Disonorevoli in Parlamento, specchio del Paese. È il più caro d'Europa: ecco le cifre

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Prendersela con quei tre “onorevoli”, onorevoli per modo di dire, che hanno percepito i 600 euro di aiuto per le partite IVA, è come sparare sulla Croce Rossa. E’ una vicenda che merita disprezzo, nulla di più.

Perché se andassimo oltre, dovremmo avere il coraggio di riconoscere che il Parlamento è lo specchio del paese. Uno specchio rotto. Altrimenti non si spiegherebbero gli operai, le commesse e i camionisti costretti a rientrare a lavorare, pur percependo la cassa integrazione. E che dire degli assentisti, dei doppiolavoristi, dei professionisti che guadagnano meno del guardiano notturno? Un elenco infinito di malcostume che ognuno può aggiornare a piacimento.
La classe politica però è un caso speciale e qualcuno pensa di aver trovato la soluzione al declino riducendo il numero dei parlamentari.
Ne dubito. Il problema non è il numero, o meglio, non è solo il numero di deputati e senatori. Se guardiamo le cifre, gli unici che tengono bassa la media in Europa, sono gli spagnoli con 350 deputati, per il resto abbiamo il Bundestag tedesco, composto da 709 membri, la Camera dei Comuni inglese con 650, l’ Assemblea Nazionale Francese con 577, mentre la Camera dei Deputati italiani è di 630.
Sola questione di numeri dunque? No, è questione d’indennità. In Italia un parlamentare percepisce 10.435 euro lordi, in Germania 7.668, in Francia 7.100, in Gran Bretagna 6.350 e in Spagna 2.813. Questo sarebbe un argomento da affrontare e non ci vogliono leggi costituzionali per modificare il sistema. Tuttavia, oltre alle indennità, esiste un altro tema che molti evitano: la selezione degli eletti. La qualità politica, culturale, mi verrebbe da dire umana, di chi è mandato in parlamento, in molti casi, è assai modesta. E qui il gioco di specchi tra società civile e classe politica diventa evidente. Non mi stancherò mai di dirlo, i politici "piacioni", ignoranti e incompetenti sono la rovina di questo paese. Non me ne faccio niente di personaggi che passano le giornate a imbellettarsi sui selfie, magari vestiti da cretini e con il culo all’aria. Preferisco cento volte uno con l’abito scuro, la faccia un po' triste che risolve i problemi. Ma la cosa più grave è che queste mezze cartucce vanno avanti perché non c’è più legame tra eletto ed elettori, sono i vertici dei Partiti a decidere chi entra in Parlamento e di norma entrano quelli che dicono sempre di sì. Può, questa classe politica, chiedere sacrifici alla gente? Perché, al di là delle belle parole ci saranno sacrifici nel prossimo futuro. No, non li può chiedere. Come diceva Berlinguer, per taluni un dinosauro: “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi”. Ecco da dove cominciare. Solo con la coscienza a posto si potrà chiedere alla gente di fare il proprio dovere.

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Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.