Strage di Bologna: ai Nar soldi da Gelli. Ghinelli chieda scusa agli aretini

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Tra pochi giorni si ricorda la strage alla stazione di Bologna avvenuta il due Agosto del 1974. Sindaco Ghinelli, le rivolgo una domanda: nel momento in cui si ricandida alla guida della città, non le sembra arrivato il momento di chiedere scusa agli aretini?

Fu lei, infatti, ad affermare che Licio Gelli era un “cittadino esemplare” di cui la nostra città doveva andare fiera. Ecco, finalmente un altro pezzo di verità che coinvolge il defunto capo della loggia P2, uno dei più grandi criminali della storia italiana del 900. Quindi, secondo i documenti desecretati in questi giorni, fu direttamente Licio Gelli a consegnare ai Nar l'anticipo di denaro per l'esecuzione della strage di Bologna. Ne sono convinti i magistrati della Procura generale che hanno indagato su mandanti e finanziatori dell'attentato del 2 agosto 1980 (come esecutori sono già stati condannati in via definitiva Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Il venerabile capo della P2, accompagnato da un suo factotum, alcuni giorni prima della bomba alla stazione, incontrò alcuni esponenti della destra eversiva a cui consegnò un milione di dollari in contanti. Gli inquirenti sono riusciti a stabilire con certezza la presenza di Gelli e dei terroristi, nello stesso giorno e in una precisa località. La vicenda è stata ricostruita nelle indagini condotte da Digos, Guardia di Finanza e Ros, analizzando i flussi di denaro che tra il 1979 e il 1982, partivano dal Banco Ambrosiano per arrivare sui conti cifrati svizzeri e, dopo una serie di passaggi schermati, a Gelli. In questi anni ho scritto molti articoli per denunciare tutti i crimini e le malefatte di cui il materassaio di Castiglion Fibocchi si era macchiato. Ne ho parlato diffusamente nel mio libro “Quell’idea che ci era sembrata cosi bella”. Dal colpo di stato in Argentina, sostenendo i militari golpisti iscritti alla P2, fino a rendersi complice del “desaparecidos” di origine italiana. Le trame eversive e la strategia della tensione. I rapporti documentati e oggetto di sentenze definitive con i fascisti e il terrorismo nero nella nostra città. Potremmo non finire mai con l’elenco dei veleni e delle manovre che hanno inquinato la vita democratica del nostro paese. Ecco, sindaco Ghinelli, perché, oggi, dopo queste rivelazioni, non sono più procrastinabili, le sue scuse alla città per quella frase di cui non si è mai pentito. Altrimenti, per colpa sua, resta una macchia indelebile sull’intera città. Io non sono comunque tra i suoi elettori, ma la frase da lei pronunciata denota una concezione inquietante della democrazia e della funzione istituzionale per cui chiede di essere confermato. Ecco perché noi cittadini ci sentiamo offesi nell’essere compresi con il “cittadino esemplare” Licio Gelli. Ecco perché chiediamo le sue scuse.

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Tito Barbini

Tito Barbini

Scrittore e politico italiano, Sindaco di Cortona dal 1970 al 1980, poi presidente della provincia di Arezzo

Amico personale di Francois Mitterrand, nel 2004 ha interrotto la sua esperienza politica, lasciando tutti gli incarichi per intraprendere un viaggio lungo 100 giorni, con uno zaino come unico bagaglio, che lo ha portato dalla Patagonia all'Alaska. Al ritorno ha scritto del viaggio nel libro Le nuvole non chiedono permesso e da quel momento si è dedicato a raccontare nei suoi libri i suoi viaggi successivi[2]. Nel 2016 è uscito il libro "Quell'idea che ci era sembrata cosi bella" -Da Berlinguer a Renzi, il lungo viaggio. Cinquant'anni di vita politica e istituzionale nel filo di un racconto sul fallimento storico del comunismo. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 ha aderito a Liberi e Uguali, in aperta polemica col PD di Matteo Renzi