Inquinamento dell'aria e polveri sottili, Arezzo2020: "Anche qui, ma nessuno ne parla"

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In questi giorni in Italia si parla molto di inquinamento dell'aria delle città e in particolare di polveri sottili che rendono pessima l'aria respirata. Il Comitato "Arezzo 2020, il tempo di cambiare" analizza la situazione locale sulla scorta dei concreti dati Arpat, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale.

"Ad Arezzo dal primo gennaio ad oggi la centralina di piazza della Repubblica ha rilevato per nove giorni picchi di polveri sottili molto superiori al limite di legge (50 microgrammi per m3) e per tre giorni valori praticamente al limite. In tutto dodici giorni critici. Sono dati pubblicati sul sito Arpat, a disposizione di tutti. Dai primi di dicembre questo dato è in progressivo aumento e, viste le condizioni atmosferiche, era del tutto prevedibile che si arrivasse a questa situazione. Ma nessuno ha detto o fatto niente: la nostra amministrazione comunale era ed è in tutt'altre faccende affaccendata. Eppure è ormai noto, detto e scritto ovunque che la presenza di polveri sottili nell'aria è un fattore molto pericoloso per la salute di tutti, specialmente dei bambini".

Arezzo 2020 inquadra la situazione anche a livello nazionale: "È partita una campagna assolutoria tesa a sostenere che tutto ciò non dipende dal traffico - in particolare dai diesel - ma da altre fonti (caminetti, stufe a pellet e altro). Questo era già noto ed è ovvio, ma conduce solo a dilazionare le soluzioni. Le polveri sottili hanno più fattori generatori, tuttavia resta il fatto che il traffico automobilistico è uno di questi e non il più insignificante. Limitarlo quando si sforano i valori di legge serve a poco, perché il danno è già fatto e solo il cambiamento meteorologico riesce a ripulire l'aria. Allora bisogna agire a più lungo tempo e aggredire le cause".

La questione che anche ad Arezzo non si vuol affrontare secondo Arezzo 2020 è quella della mobilità urbana.

"Si accetta passivamente che essa sia basata sull'abnorme utilizzo dell'auto privata. È questa non l'unica ma una delle principali cause dell'inquinamento dell'aria oltre che di altri problemi, come la pericolosità delle strade o la quasi paralisi della mobilità stessa per eccesso di traffico, difficoltà di parcheggio e altro. L'attuale Giunta comunale dopo anni di letargo sembra essersi svegliata ed ha scoperto timidamente le piste ciclabili. Ma quando si parla di mobilità urbana, le piste ciclabili sono solo una parte di tutto un progetto che non è stato mai avviato. È invece necessario promuovere un profondo cambiamento nel modello di mobilità, favorendo il trasferimento di un numero rilevante di spostamenti dall'automobile ad altri mezzi. Per questo occorrono interventi complessivi che riguardano in maniera integrata i vari aspetti della mobilità".

Il Comitato "Arezzo 2020, il tempo di cambiare" avanza le sue proposte. "Tra le diverse azioni, da adottare anche ad Arezzo, ne citiamo quattro che compaiono nel nostro programma e che risultano verosimilmente le più efficaci: la promozione della mobilità ciclistica con una vera 'rete' di piste e non spezzoni sparsi, poco utilizzabili; la forte crescita del trasporto pubblico con investimenti ad hoc, incentivazioni per gli utenti e accordi da negoziare con l'azienda dei trasporti; reale investimento e sostegno per le varie forme di car sharing, con auto sempre più elettriche; l'attenzione al trasporto ferroviario, soprattutto riguardo ai pendolari, non solo con Firenze, ma anche con il Casentino e la Val di Chiana. In Europa molte città, anche della dimensione di Arezzo, da tempo si stanno muovendo in questo modo, che del resto è l'unico per prendere sul serio i problemi ambientali".

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