Giani chiede fasce di rischio su base provinciale, Ghinelli ricorda che Grosseto, Siena e Arezzo sono un'unica Asl
Giani chiede poteri speciali, con l'idea di separare le sorti di Grosseto e Siena, in cui la cui situazione sanitaria è senza dubbio migliore, da altre altre province, Arezzo compresa. Ghinelli non ci sta e ricorda che "Siena, Grosseto ed Arezzo sono gestite da un’unica azienda sanitaria"
Un nuovo decreto governativo per attribuire ai presidenti di Regione “poteri per stabilire, in modo autonomo, le fasce di rischio all’interno delle proprie regioni”. È la posizione del presidente della Regione Eugenio Giani, che in un’intervista pubblicata questa mattina sul Tirreno propone una valutazione su base provinciale delle fasce di rischio. “Le distinzioni sono necessarie – ha aggiunto Giani - A Grosseto i contagiati sono 39 su una popolazione di poco più di 220mila persone, con un tasso di contagio di 17,6 persone per 100mila abitanti. Perché deve subire le stesse restrizioni di Massa, dove con 257 contagiati su meno di 195mila residenti i casi sono 131,9 per 100mila abitanti?”. Secondo Giani il potere di valutazione delle fasce nelle varie regioni dovrebbe “spettare al presidente, sentito semmai l’Istituto superiore di sanità”.
Alessandro Ghinelli replica a Giani nel corso del consueto punto della situazione quotidiano sul contagio:
"Si riducono in maniera sensibile i numeri del contagio da coronavirus, sia in provincia che in città: 100 i casi positivi nella prima, dei quali 34 nella seconda. Di certo una notizia confortante che, sappiamo comunque bene tutti, va valutata con estrema prudenza. La stessa prudenza che dobbiamo usare nella nostra quotidianità insieme al rispetto delle regole igienico-sanitarie e delle restrizioni imposte da questo periodo di “zona rossa”. Se di una cosa abbiamo certezza, riguardo questa pandemia, è che il virus è purtroppo ancora particolarmente attivo e aggressivo e uno dei modi più efficaci per contrastarlo, e che purtroppo coincide con una delle limitazioni che ci costano di più, è il mantenimento della distanza tra di noi, anche dalle persone più care. E’ un sacrificio grande che ci viene chiesto, ma fino a quando potremo dire di averlo sconfitto, dobbiamo sforzarci di rispettare questo comportamento, così come di indossare correttamente la mascherina e igienizzare frequentemente le mani. E poi c’è lo screening di massa, quello che, su base volontaria, stiamo avviando sui nostri bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 14 anni, un’azione preventiva responsabile e di grande importanza. La mappatura avverrà tramite il cosiddetto “pungidito”, test sierologico assolutamente non invasivo e veloce ma che davvero può contribuire in maniera determinante a contrastare la diffusione del virus: assolutamente affidabile nella identificazione della negatività, l’eventuale risultato contrario sarà successivamente verificato velocemente dal tampone. Chiudo con una riflessione circa la notizia che il Presidente regionale Giani potrebbe chiedere l’uscita dalla “zona rossa” delle provincie di Siena e Grosseto: sottolineo che Siena, Grosseto ed Arezzo sono gestite da un’unica azienda sanitaria che è l’Asl Toscana sud-est, e che per questa area gli ospedali Covid individuati sono il nostro San Donato e l’ospedale Misericordia di Grosseto. Un rilascio delle provincie potrebbe significare un ulteriore stress per il nostro ospedale nell’ottica della ridistribuzione dei pazienti. E questo, in questo momento, non è una prospettiva sostenibile. Ce la faremo".