Arezzo: via maestra da trovare, ma la squadra dimostra coesione

L’Arezzo che è tornato da Como con un pareggio non ha certo superato la convalescenza, come si augura mister Di Donato, anzi caso mai l’Arezzo è convalescente adesso, giacchè sulle rive del Lario era arrivato con un febbrone da cavallo. L’assetto degli undici schierato contro i biancoazzurri di Banchini era dichiaratamente stato studiato per limitare i danni ed alla fine lo scopo lo si è raggiunto. L’Arezzo ha rischiato veramente solo in un paio di occasioni, a metà primo tempo, periodo nel quale il Como ha avuto la sua fase migliore. Banchini sollecitava lo sfruttamento delle fasce ed allargando e velocizzando il gioco per linee esterne ha messo un paio di volte in croce i nostri centrali.
Per il resto Pissardo, che è stato bravo nel finale su un colpo di testa di Miracoli (non trascendentale però) ha passato gran parte della partita in attenta osservazione delle folate dei padroni di casa. Il sacrificio degli esterni di centrocampo ha consentito di chiudere i corridoi dai quali potevano venire pericoli, con Benucci che nel primo tempo si è dannato dietro le sgroppate di Iovine e Belloni che ha giocato l’ennesima bella partita di questo inizio stagione cantando e portando la croce lungo la fascia laterale di competenza. Baldan, Luciani e Nolan se la sono sbrigata bene con il giovane irlandese cresciuto alla distanza dopo qualche patema nella prima parte (a conferma che i fantasmi della doppia sconfitta interna erano forti).
Insomma un Arezzo attento, ma anche un Arezzo che ha fatto una fatica dannata ad impostare un’azione offensiva decente. Troppo spesso Cutolo e Cheddira erano distanti dai compagni di centrocampo e Rolando che doveva fare un po’ da collante è partito bene ma si è progressivamente spento dentro i ritmi comunque elevati della partita (la quarta in 10 giorni per altro). Qualche palla gol ce la siamo costruita, ma se si eccettua la bella progressione di inizio ripresa (Luciani ad innescare Belloni, uomo saltato e palla in mezzo sulla quale nessuno riesce ad arrivare) sono state frutto di rimpalli vinti o di casualità. Troppo poco per incidere e troppo poco per pensare di poter risalire la china così precipitevolissimevolmente discesa.
Occorre trovare una via maestra per stare in campo, occorre trovare un modo per aggredire senza essere infilzati. Va fatto rapidamente perché il campionato corre e tempo da perdere non ce n’è. La partita di Como è stata anche una importante dimostrazione di coesione di gruppo: tutti si sono sacrificati anche in compiti non propri pur di ottenere l’obiettivo. Una gran bella cosa, che aiuta a ritrovare certezze e consente di preparare con più serenità la sfida di domenica. Ora però occorre la svolta.
Nella foto: fedelissimi tifosi amaranto a Como