Da convegni sull'economia quadro preoccupante, ma la politica è persa nel gioco delle nomination

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Sembra proprio che la politica si sia completamente persa nel gioco dell’oca di chi arriverà alla nomination a Sindaco di Arezzo. Quasi che fare il sindaco sia un concorso di bellezza piuttosto che un servizio alla città

E’ colpa mia, sono ormai così incartapecorito da non capire più niente. Qualche giorno fa, per esempio, ho assistito a un contradditorio televisivo a cui erano invitati una nota scrittrice (dell’intellighenzia di sinistra) e il ministro del Sud Provenzano. La conduttrice ha chiesto alla nota scrittrice perché, a suo avviso, al sud il Pd non raccatta pallino. La risposta della nota scrittrice è che il PD non traduce in pratica le cose che afferma. Al che la giornalista ha chiesto alla famosa romanziera di fare una domanda al ministro Provenzano sulle cose che, a suo dire, sono state enunciate ma non realizzate.

Mi ero immaginato che trovandosi davanti al Ministro per il Sud e la Coesione territoriale la nota scrittrice lo interrogasse sul lavoro, sullo sviluppo, sull’ILVA di Taranto, sulla Whirlpool di Napoli, sulle infrastrutture, sulla valorizzazione del patrimonio artistico. Insomma su tutte quelle cose che nel nostro mezzogiorno attendono risposte da secoli. Mi sbagliavo, la nota scrittrice ha chiesto al ministro Provenzano perché l’Italia non fa chiudere i centri di detenzione in Libia. Ed è qui che il mio povero encefalo incartapecorito è andato in cortocircuito. E, come Paolo sulla via di Damasco, ha capito perché la sinistra in questo paese rischia la deriva. Di fronte a problemi enormi come quelli del nostro mezzogiorno la nota scrittrice parla della Libia. Secondo voi, gli uomini, le donne, i giovani che a Matera, a Crotone, a Bari a Caltabellotta soffrono per mancanza di lavoro e di futuro come devono essersi sentiti di fronte a quella domanda? Secondo me presi in giro.

Il problema quindi non è solo che la sinistra non mette in pratica quello che dice, c’è di peggio. Una parte della sinistra, quella che dovrebbe rappresentare, per dirla con Gramsci, il suo “cervello collettivo”, è completamente disconnessa dalla realtà. La stessa lontananza che avverto dalle nostre parti. In queste ultime settimane ci sono stati convegni, manifestazioni, tavole rotonde sull’economia locale da cui è emerso un quadro da un lato preoccupante e dall’altro ricco di prospettive. Di là dalle solite battute sul turismo in crescita non mi pare di aver sentito dalla politica un’idea forte su come rilanciare lo sviluppo di questa provincia. Sembra proprio che la politica si sia completamente persa nel gioco dell’oca di chi arriverà alla nomination a Sindaco. Quasi che fare il sindaco sia un concorso di bellezza piuttosto che un servizio alla città.

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Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.