta volerlo”. Marco Donati ha anche ricordato che “ci sono le palestre o i centri di aggregazione. Il patrimonio comunale consentirebbe una soluzione del genere, lungimirante, opportuna e da attuare non dall’oggi al domani ma con progressività”. Voto favorevole è stato annunciato da Francesco Romizi: “la questione è stata sollevata anche durante la campagna elettorale”. Voto contrario per Ora Ghinelli annunciato da Alessandro Calussi.

L’atto è stato respinto con 17 voti contrari e 12 favorevoli.

Seconda richiesta è stata quella di istituire un numero verde che consenta, in maniera gratuita, sia da telefono fisso che cellulare, di chiedere informazioni riguardanti gli uffici comunali, i servizi, i procedimenti, la modulistica, le segnalazioni, gli eventi, le iniziative e tutto quello che riguarda l’attività del Comune. Anche oltre l’orario d’ufficio. Giudizio positivo di Michele Menchetti. Marco Donati ha aggiunto che in questo caso non parliamo di digitalizzazione, ma di un servizio per coloro che usano il telefono tradizionale, “gli ‘invisibili’ che non hanno lo smartphone”.

Roberto Bardelli: “l’amministrazione sta lavorando a una soluzione in linea con quanto auspicato dai proponenti”.

Simon Pietro Palazzo ha ricordato che un numero sempre raggiungibile è stato attivato durante la pandemia e rispondeva l’assessore Lucia Tanti. “Come rilevato da Bardelli, il problema non è trascurato dall’amministrazione”.

Roberto Severi: “un’amministrazione pubblica non ha ragion d’essere h 24 ma segue un orario preciso. D’altronde ci sono le email a cui gli uffici rispondono con tempestività. E il servizio whatsapp attivato dallo Sportello Unico sta funzionando molto bene”.

L’atto è stato respinto con 19 voti contrari e 12 favorevoli. Un astenuto.

Terza richiesta è stata quella di una tempestiva e attenta ricognizione della stabilità dei ponti presenti nel territorio, specie nelle frazioni, che risultano danneggiati o compromessi dall’obsolescenza o dagli eventi meteorologici e che, dunque, possono generare pericoli o risultare causa di disservizi. Marco Donati ha citato i casi di Neschieto, Pieve a Quarto, Monte Sopra Rondine, Sassaia. “I cittadini chiedono interventi urgenti”. Con Donati si è schierato Alessandro Caneschi: “aggiungo il ponte sul Valtina al Bagnoro. Il Pd ha presentato varie interrogazioni in questo senso”.

Roberto Severi: “apprezzo gli intenti ma ci sono già organi competenti che devono assolvere a questi incarichi, cito il Genio Civile o la Provincia”.

Federico Rossi: “da quanto mi risulta è in atto un censimento dei ponti, inserito in un database continuamente aggiornato, arrivato già all’80% di quelli di competenza comunale”.

L’assessore Alessandro Casi ha confermato le parole di Rossi: “oltre al censimento è stato verificato lo stato attuale dei ponti ed è stata identificata la loro geo-localizzazione. Quello su via Don Minzoni è stato poi sottoposto ad attenzione particolare a risulta sicuro. Neschieto e Pieve a Quarto sono invece su strade vicinali e il Comune può intervenire parzialmente, fino al 20% se la strada è a uso privato, fino al 50% se a uso pubblico. Il mio indirizzo è andare comunque a risolvere entrambe le situazioni. Alcuni incontri tecnici, infine, sono stati fatti per i ponti la cui competenza è sia nostra che della Provincia”. Voto contrario annunciato da Simon Pietro Palazzo per Ora Ghinelli, da Francesco Lucacci per Fratelli d’Italia e da Egiziano Andreani per la Lega. Favorevole da parte del Movimento 5 Stelle.

L’atto è stato respinto con 20 voti contrari e 12 favorevoli.

Quarta richiesta quella di predisporre i cosiddetti Progetti utili alla collettività. “Il catalogo spazia dall’ambito culturale a quello sociale, passando per ambiente, attività artistiche, formazione e tutela dei beni comuni. Possono essere svolti anche dai beneficiari del reddito di cittadinanza, nel proprio Comune di residenza, in un percorso di autentico reinserimento”. Michele Menchetti e Francesco Romizi hanno dichiarato il loro voto favorevole: “non si possono comunque impiegare in questi casi, come risorsa umana, i dipendenti comunali”. Marco Donati ha sottolineato ancora che in questo modo il Comune potrebbe svolgere servizi aggiuntivi evitando l’impiego di risorse proprie. Ora Ghinelli con Simon Pietro Palazzo ha annunciato voto contrario perché “anche in questo caso l’amministrazione sta adoperandosi in linea con una visione precisa”.

L’atto è stato respinto con 16 voti contrari e 12 favorevoli.

Con il quinto atto di indirizzo, Donati e Sileno hanno chiesto di sviluppare progetti per diffondere la cultura della legalità nelle scuole e negli istituti di ogni ordine e grado. Di realizzare un attento monitoraggio del territorio, alla luce della sua vasta estensione e dell’alto numero di frazioni presenti, attraverso la divisione in quattro quadranti presidiati da squadre della polizia municipale che si dedichino alla propria zona di competenza, prediligendo il pattugliamento pedonale. Di istituire i Centri civici di ascolto, comitati di cittadini che, recuperando l’esperienza positiva delle ex circoscrizioni, in collaborazione con la rete dei centri di aggregazione sociale, garantiscano un’interlocuzione stabile attraverso riunioni periodiche con la polizia municipale e gli amministratori, realizzando così un duplice obiettivo: riqualificare la vita dei quartieri e fungere da “antenne permanenti” in grado di captare i bisogni del territorio. Le riunioni del Comitato sicurezza e ordine pubblico dovrebbero inoltre avere cadenza mensile. Ultimi punti: potenziamento del sistema di videosorveglianza, specie in aree sensibili come parcheggi, parchi o zone a concentrazione commerciale, “bandiera del sindaco Ghinelli già dal 2015”, e una “squadra antidegrado” nell’ambito della PM.

Valentina Vaccari ha sottolineato come “molti cittadini del centro storico, ad esempio, chiedono maggiori controlli. L’accento sulle scuole è molto attinente: alcuni percorsi sono già in essere, coerentemente alle indicazioni ministeriali”.

Francesco Palazzini: “nel nostro programma è già presente la creazione del nucleo antidegrado, con l’utilizzo di strumenti nuovi, tecnologicamente avanzati, a garanzia della sicurezza cittadina. Sono certo che i proponenti rimarranno favorevolmente sorpresi dal lavoro di questa amministrazione”.

Michele Menchetti: “quando parliamo di sicurezza non possiamo non citare Campo di Marte e il Pionta e le risposte per ora latitano”.

Simon Pietro Palazzo: “siamo dinanzi a un atto di ampia portata, non si può votare la re-istituzione delle circoscrizioni, una questioni di portata addirittura costituzionale, assieme a un nuovo perimetro del territorio. Occorrerebbero proposte più mirate. L’atto potrebbe essere ritirato e rimodulato. Esistono già delle idee in campo, come sottolineato da Palazzini. Cito inoltre che in questa Giunta siede un assessore con delega alle periferie che ha cominciato un percorso di ascolto in vista di un cambio di passo”.

Donato Caporali: “nel precedente mandato era stato approvato un atto di indirizzo sulla sicurezza che riecheggiava alcune proposte del presente. Soprattutto sul tema della cittadinanza attiva nelle frazioni o su quello del coordinamento interforze. C’era anche nel primo mandato Ghinelli un assessore alle periferie ma non ha portato a chissà quali risultati o benefici”.

Renato Viscovo: “nelle scuole superiori sono stati aperti punti di ascolto sui problemi cittadini: ci sono dunque progetti già attivi a prescindere dall’atto di indirizzo”.

Voto contrario per Fratelli d’Italia annunciato da Francesco Lucacci e per la Lega da parte di Federico Rossi.

L’atto è stato respinto con 19 voti contrari e 12 favorevoli.

Sesta richiesta è stata quella di un polo formativo, strutturato come accademia, attraverso una sinergia stabile tra Comune, università, istituti tecnici superiori e imprese, utilizzando allo scopo le società in cui l’amministrazione ha quote di partecipazione diretta, Nuove Acque, Aisa, Atam, Arezzo Multiservizi, Arezzo Casa, Arezzo Fiere e Congressi, Aisa Impianti, Coingas, Lfi, Afm, o indirette, Estra. “Occorre inoltre incentivare la nascita di nuovi corsi di laurea e post-laurea, valorizzando l’università, promuovendo nuove relazioni e coltivando quelle esistenti con altri prestigiosi atenei, e di percorsi formativi d’istruzione tecnica superiore attraverso un confronto costruttivo con l’assessore regionale preposto. Come sede ideale del polo formativo proponiamo l’area del Pionta, non un posto a caso ma un luogo simbolo. Se il territorio non trova certe figure professionali, si indeboliscono le imprese e si tradiscono le attese delle nuove generazioni. Dobbiamo interrogarci su questi problemi nella maniera più costruttiva possibile, uscendo dalla logica maggioranza-opposizione. La politica deve battere un colpo e il grande assente, nella fase attuale, è il Comune. D’altronde la Giunta su questi atti di indirizzo non partecipa al dibattito e si distingue per la sua non presenza”.

Simon Pietro Palazzo: “l’argomento è attuale e i dati li conosciamo. Invito allora il gruppo Scelgo Arezzo a elaborare un progetto concreto, senza sciorinare solo numeri e limitandosi a una fotografia della situazione. La maggioranza sarebbe disponibile a prenderlo in considerazione. Attenzione poi a fare una scuola che all’atto pratico non raggiunge i risultati sperati e cito il caso del corso in Conservazione dei beni culturali”.

Andrea Gallorini ha dichiarato il favore del Pd a questo atto di indirizzo mentre Renato Viscovo ha ricordato come ci siano scuole che lavorano in questa direzione: “cito l’indirizzo di moda o il caso dei geometri impegnati nel campo della sostenibilità”. Per Michele Menchetti l’atto potrebbe portare benefici ad Arezzo legati a una maggiore frequentazione della città da parte di giovani.

L’atto è stato respinto con 19 voti contrari e 11 favorevoli.

Settima richiesta, “che nasce dalla fragilità del territorio come evidenziato dagli eventi atmosferici estremi che lo hanno colpito lo scorso anno”, è stata quella di stipulare una convenzione con la Regione Toscana per essere ente attuatore e poter monitorare puntualmente lo stato di progettazione e di realizzazione delle opere utili a prevenire il rischio idraulico e idrogeologico. “Occorrono inoltre nuove soluzioni per lo smaltimento delle acque in eccesso, in sinergia con il gestore della rete fognaria, opere diffuse di rigenerazione urbana per recuperare suolo permeabile, il coinvolgimento dei cittadini attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e più efficaci strumenti di comunicazione quali app o social network per dare e ricevere informazioni immediate in caso di emergenza. Via Romana, via Tripoli ma anche altre zone sono a rischio, anche qui serve da parte dell’amministrazione comunale un cambio di passo”.

L’assessore Marco Sacchetti: “la problematica è complessa per tutta una serie di ragioni, dai cambiamenti climatici alla conformazione morfologica e urbanistica del territorio. Innanzitutto è opportuno attivare adeguate azioni di sensibilizzazione a favore dei cittadini, come l’allerta per i sottopassi per evitare che le auto vi entrino mentre piove copiosamente. Per le opere infrastrutturali, ricordo l’accordo di programma, risalente ad anni fa, tra Provincia e Comune, quando la Provincia aveva competenza sui corsi d’acqua. Non a caso cominciò la progettazione delle casse di espansione su Castro e Bicchieraia, interventi comunque legati a normative molto articolate che hanno prolungato i tempi. Poi le competenze sono passate alla Regione Toscana e quest’ultima ha assunto anche un ruolo attuativo. Per Arezzo sono stati approvati 9 interventi sull’assetto idraulico, soprattutto per la parte nord della città: 4 vedono la Regione come soggetto attuatore, per 4 la Regione si avvale del Consorzio di bonifica, di uno soltanto il Comune è soggetto attuatore. Reputo questa gestione centralizzata un grande limite. Non solo a oggi nessun intervento è iniziato ma i procedimenti non risultano in stato avanzato. Per Castelsecco, unico intervento che ricade sul Comune, abbiamo già stanziato le risorse e sono in corso le procedure per l’incarico di progettazione. A dimostrazione di una diversa capacità di operare. Altri ambiti di intervento riguardano via Romana e coinvolgono il sistema fognario: anche qui le risorse ci sono, messe a disposizione da Nuove Acque, il Comune è disposto a fare la sua parte, anche economica, ma questo progetto è subito risultato molto complesso ed è stato deciso di rimodularlo. Una riunione è in programma la prossima settimana. Ritengo questo atto di indirizzo non necessario perché stiamo monitorando la situazione che non è nelle nostre esclusive disponibilità”.

Giovanni Donati ha reputato “doveroso” l’atto di indirizzo perché il problema viene trascurato da anni. “Solo il Comune non prende in considerazione il reticolo secondario delle aree a rischio allagamento. Al Bagnoro, ad esempio, è quello che crea problemi, favorito dall’abbandono dei terreni e dall’incuria dei fossi. Ma qualcuno del Comune è mai andato a controllare il canale lungo la ferrovia che sfocia nel Vingone? Non si può demandare tutto ad altri e farsi scudo dei problemi causati da enti di livello superiore”. Voto favorevole annunciato da Michele Menchetti per il Movimento 5 Stelle, contrario da Francesco Lucacci per Fratelli d’Italia “visti i problemi di competenza rilevati e sottolineati dall’assessore. E in merito al problema della competenza, occorrerebbe fare valere le responsabilità anche penali proprio degli enti preposti”.

L’atto è stato respinto con 18 voti contrari e 10 favorevoli.

Sulla sanità, Donati e Sileno hanno chiesto di promuovere la ridefinizione della governance dell’attuale Asl sud-est, nata con la legge regionale del 2015, con tre zone-distretto a estensione provinciale e piena autonomia amministrativa. “A tali zone può essere affidata la gestione di larga parte del budget di finanziamento pro-capite, il 75%, lasciando il rimanente alla direzione generale unica. Altro correttivo all’attuale struttura aziendale è il rafforzamento del governo clinico nei presidi ospedalieri, con l’istituzione del collegio elettivo dei sanitari di presidio e un esecutivo a mandato non rinnovabile e un ruolo di consulenza gestionale nei confronti della direzione generale. Occorre inoltre che al San Donato vengano messe in atto una serie di misure, variamente associabili fra loro, per sopperire alle gravi carenze di organico in aree critiche, in particolar modo anestesia-rianimazione e pronto soccorso. Non possiamo tornare indietro rispetto alla legge del 2015 ma certo possiamo implementare un processo di riavvicinamento ai territori. La sanità aretina pubblica continua a essere un’eccellenza grazie al personale che vi opera e la speranza è che non si indebolisca. Anche qui il sollecito è per un voto bipartisan, sarebbe un atto politico significativo, e metterne poi al corrente i rappresentanti aretini in Regione. La polemica strumentale non ci agevola”.

Angiolo Agnolucci: “la letteratura internazionale ci colloca ancora fra le migliori sanità al mondo. Quando si parla di sanità non basta citare gli ospedali ma occorre guardare all’intero territorio e a un fatto strutturale: la popolazione invecchia e le spese familiari per la sanità privata aumentano. Con la famosa riforma delle macro-aree, se guardiamo la mappa della Toscana la nascita della Asl sud-est ha generato un allontanamento progressivo da Arezzo delle scelte e molti disagi, compresi quelli comunicativi fra gli stessi operatori sanitari. Chiedo che in questo atto si scriva di impegnare il Comune a dialogare con la Regione per un nuovo disegno complessivo”.

Francesco Lucacci: “voteremo no perché questa è una nostra battaglia, perché questo atto viene da chi ha partorito la riforma, non siamo noi ad avere danneggiato la sanità aretina. Fratelli d’Italia continuerà la sua battaglia per tornare alla nostra Asl e contro tutto quello che la legge regionale ha prodotto”.

Voto favorevole annunciato da Michele Menchetti: “siamo contenti che altre forze politiche abbiano sposato la nostra battaglia per un hospice al Pionta”.

Roberto Bardelli: “la riforma è del 2015 e quindi sono passati 6 anni. Non chiedo assunzioni di responsabilità ma finora nulla è stato fatto, nessuno ha chiaro come ridefinire la sanità toscana. Non è con questo atto di indirizzo che riusciremo a ribaltare la situazione”.

Francesco Romizi: “gli interventi della maggioranza sono imbarazzanti: forze politiche che si scagliano contro la sanità toscana e sostengono la sanità lombarda sulla quale indagano anche le procure. Ma ancora più discutibile è dire: siamo d’accordo ma non lo votiamo perché viene da voi. Siamo nel Consiglio Comunale di Arezzo, questa proposta non è stata avanzata da un assessore regionale”.

Per Valentina Sileno, “votare contro significa indebolire Arezzo” e anche Donato Caporali ha stigmatizzato l’atteggiamento della maggioranza. Francesco Lucacci ha replicato che “la sanità in Lombardia non è certo gestita da noi. Consiglio alla minoranza di manifestare a Firenze”.

Luciano Ralli: “se facciamo a gara a chi ha danneggiato, accorpato, dimezzato le aziende sanitarie, bisognerebbe guardare oltre i nostri confini. I problemi della sanità riguardano il personale e le risorse. La nostra realtà è fra le migliori d’Italia, di livello superiore a molte zone della stessa Toscana. Pensare di avere tutti i servizi in tutti gli ospedali è una cosa irreale che non c’è in alcuna parte del mondo. Il problema sarà di trattenere e mantenere i servizi che già ci sono. Nell’atto di indirizzo rilevo lo sforzo per difendere il potenziale esistente della nostra realtà. Io credo che sarebbe più forte anche il sindaco se venisse approvato”.

Roberto Cicciniello: “ho letto tutti gli atti di Marco Donati e Valentina Sileno e devo dire che ci sono spunti interessanti. Perché allora non mostrare umiltà ed elaborare insieme proposte su argomenti così importanti? E bisognerebbe risparmiare a ogni mozione l’appello alla condivisione e alla responsabilità. Non mi sento irresponsabile a votare contro perché evidentemente non ne condivido tutti i contenuti”.

Simon Pietro Palazzo (“apprezzo che il centrosinistra abbia aperto una crepa nel disegno sanitario regionale”) e Federico Rossi hanno annunciato il voto contrario di Ora Ghinelli e Lega. Voto favorevole annunciato da Alessandro Caneschi per il Pd: “dalla maggioranza solo politicizzazione senza che abbia colto il significato di questo atto”. Francesco Lucacci per Fratelli d’Italia ha ribadito le ragioni del voto contrario del suo gruppo: “abbiamo il diritto di bocciare un atto di indirizzo che arriva con un ritardo di anni”.

L’atto è stato respinto con 19 voti contrari e 11 favorevoli.

Con il loro ultimo atto di indirizzo, i consiglieri comunali di Scelgo Arezzo hanno chiesto il potenziamento del centro affidi allo spazio famiglia attraverso la formalizzazione di un’equipe “dedicata” socio-psico-pedagogica che comprenda anche una figura di pedagogista. “Occorre inoltre rafforzare il percorso di sostegno alle famiglie affidatarie nel loro compito educativo, sostenendo le loro competenze e la loro disponibilità soprattutto nei momenti iniziali e in quelli in cui la famiglia affidataria e quella di origine s’incontrano. In merito alla seconda, bisogna migliorare le residue capacità genitoriali per favorire così il rientro in famiglia del figlio affidato. Chiediamo infine la costituzione di una consulta infanzia, adolescenza e famiglia formata dall’equipe del centro affidi, dal coordinamento Affid.Ar, dalla Asl e dall’istituzione scolastica per una più mirata co-progettazione dei piani di intervento a tutela dei minori e a sostegno della genitorialità, come azione preventiva indispensabile per favorire la permanenza di ogni bambino nella propria famiglia di origine ed evitarne il più possibile l’allontanamento”.

Apprezzamento è stato manifestato da Donella Mattesini: “il tema del sostegno alla genitorialità è fondamentale. Abbiamo famiglie sempre più con problemi organizzativi, economici, relazionali. A quelli tradizionali se ne aggiungono di nuovi, basti pensare al bullismo. I dati su alcol e stupefacenti ad Arezzo sono preoccupanti. I minori sono spesso sballottati o lasciati soli. I bambini adottati, se stranieri, hanno difficoltà, ad esempio in ambiente scolastico. Ma l’abbandono scolastico tocca cifre importanti anche in termini generali. Gli affidi, poi, si portano dietro cicatrici che vanno curate. Sarebbe importante che un’amministrazione comunale facesse un ragionamento sui servizi e mettesse in campo la volontà di creare relazioni. Affid.Ar è un gioiello e non va abbandonato”.

Favorevole anche Michele Menchetti: “l’auspicio è che il sostegno vada esteso a tutte le famiglie”.

Il vicesindaco Lucia Tanti: “la Giunta è presente. Si tratta di atti di pertinenza dell’assemblea che se approvati impegnano la Giunta ad andare in una determinata direzione. Non vogliamo quindi entrare nel merito, intelligentemente, ma restiamo in ascolto, con attenzione, per capire cosa delibera il Consiglio Comunale e comportarci di conseguenza”.

Voto contrario per Ora Ghinelli annunciato da Mattia Delfini.

L’atto è stato respinto con 17 voti contrari e 12 favorevoli.

Michele Menchetti ha ritirato il proprio atto di indirizzo per la creazione di un percorso turistico legato agli alberi con caratteristiche di monumentalità. “Mi è stato anticipato dalla presidente della commissione consiliare cultura, Ilaria Pugi, un progetto in merito. Da una parte c’è la volontà di dare impulso alla ripresa del turismo, dall’altra c’è la necessità di valorizzare e allo stesso tempo tutelare l’ambiente. Ricordiamo che abbiamo un solo albero monumentale riconosciuto ufficialmente, che è la Bella di Ceciliano ma siamo convinti che il Comune possa fregiarsi di molti esemplari che presentano caratteristiche storico-paesaggistiche importanti. A Sargiano, ad esempio, abbiamo il Leccio di Gnicche, purtroppo non più riconosciuto monumentale a causa di una malattia ma sempre imponente. Un ringraziamento al Corpo Forestale dello Stato e alla Provincia di Arezzo che anni fa realizzarono il libro ‘Gli alberi della memoria’, ispiratore e guida per questo atto di indirizzo”.

Ilaria Pugi ha confermato l’attenzione dell’amministrazione comunale per un suddetto progetto.

Meri Stella Cornacchini ha chiesto di adattare alcune panchine presenti in città prendendo spunto dal tema drammatico del femminicidio. Sulla scia dell’azione dimostrativa dell’artista Karim Cherif che ha dipinto di rosso, disegnandoci due grandi occhi, una panchina a Torino. “Questa, di conseguenza non è più solo un posto dove sedersi ma è diventata un’architettura simbolica. ‘Panchine rosse’ è diventato un progetto nazionale che non ricorda solo le vittime della violenza ma che incentiva la sensibilizzazione sull’argomento. Un’attenzione particolare, in merito a quest’ultimo aspetto andrebbe rivolta alle scuole con specifiche iniziative”.

Marco Donati ha proposto di integrare l’atto di indirizzo con l’impegno per la Giunta nella ricerca di una nuova sede a Pronto Donna.

Michele Menchetti ha chiesto che il Comune aderisca di nuovo alla Rete antidiscriminazione da cui è uscito nel 2015.

Francesco Romizi ha auspicato che l’amministrazione comunale sia presente, a differenza dei precedenti 5 anni, nelle politiche di genere e contro ogni forma di discriminazione.

Jacopo Apa ha ricordato che nel dispositivo finale è già riportata la sollecitazione di Marco Donati. “L’atto è molto aperto in questo senso, citare un solo soggetto appare restrittivo”.

Voto favorevole annunciato da Ilaria Pugi per Ora Ghinelli, da Federico Rossi per la Lega, da Francesco Lucacci per Fratelli d’Italia.

L’atto è approvato all’unanimità con 27 voti.

Gli ultimi atti di indirizzo e mozioni affrontati dal Consiglio Comunale nella tarda serata di giovedì 28 gennaio hanno riguardato l’accessibilità universale, il caso Regeni e una questione toponomastica.

Con la prima mozione, infatti, Michele Menchetti ha chiesto al sindaco di illustrare in aula il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, di promuovere una campagna di ascolto per raccogliere segnalazioni sulle barriere che limitano l’accesso a spazi e servizi comunali, di dare vita alla figura di riferimento, rendendola pienamente operativa, del disability manager, promuovendone l’istituzione anche presso le aziende partecipate. La mozione è stata respinta con 18 voti contrari e 10 favorevoli.

Sempre Michele Menchetti ha portato all’attenzione dell’aula la vicenda di Giulio Regeni, il giovane italiano di 28 anni, ricercatore e dottorando dell’università di Cambridge, barbaramente torturato e ucciso in Egitto a inizio 2016 e il cui corpo fu abbandonato lungo una strada. La richiesta iniziale è stata modificata grazie a un emendamento di Simon Pietro Palazzo: le richieste sono dunque di intitolare una via o piazza a Regeni e promuovere pubbliche iniziative per mantenere alta l’attenzione sul caso. Approvata all’unanimità dai 29 votanti.

Simon Pietro Palazzo e Mattia Delfini hanno chiesto di intitolare una strada alle professioni sanitarie per riconoscere il loro impegno nel fronteggiare la pandemia. “Parliamo di tutto il personale sanitario: medici, infermieri, operatori sociosanitari e volontari, verso i quali si è espresso il sostegno della popolazione attraverso pubbliche attestazioni di stima, ringraziamenti, donazioni, campagne mediatiche. Presso l’ospedale esistono due ipotetiche soluzioni: la strada che divide la collina del Pionta dagli accessi ai poliambulatori e la porzione di via Pietro Nenni antistante all’ingresso centrale”. Approvata all’unanimità dai 30 votanti.

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