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giovedì | 08-05-2025

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Un percorso per la riabilitazione dei pazienti con grave disabilità respiratoria

È stato inaugurato stamani dall’assessore per il Diritto alla salute della Regione Toscana Simone Bezzini. Il Centro comprende una struttura intensiva e un ambulatorio all’interno del reparto di Pneumologia  e UTIP dell’ospedale di Arezzo.

Quattro posti letto destinati alla riabilitazione di pazienti con grave disabilità respiratoria. Sono quelli allestiti all’interno della UOC Pneumologia dell’ospedale San Donato di Arezzo diretta dal dr. Raffaele Scala. La PIR, acronimo che sta per Pneumologia intensiva riabilitativa, permetterà ai pazienti che hanno superato un grave scompenso respiratorio di iniziare, e completare, il percorso di riabilitazione all’interno della struttura specialistica in cui sono ricoverati. Una struttura che si pone all’avanguardia nella presa in cura delle patologie respiratorie, dalla fase acuta passando per la riabilitazione fino alla dimissione. Si tratta del primo Centro Riabilitativo Intensivo Pneumologico nella nostra Regione a gestione completamente pubblica e rientra nel Piano Interaziendale di gestione integrata per questo tipo di patologia con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Ad affiancare la PIR anche un ambulatorio, collocato all’interno del San Donato, dove i pazienti dopo la dimissione dalla pneumologia, in continuità ospedale-territorio, proseguiranno i trattamenti fisioterapici e/o logopedici.

Stamani il taglio del nastro alle presenza dell’assessore al Diritto alla Salute Simone Bezzini e della direttrice sanitaria Asl Tse Barbara Innocenti.

La PIR permetterà il recupero della funzione respiratoria e motoria dei pazienti con gravi patologie polmonari che hanno superato l’attacco acuto in Utip (Unità terapia intensiva pneumologica), ma che rimangono dipendenti dalla ventilazione meccanica o da altro tipo di supporto respiratorio. Il Centro è frutto dell’attività del gruppo di lavoro aziendale multidisciplinare a cui hanno partecipato il Dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche, il Dipartimento delle professioni tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione, il Dipartimento Ortopedico-Riabilitativo con il coordinamento dell’Area dipartimentale di pneumologia. L’apertura contestuale della palestra ambulatoriale chiuderà il cerchio facilitando la dimissione di quei pazienti che necessitano di un trattamento integrato fisioterapico per completare il recupero funzionale.

«Questo Percorso pone la Asl Tse all’avanguardia nel percorso specialistico di presa in cura delle patologie respiratorie acute – sottolinea il direttore generale Asl Tse, Marco Torre -. L’obiettivo  è dare una risposta adeguata e completa ai bisogni specifici dei pazienti all’interno della nostra azienda, facilitando la presa in carico globale delle persone con gravi patologie respiratorie sia in ambito di ricovero che in ambito ambulatoriale. Un progetto importante per la nostra Asl che vede l’attivazione di un percorso specialistico pneumologico ad alta intensità per la presa in carico riabilitativa precoce e in cui la multidisciplinarietà riveste un ruolo importante».

«Questo percorso permetterà la presa in cura della patologia respiratoria a 360 gradi – aggiunge la direttrice sanitaria Asl Tse Barbara Innocenti  – ed è destinata a quei pazienti critici che, altrimenti, prolungherebbero la loro degenza nelle rianimazioni o in Utip o in degenza in attesa di trovare posti in strutture dedicate».

«Con questo percorso – spiega il dr. Raffaele Scala , direttore UOC Pneumologia del San Donato e responsabile Area Pneumologica Asl Tse – puntiamo su un approccio innovativo multidisciplinare che coinvolge pneumologi, fisioterapisti, fisiatri, personale infermieristico e Oss. Un Centro di cui avvertivamo la necessità: ogni anno infatti l’Utip di Arezzo tratta oltre 300 pazienti. Di questi il 15% ha necessità di un un trattamento riabilitativo intensivo pneumologico. Inoltre, considerando la casistica della Pneumologia dell’area vasta, il numero dei pazienti candidati a tale trattamento in questa struttura può essere stimato di 45 casi all’anno».

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