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sabato | 02-08-2025

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Una terza via tra solitudine e RSA, nuovo modello abitativo per anziani fragili parte da Arezzo. Per Tanti e Antichetti “risposta tardiva e parziale”

Approvato l’emendamento Pd al Piano sanitario regionale. Tanti e Antichetti: “Dopo 9 anni arriva una mezza risposta. Speriamo sia fatta bene”.

AREZZO – Un nuovo modello abitativo dedicato agli anziani con fragilità leggere prende il via da Arezzo, con l’obiettivo di diventare una sperimentazione regionale replicabile in tutta la Toscana. L’iniziativa nasce da un emendamento al Piano Sanitario e Sociale Integrato approvato nei giorni scorsi dal Consiglio regionale, su proposta del capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli e del presidente della Commissione Sanità Enrico Sostegni, in collaborazione con l’assessora regionale Serena Spinelli.

«Abbiamo voluto inserire – spiegano Ceccarelli e Sostegni – un principio nuovo e concreto: sperimentare soluzioni abitative condivise per anziani con autonomia ridotta, che non necessitano dell’accesso in RSA ma che, allo stesso tempo, non riescono più a vivere da soli in sicurezza. È un’iniziativa pensata per migliorare la qualità della vita di chi si trova in una condizione di vulnerabilità crescente».

Il modello prevede appartamenti condivisi, in cui piccoli gruppi di anziani possano vivere in modo autonomo ma assistito, con spazi privati, aree comuni e servizi di cura leggera, in un ambiente familiare e sicuro. Un’idea nata anche dal confronto all’interno della zona socio-sanitaria di Arezzo, dove da tempo si segnala la necessità di soluzioni “intermedie” tra la solitudine domestica e la residenzialità totale.

Per Ceccarelli, «non si tratta solo di una nuova offerta sociale, ma di una scelta politica forte: quella di investire nella Toscana diffusa e nelle fasce più deboli». Il progetto sarà accompagnato da risorse, formazione per gli operatori e strumenti di valutazione, per verificarne l’efficacia e replicabilità. «Cura, innovazione e concretezza: è questa la Toscana che vogliamo», concludono i proponenti.

Casa, prende il via ad Arezzo un progetto sperimentale rivolto agli anziani con autonomia ridotta

Il vicesindaco di Arezzo Lucia Tanti e la garante per i diritti degli anziani Silvia Antichetti accolgono la proposta con favore, ma non risparmiano critiche.

«Apprendiamo con favore, non senza stupore, dell’iniziativa – commentano – ma non possiamo dimenticare che ci sono voluti nove anni per riconoscere i limiti dell’attuale sistema. Limiti che il Comune di Arezzo, con tanti operatori del territorio, ha segnalato da tempo».

Il giudizio è netto: «Colloqui con l’assessore Spinelli e con il presidente Sostegni ce ne sono stati molti, ma spesso poco proficui. È lecito pensare che l’improvviso cambio di passo sia legato anche all’approssimarsi delle elezioni regionali».

Tanti e Antichetti rivendicano il ruolo del territorio aretino: «La direzione della domiciliarità assistita è quella che Arezzo ha già intrapreso, puntando sulla personalizzazione degli interventi e sull’autonomia residua degli anziani. Ma ora serve un cambio normativo strutturale e duraturo».

Il rischio, avvertono, è che la proposta si limiti a una sperimentazione “di facciata”. «La dignità degli anziani non può essere oggetto di test, ma merita certezze. Ci auguriamo che il testo ricalchi davvero la proposta che il Comune di Arezzo ha inviato oltre un anno fa alla Regione, e che sia stato “copiato bene”. Ora non si può più tornare indietro».