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martedì | 26-08-2025

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Arezzo, momenti di gloria: a Viterbo fanno la caccia all’uomo, noi sogniamo in grande

La squadra che abbiamo visto ieri sera ha giocato anche meglio di quella che già s’era guadagnata una fetta di successo domenica. Compatti, corti tra i reparti, concentrati; abbiamo concesso alla Viterbese poco e nulla e quando è successo è stato per nostre leggerezze, per quella abitudine a voler comunque e sempre giocare la palla invece di spedirla via lontano. Pelagotti in quelle circostanze ci ha messo la pezza, confermando di essere, tra i pali, una sicurezza, ma anche nella prima frazione nella quale i gialloblu di Rigoli ci hanno provato con più gamba, era abbastanza evidente il divario. Da una parte una squadra che giocava a calcio, veniva avanti proponendo gioco e giro palla, creava occasioni (clamorose tre palle gol di Belloni, Cutolo e Brunori), dall’altra una formazione che non riuscendo a proporre una trama convincente, si affidava ai lanci lunghi, a superare la metà campo e sperare nella percussione di una delle tre punte schierate per tentare “la remuntada”. Il fatto è che Polidori, Luppi e Vandeputte si son trovati davanti due ragazzini che non gli hanno concesso un metro e due veterani che sentivano odore di grande impresa.

Il secondo tempo è iniziato poi con la Viterbese meno convinta e l’Arezzo ha dimostrato lì quel cinismo che tante volte ci è mancato in passato. Abbiamo preso campo e finalizzato alla prima occasione rendendo il Monte Bianco che gli avversari dovevano scalare un Everest che gli toglieva ossigeno. Gli amaranto hanno dominato il secondo tempo e raddoppiato con un gol capolavoro di Carlino Pelagatti, emblema di aretinità che si è poi attaccato alla rete di recinzione gridando la sua gioia ad una “Minghelli Export” mai così bella.

Peccato il finale dei locali, che frustrati dall’esito del doppio incontro, hanno giocato i dieci minuti finali cercando la rissa e inscenando una caccia all’uomo a fine partita della quale ha fatto le spese il buon Remedi entrato  nel mezzo solo per placare gli animi. E’ finita con la festa sotto la curva guidata dal calciatore-ultrà Samuele Sereni. Bravi tutti, a partire da quel Dal Canto, il cui lavoro continua a dare frutti e non finisce di stupire. Ora però la fame arretrata si fa sentire forte. Che l’urna ci si sia benigna e avanti tutta.

Photo credits: Giulio Cirinei