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venerdì | 18-07-2025

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Arezzo, i tifosi della Minghelli in sciopero. Hanno ragione, ma sbagliano

Le ragioni per criticare questa partecipazione ci sono tutte. Sbandierata dopo la clamorosa eliminazione dai mondiali della nazionale di calcio come una delle ricette migliori per rilanciare il calcio giovanile in Italia, ha visto per il secondo anno consecutivo l’iscrizione di un solo club (la quota d’iscrizione è a dir poco esosa) che oltretutto è pieno zeppo di stranieri. Dove stia la valorizzazione dei virgulti nostrani non si sa, dove sia il senso di questa partecipazione, senza che ci siano regole che limitino o regolino l’utilizzo dei ragazzi non cresciuti nel vivaio, senza che si sappia bene cosa partecipa a fare (se vince il campionato va in B ? se arriva ultima retrocede ? boh) mentre è evidente la sproporzione di forze tra quel che può impiegare una società che milita in serie A e quel che può fare un club di terza serie. Insomma un pasticcio anche abbastanza ridicolo.

Le ragioni per protestare ci stanno tutte dunque.

Epperò è sbagliato disertare la curva. La squadra ha bisogno del suo pubblico. Sempre ed a maggior ragione dopo quanto accaduto a Crema, con gli episodi incriminati che, visti e rivisti, non fanno che moltiplicare rabbia e frustrazione. La partita di mercoledì sera Arezzo Juventus Under 23 è importantissima e per niente facile a dispetto del solo punto in graduatoria dei bianconeri di Pecchia.

Serve una vittoria per riprendere con decisione il cammino verso posizioni di classifica più rispondenti alle ambizioni ed anche ai meriti della squadra. Serve conquistarla con la ferocia agonistica oltre che con la tecnica e per questo l’apporto del tifo è fondamentale. Si può contestare in tanti modi; che so, si può fischiare incessantemente ogni volta che la Juve Under 23 conquista palla; si possono fare striscioni o cori contro, ma non si può e non si dovrebbe abbandonare la squadra. Tre punti contano di più, anche per cercare di smettere di vedere questi scempi.

Ripensateci ragazzi!