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giovedì | 11-12-2025

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Viaggi e Turismo

I “Fochi” di Badia Prataglia alla convention delle antiche festività rituali

Una delegazione è stata invitata alla convention annuale ad Agnone, in provincia di Isernia. “I fochi” rituali di Badia Prataglia fanno parte di un importante protocollo nazionale sottoscritto due anni fa per riscoprire le antiche festività rituali e portarle nel futuro. Per ravvivare questa opportunità di fare rete, una delegazione dell’ASD Badia Prataglia, accompagnata dall’Assessore Jamal Casetti, è stata accolta ad Agnone per la convention annuale.

In questo contesto, che da quest’anno conta 26 realtà italiane di quattro regioni diverse, le singole comunità hanno ribadito la propria volontà di riconoscersi e affermarsi attraverso la propria storia e cultura, legando la tradizione, la leggenda e il futuro. Gli elementi cerimoniali, indispensabili per conservare e tramandare alle giovani generazioni questi rituali saranno, secondo il protocollo, oggetto di convegni, approfondimenti e scambi, come quello che avvenuto quest’anno a Badia Prataglia con i fuochi di Agnone.

“Siamo onorati di aver portato la più bella tradizione di Badia Prataglia e tra le più importanti del Casentino in questa rete che speriamo possa diventare sempre più ampia. Il protocollo mira a creare una rete nazionale dei fuochi rituali fatta di reciproca collaborazione tra le associazioni, anche allo scopo di valorizzare gli aspetti storico culturali per portare tali tradizioni a candidarsi a patrimonio culturale immateriale dell’umanità”, commenta Jamal Casetti.

Le origini di questa celebrazione risalgono all’8 settembre 1008 giorno in cui Elemperto, Vescovo di Arezzo, consacrò a Santa Maria Assunta la chiesa del paese. Anticamente in ogni castelletto – i piccoli agglomerati di case nati intorno alla badia – il 7 di settembre veniva acceso il foco (fuoco in dialetto badiano), con la legna raccolta dai bambini nel bosco. Il desiderio di ogni castelletto era quello di realizzare il foco più bello, più grande e anche più duraturo. Così si era creata una bella competizione annuale tra i castelletti. Intorno al Foco si cantavano le laudi alla Madonna e si faceva festa. Dagli anni Cinquanta la Festa è diventata anche occasione per salutare i boscaioli che se ne andavano in Maremma lasciando per mesi le proprie famiglie. Dagli anni Ottanta l’usanza dei fochi allestiti nei castelletti è scomparsa perché ritenuta giustamente troppo pericolosa per i boschi circostanti. E’ così che nacque un unico grande falò al centro della piazza principale del paese.

Dal 2001 l’ASD Badia Prataglia si occupa di tramandare questa festa, preparare il falò e realizzare i fuochi pirotecnici. Oggi questa manifestazione rappresenta l’evento di fine estate più atteso nella vallata del Casentino, con ben tre giorni di festeggiamenti molto partecipati e sentiti tanto che tutti coloro che dal paese si sono allontanati per motivi di lavoro, ci ritornano per festeggiare insieme. Un’usanza che non ha mai conosciuto il tramonto è quella di rimanere intorno al fuoco fino al mattino mangiando e cantando per salutare l’estate. Le antiche tradizioni sono ancora oggi presenti e ben radicate nella cultura degli abitanti di Badia Prataglia e questa più delle altre, proprio perché i giovani del paese se ne sono presi cura. Alla base delle tradizioni più importanti c’è sicuramente il secolare rapporto tra spiritualità e foresta, la ricerca della felicità, l’augurio per la bella stagione e l’esaltazione della gioia e dell’amore. Tra queste sono da ricordare anche altre tradizioni di questo paese ovvero la Cenavecchia, il Cantar Maggio e l’ultima arrivata la Mangialonga, dove i vari castelletti del paese diventano un percorso itinerante da scoprire attraverso le specialità culinarie del Casentino.

Casetti conclude: “Credo che solo riscoprendo e valorizzando la tradizione un piccolo paese di montagna come il nostro possa ambire a vivere nel futuro. La cultura è un fuoco importante da mantenere acceso anche per questo motivo”.