Trasporto Pubblico Locale in Toscana: “E’ il mercato, bellezza e non puoi farci niente”

“Assomiglia alla scenetta – ne “I Promessi Sposi” – dei capponi che si beccano mentre Renzo li porta all’avvocato.
Viene proprio da dire “E’ il mercato, bellezza, e non puoi farci niente”: se metti in piedi un gara “monstre”, da 4 miliardi di euro, per privatizzare il Trasporto Pubblico Locale e per affidare il servizio ad un unico gestore per l’intero ambito (!) toscano…e poi vincono i francesi della RATP (con Autolinee Toscane SpA come braccio armato) a discapito delle attuali aziende di TPL, consorziate in Mobit…di cosa ti stupisci? Se non ci fosse da piangere, per i poveri fruitori del servizio su gomma ci sarebbe da ridere…
Diciamo che c’è da piangere, infatti, perché – oltre all’essere diventati la barzelletta italiana, in quanto è un decennio che siamo impantanati su questa vicenda, con ricorsi giudiziari – chi ne “busca” veramente sono i cittadini toscani. Primo, siamo sicuri che sia valido il ragionamento sul lotto unico? I rischi di una gara unica da 4 miliardi, con 5.500 lavoratori coinvolti, e la follia di un “ambito territoriale ottimale regionale unico” – che è tutto fuorché ottimale – considerate le moltissime differenze dei nostri territori…ci fa rispondere di no, proprio alla luce delle prove attuali:
- aumento indiscriminato delle tariffe (cosiddetta omogeneizzazione) a fronte di una riduzione costante delle cd “linee a domanda debole” (come tracciato e come orari, nonché come aree geografiche);
- mancanza di una programmazione, la quale – aumentando la cd velocità commerciale nelle “aree forti” – potrebbe calmierare con un bilancio unico le altre;
- ancora, mancata programmazione effettiva, intra-area, fra urbano e extra-urbano, senza dimenticare che la mancata andata a regime della gara ha messo in discussione la cd clausola sociale per quanto riguarda i dipendenti.
Come ciliegina, la Giunta ha definito da pochi giorni un cronoprogramma provvisorio, che potrebbe dare la stura ad enormi rischi patrimoniali e danni per la qualità del servizio e per i lavoratori delle 12 società coinvolte (facenti parte del Consorzio Mobit). Infatti risulta in gioco il futuro assetto di questo servizio pubblico strategico, fondamentale per tutte le persone in Toscana, a maggior ragione per le fasce sociali più deboli, già profondamente colpite dalla crisi (che si vedranno ferocemente tagliare le “linee a domanda debole” (cioè quelle che non rendono ai Padroni del vapore…) che potranno essere mantenute solo con un forte contributo dei comuni “colpiti” e ovviamente con un costo elevato per i cittadini. Adesso, col cronoprogramma, c’è una bomba nel sistema: le 12 aziende toscane saranno poste in liquidazione entro la fine dell’anno…e stiamo parlando di assets per decine di milioni di euro. Mesi fa il Consiglio Regionale aveva impegnato la Giunta ad affidare definitivamente (ai francesi) la concessione del TPL solo a seguito della pronuncia definitiva del Consiglio di Stato (fissata per il febbraio 2020) in modo da evitare l’attivazione di nuovi contenziosi. Ma la Giunta ha accelerato verso l’affidamento definitivo del servizio ad Autolinee Toscane Spa: questo senza tenere in considerazione la situazione di oggettiva incertezza che potrebbe provocare rischi per il servizio, danni patrimoniali, disagi per gli utenti e problemi per i lavoratori del settore. A questo punto, la Regione dovrebbe sospendere il cronoprogramma e riconvocare le parti interessate, per definirne uno nuovo, condiviso. Il buon senso esige che si attenda la sentenza del Consiglio di Stato del prossimo febbraio: l’interesse pubblico – economico e patrimoniale – deve essere tutelato nell’eventualità di una sentenza sfavorevole per Autolinee Toscane Spa”.