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domenica | 04-05-2025

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Chi era Narciso Terziani

Prese l’Arezzo alla fine degli anni 70, in un momento di totale apatia e disinteresse da parte dell’imprenditoria aretina.
La squadra navigava nei bassifondi della classifica, i giocatori riscuotevano poco e con il contagocce.
Di conseguenza vedere giocare l’Arezzo era una sofferenza, la rosa era scarsa e il comunale era diventato terreno di conquista.
Terziani si fece avanti, acquistò le quote quando il campionato era già nel girone di ritorno, pagò i debiti, mise a disposizione della squadra un premio salvezza e all’ultima giornata il traguardo fu raggiunto.
Da quel momento iniziò a costruire l’Arezzo del futuro facendo acquisti per rinforzare la squadra e puntare alla serie B.
Dopo alcuni tentativi andati a vuoto arrivò la stagione della consacrazione, una fuga verso la gloria con la prima posizione in classifica dalla prima all’ultima storica giornata.

Quella squadra aveva grandi giocatori che costituirono l’ossatura sulla quale vennero successivamente costruite le formazioni protagoniste degli anni della serie B. Il grande merito di Terziani è stato non solo quello di averci messo i soldi ma di non aver mai fatto il padre padrone.
Sotto la sua gestione riuscì a coinvolgere molti imprenditori aretini, tra i tanti ricordo Caldelli, Farsetti, Cerofolini e Tristi, gente che si frugava in tasca solo per l’amore della maglia amaranto, persone che non chiedevano nulla in cambio.
Era un altro calcio, era un altro mondo, migliore di questo credetemi, e non lo dico solo per nostalgia dei miei vent’anni.

Con Terziani se ne va un pezzo di storia della nostra città, però quello che ha fatto per i colori amaranto resta collocato in pianta stabile nel profondo del nostro cuore, a dimostrazione che le emozioni vissute non si cancellano con la fine dell’esistenza terrestre dei suoi protagonisti.
Mi dicono che in ospedale chiedeva sempre notizie dell’Arezzo e dei suoi ragazzi.
Per me sei stato e resterai il più grande presidente della nostra lunga storia calcistica.
Ciao Narciso, ciao Presidente, fai buon viaggio, un giorno ci rivedremo lassù e avremo tutto il tempo di ricordare quegli anni favolosi.

 

 

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