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martedì | 18-11-2025

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Sanità

I casi dell’ospedale San Donato di Arezzo nelle tesi di specializzazione in Pneumologia

Quattro i medici che hanno scelto il reparto guidato dal dr. Raffaele Scala per la loro tesi. La casistica del reparto di Pneumologia dell’Ospedale di Arezzo al centro di quattro tesi di specializzazione elaborate da altrettanti medici specializzandi provenienti dalla Università Cattolica di Roma, dalla Sapienza di Roma e dall’Università degli Studi di Catania.

Quattro giovani medici, tre donne e un uomo, che hanno scelto il reparto guidato dal dottor Raffaele Scala per preparare le tesi di specializzazione in Pneumologia.

Oggi due dei quattro neospecialisti lavorano nel reparto di Pneumologia del San Donato. Sono il dottor Simone Ielo e la dottoressa Sefora Santagata, entrambi provenienti dall’Università Cattolica di Roma.
La tesi del dottor Ielo sull’impiego di un dispositivo fisioterapico per facilitare l’eliminazione di secrezioni nei pazienti che richiedono assistenza respiratoria non invasiva in Utip (Unità di terapia intensiva pneumologica) è stata anche presentata al XXVI Congresso nazionale di Pneumologia che si è tenuto a Verona dal 14 al 16 novembre scorso.
Si è, invece, incentrata sugli indici di ossigenazione nei pazienti, ricoverati in UTIP, trattati con alti flussi, casco e ventilazione non invasiva la tesi della dottoressa Sefora Santagata, elaborata con la dottoressa Maria Teresa Sanzari dell’Università Sapienza di Roma. A queste si aggiunge la tesi della dottoressa Silvia Cicciarella dell’Università di Catania nella quale la neospecialista ha valutato l’andamento epidemiologico dei pazienti critici trattati in UTIP negli ultimi 10 anni analizzando complessivamente circa 1600 casi, tutti relativi al periodo non riconducibile al Covid: una tesi elaborata grazie al supporto della dottoressa Stefania Arniani del servizio di Epidemiologia dell’Ospedale di Arezzo.

«Quando un giovane medico sceglie il reparto di pneumologia di Arezzo per la propria specializzazione per me, e per i miei collaboratori, è motivo di orgoglio – dice il dottor Raffaele Scala -. Qui gli specializzandi trovano un ambiente idoneo per fare ricerca e formazione pur non essendo il San Donato un ospedale universitario».
«Fare formazione dei giovani è molto importante – prosegue il dottor Scala – perché loro rappresentano il futuro della medicina e, in questo caso, della pneumologia. Oggi le malattie respiratorie sono in continuo incremento e la figura dello pneumologo diventa essenziale oltre che una specializzazione richiesta nel contesto del panorama sanitario. Formare i giovani e motivarli può essere il primo passo per fare in modo che scelgano di restare nel nostro Paese per lavorare in centri dove possano aumentare il loro bagaglio di conoscenza teorica e pratica».