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giovedì | 28-08-2025

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Peccato Arezzo: uscire a testa alta, ma senza punti, è una consolazione che non ci appaga. Da qui si riparte. Testa a domenica

Al 93° il conto fa registrare da parte bianconera: tre gol ed un paio di buone occasioni capitate sul piede di Mavididi. Da parte amaranto: un gol, un palo, quattro grandi interventi del portiere  juventino  Nocchi (in due si è salvato con l’ausilio della traversa) un salvataggio sulla linea.

Ed a questo punto il conto, rispetto al risultato finale, non torna.

Cercando di prenderla per il verso buono, possiamo dire che se dalle sconfitte si impara più che dalle vittorie, allora questa tappa al glorioso “Moccagatta” può essere un momento di crescita importante per la squadra. Abbiamo dimostrato anche ieri che col gioco possiamo fare bene, ma abbiamo anche visto che continuano le amnesie che non sono state letali a Lucca e Pisa, ma oggi si. Paradossalmente proprio la squadra più giovane del campionato ha saputo monetizzare gli errori della nostra difesa con un cinismo ed una freddezza che  avversari più scafati non avevano avuto. Abbiamo imparato anche che non siamo una squadra che può giocare su ritmi bassi, perché diventiamo prevedibili o veniamo sovrastati fisicamente. Le attenuanti non mancavano, però l’approccio è stato almeno imbarazzato. Luciani e compagni hanno ripreso a macinare azioni ed occasioni quando si sono imposti nel possesso palla a centrocampo . Purtroppo, siccome la dea Eupalla è dispettosa quanto poche altre, proprio quando sembrava che il pallino della partita stesse passando decisamente in mano nostra, è venuto il mezzo pasticcio (l’altro mezzo, il caso, sotto forma di rimpallo) del 2-1. Fatto il danno, la dea se n’è andata a cercar tartufi verso Alba ed a noi è rimasto solo l’urlo strozzato sui legni. 

Cronaca, rapidamente:  i ragazzetti di Zironelli (in partenza 7 classe 1998, un 1999 e tre over) l’hanno messa subito sulla corsa e ci hanno fatto soffrire parecchio. Varutti che ha un compasso da lungagnanone dal passo ampio è crocifisso dalle accelerazioni di Zanimacchia. I bianconeri (in grigio) pressano alto, raddoppiano su ogni palla e non riusciamo a ripartire. All’11° Pereyra, che sicuramente manco sa che è esistito uno che si chiamava Chiarugi e che lo faceva spesso, si inventa una traiettoria maligna direttamente da corner. Quando Pelagotti se ne avvede, la palla è… boh?  forse dentro, forse fuori,  per l’arbitro ha varcato la linea e quindi Juventus avanti.

L’Arezzo è in affanno. Al 18° Mavididi di testa da due passi schiaccia con troppa forza e manca il possibile due a zero. In mezzo al campo il dinamismo dei padroni di casa ci sovrasta; tanti errori di misura. Serrotti corre molto, ma non riesce a trovare mai il varco giusto per il passaggio, Foglia e Buglio tamponano più che impostare.

Col trascorrere dei minuti gli “ossessi” placano la furia e l’Arezzo viene fuori. Foglia dalla distanza centra il secondo palo stagionale. E’ il preludio al gol. Persano per Brunori, controllo e girata. Seconda rete con il crisma del bomber di razza. Si riprende con l’Arezzo che pare aver preso il comando del gioco. Proprio nel momento migliore però una ripartenza juventina si conclude con un tiro ribattuto dai nostri centrali. La palla malignazza schizza verso Tourè che è tutto solo dentro l’area (vertice sinistro rispetto a Pelagotti) la rasoiata trova l’estremo nostro pronto a distendersi, meno a cacciarla via perché il pallone gli rimane a un metro proprio davanti a Muratore che lo deposita comodo in rete.

Reazione immediata: Belloni ne salta due e scaraventa al sette: Nocchi si libra e  tocca chiedendo aiuto alla traversa.  Dal Canto butta nella mischia anche Bruschi. Il 27 si presenta con un fendente verso l’angolo alto, ma il portiere ci arriva ancora. L’Arezzo ci crede ed insiste. Calcio d’angolo, irrompe Buglio di testa. Nocchi stavolta non c’è, ma c’è il ginocchio di un difensore che la ferma sulla linea. Ancora avanti. Stavolta è Persano, quando i minuti sono ormai 83, che si libera al tiro: Nocchi e la traversa sono ormai alleati di ferro. La ricerca del gol del pareggio ci porta a fatale sbilanciamento e così allo scoccare del 90° è Bunino che si fa 25 metri di corsa e infila la porta nostra chiudendo la contesa. Peccato Arezzo, l’abbiamo detto. Uscire a testa alta ma senza punti è una consolazione che non ci appaga. Da qui si riparte. Testa a domenica.