Comitato Acqua Pubblica: "Servizio idrico, la prossima amministrazione comunale ci ascolti"

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"Cinque anni fa la partecipazione del Comitato Acqua Pubblica alle elezioni comunali di Arezzo, al di là del risultato conseguito, consentì al tema della gestione dell'acqua di essere fra gli argomenti centrali della campagna elettorale": comincia così una nota rivolta ai candidati a sindaco del capoluogo dal gruppo presieduto da Gianfranco Morini che si batte per un servizio idrico in mano pubblica

"Del resto che ad Arezzo il tema della gestione dell'acqua sia da sempre particolarmente sentito lo dimostrano i risultati dei referendum del 2011 dove, nonostante una forte campagna di non voto mirante a non far ottenere il quorum, ben 43.156 cittadini del Comune di Arezzo si recarono alle urne e ben 40.871 (il 96%) di loro votò a favore della gestione pubblica e senza profitto dell'acqua", si legge nel comunicato del comitato. "Preso atto che nell'imminente tornata elettorale ci sono otto candidati che si contenderanno la carica di sindaco di Arezzo, riteniamo opportuno e corretto nei confronti dei cittadini che essi si esprimano chiaramente su come intenderanno agire nel corso dei cinque anni del loro mandato, se eletti, in merito alla gestione del servizio idrico integrato".

Il Comitato Acqua Pubblica chiede per prima cosa che i candidati facciano sapere "se condividono la volontà del 96% dei cittadini che si recarono al voto nei referendum del 2011. E nel caso affermativo si devono impegnare ad usare tutti i mezzi a loro disposizione per attuarne la volontà, nel rispetto delle leggi vigenti, facendosi promotori di due opportune integrazioni allo Statuto del Comune". La prima per introdurre un nuovo comma che sancisca il diritto umano all'acqua, "ossia all'accesso all'acqua come diritto umano universale e che venga attribuito all'acqua lo status di bene comune pubblico inalienabile, garantendo che la proprietà e la gestione della rete di acquedotto, potabilizzazione, distribuzione, fognatura e depurazione siano pubbliche e inalienabili". La seconda integrazione richiesta dal gruppo riguarda invece i servizi pubblici comunali: "Va specificato che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale di interesse generale privo di rilevanza economica e che il Comune di Arezzo [...] realizza tale missione attraverso il perseguimento della gestione pubblica del servizio idrico integrato effettuata da un soggetto o ente di diritto pubblico non tenuto ad osservare le regole del mercato e della concorrenza".

Inoltre, secondo il Comitato, "il sindaco del Comune di Arezzo, che è l'ente locale nettamente più importante in seno alla Conferenza di ambito n. 4 e il maggiore azionista di parte pubblica di Nuove Acque, è chiamato ad esprimere dei propri rappresentanti in seno al consiglio di amministrazione di Nuove Acque, nel consiglio direttivo e nell'assemblea dell'Ait (Autorità Idrica Toscana). Riteniamo che a questi rappresentanti debba essere dato, da parte del sindaco, un mandato politico preciso e coerente con l'esito referendario fin dal momento dell'affidamento dell'incarico".

Il Comitato Acqua Pubblica dedica un focus particolare fra le sue richieste alle tariffe del servizio idrico aretino, "che sono fra le più care d'Italia".

"Il Comune di Arezzo può fare molto. Infatti le tariffe sono così alte non solo perché contengono l'illegittima componente del profitto, ma anche perché vanno a coprire ingenti costi di gestione e di investimento di cui nessuno - a parte il soggetto privato di Nuove Acque - sa nulla. Come è noto all'indomani del referendum alla componente tariffaria del 'profitto' venne semplicemente cambiato nome con ciò eludendo completamente la volontà dei cittadini, ma nulla impedisce agli enti locali che lo vogliono di non applicare la componente del profitto, comunque denominata, nelle tariffe del servizio idrico, abbassando le stesse a favore di tutti i cittadini.

Ebbene il Comune di Arezzo deve istituire un Tavolo Tecnico Permanente aperto anche alla partecipazione di altri comuni e di nostri rappresentanti anche in considerazione del fatto che il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo svolge da anni, nell'intero ambito idrico aretino, un ruolo determinante per la tutela degli interessi degli utenti. [...] Nel caso in cui venissero riscontrate delle incongruenze il Comune di Arezzo, coinvolgendo anche gli altri comuni, deve poi essere disposto a contestarle con determinazione e - se necessario - aprire un vero e proprio contenzioso con il gestore.

Auspichiamo che su quanto sopra esposto ci sia un pronunciamento pubblico forte e chiaro da parte di coloro che si candidano ad amministrare il Comune di Arezzo nei prossimi cinque anni".

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