La nuova Misericordia

Ha avuto luogo sabato 7 giugno 2025, alle ore 16:30, presso la sede della Misericordia di Arezzo in via Garibaldi 143, la cerimonia di insediamento del neo-eletto Magistrato della Confraternita. Come anticipato, è risultata largamente riconfermata la composizione in Rettori rispetto al quadriennio appena concluso, con qualche nuovo avvicendamento.
E tutti in questa circostanza – ognuno chiamato a parlare dal Governatore prof. Pier Luigi Rossi e dal Correttore spirituale della Confraternita padre Francesco Bartolucci – hanno avuto modo di esprimere il proprio saluto e auspicio di buona sorte e buon lavoro per il nuovo quadriennio.
Nominate anche le cariche essenziali previste dallo Statuto della Confraternita per alcuni dei Rettori e cioè: Vicegovernatore l’avv. Lorenzo Lorenzoni; Provveditore Daniele Lapini; Viceprovveditore Alberto Veracini; Segretario Generale Giuliano Sili.
L’insediamento si è concluso con la presenza e l’intervento del Presidente di Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia Domenico Giani.
Il frangente, di grande importanza per la vita associativa della Misericordia aretina, ha avuto un seguito ideale nella Santa Messa delle ore 18:30 nella chiesa della Badia intitolata alle SS Flora e Lucilla, officiata dallo stesso Padre Francesco Bartolucci quale Parroco dell’omonima Parrocchia, dove il nuovo Magistrato ha svolto la prevista professione di Fede.
A tal proposito il Governatore Pier Luigi Rossi ha posto come primo impegno dei Rettori quello di «essere testimoni in Arezzo dei valori e della spiritualità cristiana attraverso l’azione e il volontariato umanitario».
«È necessario ricordare sempre da dove si è partiti: il quadriennio appena trascorso ha già cambiato radicalmente la nostra Confraternita – ha poi concluso il Governatore Pier Luigi Rossi – e ora ci accingiamo al prossimo quadriennio, questa nuova avventura umana e spirituale, con la consapevolezza di perseguire il risultato di una Misericordia completamente nuova, piena espressione della contemporaneità che viviamo.»