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La Fiamma Olimpica illumina Arezzo: una giornata di emozioni e partecipazione verso Milano-Cortina 2026
Arezzo ha vissuto una giornata di grande emozione e partecipazione collettiva accogliendo il passaggio della Fiamma Olimpica diretta ai Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026. Dalla città è partita oggi la quinta tappa del viaggio della torcia, riportando Arezzo al centro della scena olimpica a quasi vent’anni di distanza dal passaggio che accompagnò le Olimpiadi di Torino 2006.
Fin dalle prime ore del mattino, lungo le strade aretine si sono radunati studenti, famiglie e cittadini, con una presenza significativa delle scuole: tanti giovani, bandierine in mano, hanno atteso il passaggio dei tedofori, tra cui Viktorija e Bind, giovani di Rondine Cittadella della Pace, che portano la Fiamma come simbolo di pace attraverso lo sport, trasformando il percorso in una vera festa diffusa. Un clima di entusiasmo che ha unito sport, tradizione e cultura, rinnovando i valori universali di pace, unità e sportività.
La Tregua Olimpica ad Arezzo: l’emozione di Viktorija e Bind, giovani di Rondine, che portano la Fiamma come simbolo di pace attraverso lo sport.
La tappa aretina del Viaggio della Fiamma Olimpica ha visto oggi un momento di forte intensità simbolica ed emotiva: Viktorija, proveniente dalla Serbia, e Bind, originario del Kosovo, entrambi studenti di Rondine Cittadella della Pace, hanno portato la Fiamma della Tregua Olimpica nel giorno dedicato alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Il loro passaggio ha rappresentato molto più di un gesto cerimoniale. Nelle mani di due giovani cresciuti in contesti segnati dal conflitto armato, la Fiamma ha assunto il valore tangibile di una scelta: quella di percorrere una strada diversa, fatta di dialogo, responsabilità e incontro.
L’emozione con cui Viktorija e Bind hanno attraversato le vie di Arezzo ha reso evidente quanto profondo e reale possa essere il contributo delle nuove generazioni alla costruzione della pace.
Il pubblico ha accolto il loro cammino con grande partecipazione, riconoscendo nella loro presenza un simbolo di speranza: la testimonianza che il coraggio può avere la forma della gentilezza, che l’ascolto può superare la paura, che la pace può nascere da gesti concreti compiuti insieme.
L’esperienza dei due giovani si inserisce pienamente nello spirito della Tregua Olimpica, che da millenni richiama i popoli a sospendere le ostilità in nome di valori condivisi. Lo sport, ancora una volta, si conferma uno strumento capace di unire, avvicinare e costruire ponti anche tra comunità divise.
Rondine accompagna questo impegno attraverso la campagna internazionale Leaders for Peace, che invita gli Stati a investire nell’educazione al dialogo e nella formazione di giovani capaci di trasformare creativamente i conflitti.
Il passaggio della Fiamma ad Arezzo si conclude dunque con un messaggio forte e universale: la pace non è astratta, ma prende forma nei passi di chi sceglie di camminare insieme, oltre la storia, oltre il conflitto, oltre le differenze.
Una luce che, partita da Arezzo, continua idealmente a viaggiare nel mondo attraverso l’esempio di Viktorija e Bind.
Il passaggio aretino della Fiamma olimpica
Il convoglio della Fiamma è entrato in città da via Simone Martini, attraversando viale Giotto, viale Sanzio e via Divisione Garibaldi. Qui è stata effettuata una sosta nell’area di parcheggio di fronte all’Arezzo Sport College, con un punto di accoglienza allestito nella Sala Stampa dell’Arezzo Calcio. Poi la ripartenza, con il ritorno su via Divisione Garibaldi e viale Sanzio, fino al punto d’inizio della staffetta in viale Giotto.
Da lì, la torcia ha proseguito lungo via Crispi e corso Italia fino all’altezza di via Cavour, per poi dirigersi verso piazza San Francesco. I tedofori hanno invece attraversato il cuore del centro storico, toccando corso Italia, via Seteria, piazza Grande, via Vasari, via dei Pileati, via Ricasoli, piazza della Libertà, via Cesalpino e piazza San Francesco, per ricongiungersi al convoglio in via Guido Monaco. Il tratto finale ha interessato piazza Guido Monaco, via Petrarca, via Rossellino, via Varchi e via Perennio, fino alla conclusione della staffetta in via Fiorentina.
Ad accompagnare la tappa aretina, numerosi tedofori d’eccezione e il Gruppo Sbandieratori di Arezzo, che ha regalato suggestioni di grande impatto visivo, sottolineando il legame tra la tradizione cittadina e lo spirito olimpico.
A fare da cornice all’evento anche l’iniziativa del Museo Archeologico “Gaio Cilnio Mecenate”, intitolata “Fuoco sacro”: un percorso tematico realizzato con il patrocinio e il contributo del Comune di Arezzo, in collaborazione con CONI, Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana – Ambito Territoriale di Arezzo e Fondazione Arezzo Intour, che ha offerto l’occasione per approfondire le origini e i significati delle Olimpiadi antiche attraverso una selezione di reperti di particolare valore.
Per alcune ore, Arezzo si è ritrovata unita attorno a un simbolo che attraversa i confini e le generazioni, vivendo una giornata destinata a restare nella memoria collettiva, con lo sguardo già rivolto al grande appuntamento olimpico del 2026.

























