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domenica | 07-12-2025

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Sport

Bucchi dopo Livorno–Arezzo: “Partita sporca, episodi non sfruttati, ora testa bassa e guardiamo avanti”. Assenza tifosi? “Per noi pesante”

Livorno – La sconfitta dell’Ardenza brucia, soprattutto perché arriva in un derby, interrompe una lunga imbattibilità esterna (257 giorni, l’Arezzo non perdeva fuori casa dal 13 aprile 2024, in casa dell’Entella) e oggi il Ravenna, che ospita il Pontedera alle 17.30, può superare gli amaranto in classifica. Nel post partita di Livorno–Arezzo 2-1, Cristian Bucchi analizza senza alibi una gara complicata, giocata sul filo degli episodi e su un terreno tattico scomodo.

Mister, che sapore ha questa prima sconfitta esterna e cosa non ha funzionato oggi?

«Conosco molto bene il mio dirimpettaio, ci siamo affrontati tante volte. La partita era esattamente questa. Il Livorno gioca così: spezzetta il gioco, non ti fa giocare, fallo sistematico, è la squadra più ammonita del campionato. È stata una partita “sporca”, con azioni che durano quattro o cinque secondi. Devi essere bravo a muoverli, a farli girare, a sfruttare il fatto che dopo mezz’ora alcuni giocatori sono già ammoniti. Devi capitalizzare gli episodi».

Bucchi allarga poi lo sguardo al percorso recente dei labronici:

«Le partite del Livorno prima di noi sono state tutte così. Hanno segnato su calcio piazzato contro il Ravenna, hanno subito rigore al 94’, due rigori contro la Torres, a Gubbio uno 0-0 combattutissimo. Anche oggi è stata una partita di episodi: una bella giocata di Dionisi, anche un po’ fortunata per la deviazione che spiazza Venturi e poi il secondo gol… lì mi dispiace molto».

Proprio sul raddoppio del Livorno c’è la questione FVS.

«Credo che l’FVS sia una risorsa, ma in questo caso non lo è stata. Ci sono immagini troppo chiare: c’è più di mezzo metro di fuorigioco quando parte il cross. Sul 2-0 cambia tutto, soprattutto contro una squadra che poi spezza il gioco, perde tempo e abbassa tantissimo il tempo effettivo. Diventa difficile».

Nonostante questo, l’Arezzo ha avuto le sue chance.

«Sì, pur non facendo una partita straordinaria abbiamo creato cinque o sei occasioni importanti e in alcune è stato anche molto bravo il portiere. Alla fine perdi perché c’è stata una situazione sfortunata e un’altra ancora poco chiara. Non siamo stati bravi a capitalizzare. Con il Livorno, però, sono sempre queste partite: credo sia impossibile vedere una gara champagne. Speravo di vincerla, ma sapevo che sarebbe stata così».

La scelta di Tito: rifarebbe la stessa scelta?

«Assolutamente sì. Io penso di avere coppie di giocatori sullo stesso livello ma con caratteristiche diverse. Oggi servivano gestione, qualità e palleggio per venire fuori dalla loro pressione forte, più che la fisicità. Tito ha fatto un’ottima partita, così come Righetti quando è entrato. Ma al di là dei singoli, la prestazione di squadra c’è stata».

Questa sconfitta può pesare psicologicamente?

«No, non ci scalfisce. Lo dico dall’inizio: se vuoi fare un campionato importante devi mettere in conto momenti difficili. Per gli altri saranno difficili, per noi difficilissimi. Abbiamo affrontato emergenze fisiche, la cancellazione del Rimini che in una notte ci ha tolto tre punti e ha rimescolato la classifica, e adesso questa sconfitta. Se vuoi fare qualcosa di importante, queste partite non devi perderle, è vero, ma devi essere ancora più bravo a lasciartele alle spalle subito».

Il messaggio è chiaro:

«Analizziamo cosa migliorare, valorizziamo quello che abbiamo fatto bene e pensiamo al futuro. Ci aspettano due gare prima della sosta (Pineto in casa lunedì 15 dicembre alle 20.30 e in Sardegna contro la Torres sabato 20 alle 14.30, ndr), una più difficile dell’altra. Mettiamoci tutto: fin qui abbiamo fatto qualcosa di importantissimo e dobbiamo chiudere allo stesso modo».

Incide il 4-3-1-2 del Livorno?

«Più che il sistema, incide il modo in cui lo interpretano. A me è sembrato di rivedere il Cittadella: Venturato è stato velocissimo a portare le sue idee a Livorno. È una squadra fastidiosa da affrontare, rischia tanto con gli ammoniti, cambia spesso, parte dalla rottura del gioco e dall’innervosirti. Non è il modulo, è l’interpretazione».

E l’assenza dei tifosi, terza trasferta senza pubblico e terza gara senza vittorie?

«Non abbiamo perso per quello, ma è innegabile che in partite così importanti – Perugia, Terni, Livorno – avere 800, 1000 o 1500 tifosi al seguito come ad Ascoli o Ravenna fa la differenza. Ci sono momenti in cui ti spingono e ti aiutano. Qui quell’aiuto non c’è stato. Purtroppo non ci possiamo fare nulla, dobbiamo accettare i divieti».

Merito del Livorno o Arezzo un po’ soft all’inizio?

«È un mix delle due cose. Merito del Livorno, ma anche demerito nostro. Siamo stati bravi a trovare delle uscite in campo aperto, però non le abbiamo sfruttate. Dovevamo cercare più uno contro uno sugli esterni, essere più incisivi. Non abbiamo giocato bene tutte le nostre carte».

Derby archiviato con amarezza, ma Bucchi non cambia rotta: l’Arezzo riparte dalle proprie certezze, con la consapevolezza che il cammino resta lungo e che ogni inciampo può diventare un’occasione per crescere.

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