Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

martedì | 26-08-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Arezzo: recuperare serenità e riprendere a giocare a mente sgombra. I conti si faranno alla fine

ma l’avvio di gara sembra scacciare le paure.

Gol quasi subito, manovra arrembante e poco importa se al primo affondo la Juve la pareggia. L’Arezzo è volitivo anche se non preciso, sbaglia appoggi facili con Buglio in ombra e Rolando che cerca di trovarsi una posizione in campo, ma con il solito Serrotti inarrestabile, Cutolo ispirato, Foglia e Luciani a spingere come forsennati. Così di occasioni se ne creano almeno 4 nitide, ma senza centrare il secondo gol. La ripresa ci ha invece mostrato una squadra completamente diversa, un centrocampo che si è consegnato al dinamismo avversario e ha fatto sempre più fatica a ripartire, finendo col soffrire in maniera impensabile sul finire della gara. Dal Canto ha provato a mettere in campo la fisicità di Butic e Persano, ma a quel punto la squadra non riusciva più a proporre gioco e i due davanti, meno dinamici di Brunori e Cutolo, finivano francobollati sistematicamente. Il pareggio finale è stato quindi, per una volta, lo specchio fedele della partita e buon per noi che in uno degli ultimi affondi l’arbitro ha ritenuto non punibile con la massima punizione un contrasto tra Pelagatti e Bunino che dalla curva è apparso abbastanza colpevole. Vero è che il 9 bianconero ha accentuato la caduta, ma con quegli altri dagli stessi colori per molto meno ce ne hanno fischiati contro due. Per una volta, dunque, si può parlare di squadra involuta, propositiva ma frenetica e imprecisa nel primo tempo, sgonfia nella ripresa. Avrà pesato la fatica di Pontedera, il valore dell’avversario (in netta crescita in questo 2019), ma la sensazione è stata anche che qualcosa pesi psicologicamente sul gruppo: troppe aspettative, le scorie del dopo Siena, le diatribe tra La Cava e Anselmi che, se non toccano stipendi e sicurezze economiche, certamente non fanno bene all’ambiente. Bisogna recuperare serenità e riprendere a giocare a mente sgombra, partita dopo partita. I conti si faranno alla fine.

CRONACA: Parte sparato l’Arezzo e dopo 4’ è già gol. Brunori si gira in mezzo a due e fulmina Nocchi. Pare l’inizio di una serata tranquilla e invece all’11’ un rimpallo tra Foglia e Muratore consente al centrale juventino di lanciare Mavididi. L’Arezzo sta salendo e l’infilata è letale. 1-1. Gli amaranto non ci stanno e ripartano a testa bassa. Sbagliano una quantità infinita di appoggi, ma creano occasioni. Al 32’ con Foglia che calcia fuori di un soffio, con Brunori che si trova solo davanti a Nocchi e tocca di giustezza sbagliando la porta per eccesso di frenesia (poteva controllarla e saltare il portiere per l’appoggio facile). Poi ci prova Cutolo da dentro l’area, ma Nocchi respinge di pugno in angolo. Nel mezzo, tanti tentativi da fuori finiti alti o a lato. Ci si aspetta quindi di sbloccarla nella ripresa, ma l’Arezzo che rientra dagli spogliatoi non è lo stesso. La Juventus si impossessa del centrocampo  e comincia  a premere. La prima occasione dopo 10’ è sui piedi di Nicolussi che sfrutta un intervento fuori tempo di Luciani e impegna Pelagotti. A rispondere ci prova Cutolo, ma trova Nocchi, che contro di noi si esalta, che devia in angolo. Col passare dei minuti, l’Arezzo si spenge. Alla Juve il pari va benone e si vede, anche se Bunino avrebbe la palla buona dopo svarione difensivo nostro ma cerca il colpo ad effetto e tira fuori in mezzo pallonetto che Pelagotti addomestica senza nemmeno scalmanarsi. A due dalla fine l’episodio del fallo-non fallo di Pelagotti. Protesta bianconera, ma nulla di fatto, come negli altri 7 minuti di gioco faticoso e farraginoso. Un punto che muove la classifica in una giornata di tanti pareggi, che conferma l’equilibrio del girone.